“Riaprire i Tribunali di Mistretta, Modica e Nicosia, rispettivamente in provincia di Messina, Modica ed Enna”. La Uil  siciliana prende posizione in merito a questa vicenda che da alcuni anni calamita l’attenzione di parte dell’opinione pubblica dell’Isola. 

“Condividiamo – spiega Alfolso Farruggia, segretario generale della Uil Pubblica amministrazione della Sicilia – la richiesta che il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha rivolto al ministro della Giustizia Marta Cartabia e ora attendiamo il voto del parlamento regionale sul DDL fermo all’ARS”.

“Siamo favorevoli alla riapertura degli ex uffici giudiziari – chiarisce il segretario generale – per due ragioni. “La prima riguarda la necessità di garantire, attraverso la presenza capillare dei tribunali in tutta l’isola, le funzioni dello Stato anche in territori distanti dai capoluoghi di provincia. I tribunali sono presidi di legalità e la loro apertura ha un valore emblematico, oltre che operativo”.

“La seconda, non meno importante – precisa ancora Farruggia – riguarda invece l’utenza che a vario titolo, ogni giorno, ha necessità di raggiungere i tribunali: semplici cittadini ma anche avvocati e altre professionalità che gravitano attorno ai poli giudiziari per motivi di lavoro”.

“Da mesi – afferma l’esponente sindacale – la UIL segue con attenzione il dibattito, anche politico, sviluppatosi attorno alla riapertura delle sedi di Mistretta, Modica e Nicosia”.

“Considerati i disagi non indifferenti che la popolazione affronta durante gli spostamenti – osserva il segretario generale – e tenendo conto delle condizioni di certo non ottimali di molte strade in Sicilia, non si può che auspicare la riapertura dei tribunali soppressi”.

La chiusura delle tre sedi, negli anni scorsi, si inseriva in una riforma che aveva quale principale finalità la razionalizzazione delle spese: un obiettivo che, secondo il segretario, “non è stato affatto raggiunto”.

 “Si è registrato, semmai – sottolinea –  un aumento dei costi. La riapertura – conclude – rappresenterebbe un vantaggio per il Ministero competente, poichè le spese di gestione, centocinquantamila euro l’anno, sarebbero a carico della Regione Siciliana”.

Redazione