Le Giornate Fai di primavera, oltre ad essere il più importante evento dedicato al patrimonio culturale che celebra l’arte, la storia e la natura del nostro Paese, è sempre l’occasione per visitare luoghi che sprigionano arte e che suscita ancora sensazioni e grandi emozioni. Fra questi, Bronte, in provincia di Catania, con le sue bellezze e i suoi percorsi culturali.

Sabato 26 e domenica 27 marzo 2022, tutti coloro che si prenoteranno sul sito https://fondoambiente.it/luoghi/itinerario-viva-la-liberta-i-fatti-di-bronte-1860?gfp, potranno effettuare il percorso “Viva la Libertà”.

Come viene sottolineato sul sito “Fondoambiente.it”, si tratta di un “percorso storico letterario che unisce la vicenda umana del popolo di Bronte. Una vicenda che sfociò in un orrendo massacro e in un altrettanto sommario processo che ritroviamo nell’opera letteraria del Verga, Libertà. Nella novella Libertà di Giovanni Verga si racconta un episodio reale, avvenuto nel 1860 a Bronte. I contadini affamati, raccogliendo un proclama di Garibaldi e interpretandolo alla luce dei loro interessi materiali, si ribellarono ai ricchi proprietari terrieri, facendone una strage”.

Il ritrovo dei visitatori è previsto davanti la Pinacoteca Nunzio Sciavarrello, in via Cardinale De Luca. Poi si approfondiranno la storia dei Fatti di Bronte avvenuti nell’agosto del 1860, per proseguire alla scoperta della biblioteca del Real Collegio Capizzi e dei suoi innumerevoli testi storici. Ci sarà spazio anche per una passeggiata di circa 500 metri lungo via Santi per arrivare in piazza San Vito teatro della fucilazione di alcuni insorti.

“I ringraziamenti sono doverosi. – ha affermato il sindaco Pino Firrarello –  Grazie alle giornate Fai abbiamo la possibilità di ripassare un capitolo della storia del risorgimento che non è proprio come hanno descritto nei libri di storia. I “Fatti di Bronte” del 1860, infatti, se da  una parte ci raccontano come i contadini si rivoltarono contro i borghesi, considerati usurpatori delle terre, ci raccontano anche come Bixio soffocò nel sangue la rivolta, uccidendo simbolicamente degli agitatori presi frettolosamente a caso, dando orecchio agli odi e alle calunnie che in quei giorni ribollivano. Bixio, infatti, doveva evitare di compromettere i rapporti con il governo inglese rappresentato a Bronte dagli eredi di Nelson”.

Nella foto: la Chiesa di San Vito, luogo simbolo di Bronte, dove nel 1860 avvenne la fucilazione di cinque contadini innocenti, accusati dal generale garibaldino Nino Bixio di aver trucidato 11 aristocratici

Redazione