C’e un imponente stabile in via Calatafimi 4, a Catania, tra i primi ad essere confiscato alla mafia nel lontano 1989. Sino ad oggi è stato usato saltuariamente dalla Prefettura di Catania – l’ istituzione alla quale è stato affidato- soprattutto durante le tornate elettorali e per deposito di incartamenti. Una rete di associazioni e sindacati catanesi oggi chiede che venga destinato alla realizzazione di un ricovero cittadino per i senza tetto; il palazzo si trasformerebbe così in una struttura estremamente utile di cui, in una città metropolitana come Catania, si sente forte la mancanza.

Per riqualificare lo stabile, che appare di pregio, potrebbero essere sfruttati i bandi appositi del PNRR destinati proprio agli immobili strappati alla mafia in scadenza il 31 marzo (la data è frutto di vari rinvii), oppure quelli destinati ai progetti sociali, sempre afferenti allo stesso Piano e con medesima scadenza.

La proposta è stata lanciata ufficialmente stamattina da rappresentanti di Arci, AUSER e Arbor, CGIL e FILLEA CGIL, I Siciliani giovani, nel corso di una conferenza stampa tenutasi proprio di fronte al palazzo che si trova all’angolo con via Gorizia e a due passi da via Umberto. Negli anni il palazzo di via Calatafimi 4 è stato destinato ad uso della Polizia di Stato, ma resta pur sempre una struttura sostanzialmente inutilizzata, soprattutto ai fini della pubblica utilità.

Stamattina hanno preso per primi la parola le volontarie e i volontari che in questi difficili mesi di pandemia non hanno mai smesso di seguire passo dopo passo (anche e soprattutto durante i difficili giorni dell’ alluvione dello scorso ottobre) i senza tetto rimasti senza accudimento da parte delle istituzioni, come Giulia Biazzo del servizio civile Siciliani Giovani al Giardino di Scidà, che insieme all’Auser  e alla correlata associazione Arbor, ha curato un video reportage sul caso degli homeless nella nostra città, raccontando quello che l’indifferenza non vuole vedere. “Durante le settimane di grave maltempo, il Comune ha prima trovato una soluzione tampone, il PalaSpedini, per poi rimettere in strada i senza tetto, senza trovare alcun rimedio dignitoso. Catania è una delle poche città che non ha un dormitorio pubblico. Eppure la possibilità dei fondi PNRR è concreta”. 

E aggiunge Ivan Scornavacche di Arbor: “Avere un tetto sulla testa e tre pasti caldi al giorno sono diritti fondamentali per gli esseri umani. Le persone che dormono in strada a Catania sono in aumento. Serve una soluzione strutturata e stabile  che non può essere il PalaSpedini, dichiarato inutilizzabile e inagibile”. 

A raccontare la storia dell’immobile di via Calatafimi  è stato Matteo Iannitti de “I Siciliani giovani” che ha puntualizzato  come in questo momento sia “formalmente utilizzato dalla Polizia di Stato, e  comunque  sottoutilizzato, se guardiamo alle sue potenzialità, per raccogliere scartoffie elettorali che a nostro parere potrebbero  trovare riparo in altri luoghi, magari meno strategici”.

Il “fare rete” sui beni confiscati tra le sigle riunitesi stamattina, potrebbe “essere un grande punto di forza” come ha sottolineato il segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo, che si è appellato ai Comuni, “affinché preparino progetti che diano veramente nuova utilità sociale ai beni confiscati e che soprattutto  riescano a rispettare le scadenze previste dal PNRR. Dopo sarebbe opportuno indire dei tavoli di concertazione con sindacati e associazioni affinché si discuta sulla destinazione dei beni”. 

E ha aggiunto Vincenzo Cubito, segretario Fillea Cgil: “In queste settimane le proroghe di scadenza per la presentazione dei progetti sui beni confiscati ci fa immaginare che non ci sia stato il dovuto interesse degli enti pubblici per questa opportunità che propone un plafond di ben 300 milioni di euro da investire. Non coglierla sarebbe una beffa. Se invece creassimo lavoro pulito per riconsegnare questi beni alla comunità, avremmo dato uno schiaffo alla criminalità ”. 

Nicoletta Gatto di AUSER, infine, ha segnalato il bando pubblico destinato ai distretti con scadenza 31 marzo, “finalizzato al sostegno dei soggetti più deboli e in particolare alle strutture per i senza tetto. È previsto in totale un milione e 500 mila euro. Il distretto di Catania 16, il più importante della provincia, non ha però dato segnali in tal senso. Non sappiamo nulla sulle sue intenzioni eppure solo i progetti migliori vinceranno il bando. Se la presentazione del progetto da parte del Distretto non dovesse avvenire, ci troveremmo di fronte ad un fatto gravissimo”.
 
La conferenza stampa si è aperta con l’invito ai catanesi a partecipare al sit in di  sabato 26 febbraio alle 17 in piazza Federico di Svevia per la pace e contro la guerra in Ucraina organizzato da Peacelink al quale hanno già aderito decine di sigle cittadine.

Nella foto: i rappresentanti delle associazioni davanti allo stabile che chiedono di destinare a ricovero pubblico per i senza tetto

Redazione