Un manufatto antico affiora nelle colline di Pietralunga – luogo ricchissimo di storia e di vestigia antiche – nei pressi di Paternò (Catania), grazie alle abbondanti piogge delle scorse settimane, un manufatto in pietra che ha destato l’interesse di molti per la sua probabile valenza archeologica, ma che oggi è diventato luogo di abbandono di rifiuti.
E’ l’amara denuncia fatta dal Presidio partecipativo della Valle del Simeto che – tramite una nota – spiega che “l’acqua, asportando i terreni alluvionali (limi, sabbie e ciottoli in matrice limosa sabbiosa) depositati negli ultimi decenni dal fiume, ha riportato alla luce un lastricato di pietra calcarea di epoca al momento non databile che ha acceso i riflettori di cittadini, appassionati ed istituzioni sul patrimonio culturale che testimonia la storia del nostro territorio”.
E’ stato il geologo Orazio Caruso, conoscitore del territorio, nonché attivista dell’Ecomuseo del Simeto e componente del Presidio Partecipativo a rendere nota la scoperta, qualche tempo fa, grazie alla sua presenza costante sul territorio, “a dimostrazione di come le nostre comunità vogliono e possono giocare un ruolo fondamentale di custodi attenti e vigili del territorio”.
“Dalla prima interlocuzione con alcuni agricoltori del luogo – si legge nel comunicato -, con esperti e con esponenti della Soprintendenza ai Beni Culturali di Catania e del Genio Civile (autorità a cui è stato prontamente segnalato il ritrovamento), si è ipotizzato che possa trattarsi di una banchina di approdo per le imbarcazioni, utilizzata sino agli anni 1950 – 1955, periodo in cui il fiume Simeto era ancora navigabile nel periodo maggio-ottobre”.
“Riteniamo l’accaduto – dice il Presidio partecipativo -, un fatto di rilevanza straordinaria per il nostro territorio, tanto per l’importanza storica del manufatto rinvenuto, quanto per le modalità con cui è stato rinvenuto, un segnale di quanto questa valle sia ricca di beni materiali e di competenze e risorse umane che con tanto impegno da anni cerchiamo di valorizzare in processi di tutela e valorizzazione partecipata del territorio tra cittadini ed istituzioni, che oggi, peraltro è maturata nel progetto Ecomuseo del Simeto”.
Nello stesso comunicato, il Presidio, sempre in riferimento alla recente scoperta, denuncia due vicende che fanno da contesto all’area archeologica.
“Altro accadimento di cruciale importanza – si legge – è il contestuale dissesto di un tratto di strada (la SP 137/I – SP 228), ubicata sulla stessa sponda del Fiume Simeto (destra idraulica) in prossimità del ritrovamento, immediatamente ad ovest della SP 137/I, per un tratto di circa 30 metri, rendendo impossibile il transito veicolare e pedonale nei due sensi di marcia”.
“Si tratta – aggiunge – di un’importante via di accesso a terreni produttivi da parte degli agricoltori locali, il cui lento e costante processo di dissesto è stato più volte negli anni dagli stessi formalmente segnalato alla Città Metropolitana di Catania senza che questo però determinasse alcun riscontro (la strada è infatti stata riparata più volte da alcuni agricoltori con fondi propri)”.
“Infine – viene sottolineato – ci preme osservare con rammarico che il sito, privo di sorveglianza e manutenzione, nelle ultime settimane è stato oggetto di abbandono di rifiuti da parte di alcuni concittadini – che evidentemente poco amano il proprio territorio -, nonché segnalare con preoccupazione l’imminente pericolo che, con le variazioni improvvise di portata che caratterizzano in questa stagione il fiume Simeto, il manufatto possa essere irrimediabilmente compromesso o distrutto (fenomeno che in realtà è già parzialmente in corso). Così come a rischio è anche la tenuta della strada di accesso ai terreni”.
“Bisogna fare in fretta!”, è l’esortazione lanciata da questa associazione che raggruppa oltre dieci comuni della Valle del Simeto.
“Desideriamo sollecitare le Autorità amministrative competenti – è scritto nel comunicato -, cioè la Città Metropolitana di Catania, il Comune di Paternò, la Soprintendenza ai Beni Culturali di Catania ed il Genio Civile di Catania, sotto la cui giurisdizione ricadono i siti descritti, affinché si attivino per:
1) Elaborare una progettualità che risolva o mitighi il dissesto relativo al tratto di strada di accesso ai terreni che mette in grosse difficoltà i produttori locali; 2) Aattivare nel minor tempo possibile tutte le procedure amministrative e tecniche per tutelare quanto la natura ci ha restituito, mettendo in luce una importante testimonianza della nostra storia. L’area di Pietralunga è infatti rinomata in letteratura per la sua valenza archeologica, oltre che ambientale e geologica”.
“Come Presidio Partecipativo ed Ecomuseo del Simeto – conclude il documento – , ci rendiamo da subito disponibili a dare il nostro contributo proattivo, partecipando ad una conferenza dei servizi, che sarebbe auspicabile convocare in tempi brevi, o a qualunque altra iniziativa che le istituzioni riterranno opportuno intraprendere”.
Redazione
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