Un hacker introdottosi nel sistema informatico di questo giornale ha determinato: a) un’interruzione di cinque giorni della nostra attività giornalistica; b) un notevole danno economico; c) un allontanamento (speriamo momentaneo) dei nostri lettori; d) una straordinaria solidarietà.

Cosa è successo?

Nei giorni scorsi – lo abbiamo spiegato sui Social – L’Informazione è stata vittima di un attacco doloso che ha bloccato la pubblicazione degli articoli.  Non sappiamo se si è trattato di un sabotaggio mirato oppure di un danneggiamento “indiretto”, come succede a molti siti che contano un certo numero di lettori.

Sappiamo però che si è trattato di un “attacco senza precedenti” su cui non vogliamo fare del facile vittimismo. Siamo convinti che la credibilità si ottiene attraverso una costante attività di informazione seria e scevra da condizionamenti. È una strada lunga e difficile, ma molto più pagante e durevole della demagogia a buon mercato.

Sui Social ci siamo scusati con i lettori, cosa che ribadiamo adesso che il sito è stato ripristinato, a beneficio di chi, nei giorni scorsi, non ha letto il post. Chiediamo venia anche a sindacati, partiti politici, associazioni, case editrici e semplici cittadini per non aver potuto pubblicare i svariati comunicati pervenuti in questi giorni: promettiamo a tutti di recuperare il tempo perduto.

Detto questo, consentiteci di ringraziare le centinaia di persone che, con un semplice click o con un commento, hanno inteso esprimere la propria solidarietà per questa interruzione imprevista. Qualcuno ha parlato di “boicottaggio scientifico” perpetrato contro un “giornale che dà fastidio”, altri si sono limitati a fare sentire la propria vicinanza, qualche altro ha proposto una raccolta di fondi per aiutare il giornale.

La verità è che il fatto – a prescindere dalla causa che lo ha determinato – è stato percepito da molti come un attentato alla libertà di informazione. Un’impressione che, a nostro avviso, non è infondata. Possiamo discutere finché vogliamo di hacker in buona o in malafede, ma una cosa è certa: per quasi una settimana un giornale è stato “oscurato”, privando i lettori di un organo d’informazione che – bontà loro – ritengono punto di riferimento “importante e fondamentale” (così è stato scritto) per la libertà di stampa.

Su questo è bene che la politica rifletta: non è possibile che una testata portata avanti con tanti sacrifici, ed esposta a diversi rischi, debba pagare un prezzo così alto. È fondamentale tutelare gli operatori dell’informazione dagli attacchi dei pirati informatici che agiscono per i più svariati motivi.

In ogni caso, cari lettori e amici, le Vostre parole sono state un conforto e un balsamo per il futuro. E ci confermano che la strada intrapresa il 18 dicembre  2016 (giorno in cui questo quotidiano online ha visto la luce) è quella giusta. Da allora non ci siamo fermati e non ci fermeremo. Grazie di cuore.

Luciano Mirone