A seguito della magnifica performance di Pino Puggelli a ‘The Voice Senior’ su Rai Uno, mi piace qui pubblicare di nuovo un mio post riguardante la sua precedente e meno fortunata esperienza di quasi 12 anni fa con la band. Questa volta invece ce l’ha fatta!

Il 19 aprile 2010 suono con i Deep South al Teatro Massimo di Roma, per la trasmissione televisiva di Canale 5 ‘Italia’s Got Talent’. Ricopro il ruolo di bassista in questa band di tributo al rock anni ’70 per cinque anni esatti, dal gennaio 2007 al gennaio 2012, pur continuando a portare avanti i Malibran e a suonare in altre band.

Tra queste i Deep South sono i migliori. A Catania facciamo la nostra ‘audizione’: ogni musicista (o artista in genere) ha a disposizione solo 2 minuti per essere valutato ed eventualmente scelto per andare a Roma. La fila è lunga, gli aspiranti tantissimi. Ma i nostri 2 minuti diventano mezz’ora: i tipi dell’entourage della trasmissione si esaltano nell’ascoltarci, e ci chiedono di andare avanti.

Nella foto: i Deep South a Italia’s Got Talent il 19 aprile 2010. Da sinistra: Pino Puggelli, Mario Indaco, Anthony Panebianco, Max Firetto e Giuseppe Scaravilli. Sopra: Pino Puggelli durante la recente esibizione di successo a The Voice Senior su Rai Uno

Persino i cameramen ci richiedono di fare questo o quel brano (“La suonate Lazy?”), e noi li accontentiamo volentieri, tra Deep Purple e Led Zeppelin, improvvisando sul momento pezzi che neanche abbiamo in scaletta. Sembra che a loro, tutti in trasferta da Roma, non sembri neanche vero poter ascoltare una vera band hard-rock blues, tra le tante cose che devono sorbirsi in giro per l’Italia.

Poi ci fanno anche un’intervista in un’altra stanza: un cameraman ci confida che è un segno quasi certo che siamo stati presi. Vediamo però il programma in Tv e ci rendiamo conto che è una specie di ‘Corrida’, un programma per dilettanti allo sbaraglio, una carnevalata, e così Pino ed io cominciamo quasi a sperare di non essere chiamati. Ci chiamano, invece, e a quel punto andiamo: sarà pur sempre una grande occasione per essere visti su Canale 5 da chissà quante persone sul territorio nazionale, e per ricevere nuove proposte di ingaggio. Partiamo la mattina e torniamo la sera.

Io ho una radiosveglia che consente di essere destati non da una suoneria, ma da un Cd a propria scelta. Metto Trespass dei Genesis, e alle 5.00 mi sveglia la voce di Peter Gabriel che canta da solo il primo verso: “Looking For Someone!”. E’ un pezzo che piace anche a Pino. All’aeroporto di Catania arrivo per primo. Poi mi ricongiungo al resto del gruppo: Pino Puggelli (voce), Mario Indaco (chitarra), Max Firetto (batteria) e Anthony Panebianco (tastiere). Nel frattempo la nube di un vulcano islandese aveva coperto i cieli di mezza Europa e costretto alla cancellazione di numerosi voli.

Ma noi potremo partire, viaggio di andata e ritorno pagati, nessuno strumento da portarsi dietro. All’aeroporto di Catania incontriamo un nostro amico percussionista: sta andando a provare con Lucio Dalla e Francesco De Gregori, per la nuova edizione del tour di Banana Republic. A Roma vengono a prenderci, e un furgone ci trasporta sul posto. Firmiamo una liberatoria, insieme a tutti gli altri partecipanti, e un tipo ci dà le istruzioni del caso. Facciamo amicizia con i Lear Queen: il tipo che interpreta Freddie Mercury sembra identico.

Guardiamo lo spettacolo dall’alto, poi scendiamo. Stranamente è proibito guardare lo show mentre si svolge, neppure dai monitor. Le stesse persone che ci avevano ‘visionati’ a Catania adesso sono lì e tifano per noi, ci danno pacche sulle spalle e ci incitano a ‘fargliela vedere’. Finalmente il rock a Canale 5! Tocca a noi. Abbiamo deciso di suonare Smoke on the Water, in quanto brano più conosciuto. Ma non l’abbiamo mai provata in una versione ridotta a due minuti. Ci siamo accordati solo verbalmente.

Anzi, poco prima Mario aveva proposto di presentare invece una versione corta di Whole Lotta Love. Non so a chi altri verrebbe in mente di andare a suonare dal vivo in Tv qualcosa di mai provato prima. Ma con i Deep South funzionava così. E mi piaceva. I presentatori sono Geppi Cucciari e il figlio di Walter Chiari. Lei intervista Pino, siamo sul palco. Mille persone davanti a noi. La scelta del pezzo si rivela azzeccata: quando la annunciamo, tutto il pubblico ne canta in coro il riff, prima ancora che il gruppo cominci a suonarla. Mi tolgo la giacca che porto sopra una camicia viola.

L’esecuzione è perfetta, si sente tutto bene, il ‘tiro’ dei Deep South si condensa in due minuti e mezzo. Sembrano bastare. Ci congratuliamo tra di noi, l’adrenalina a mille, la gente è in estasi. In giuria, in fondo, vediamo Jerry Scotti agitare le braccia come un forsennato. Gli altri due no. Una è Maria De Filippi. Del rock non le frega niente. Scotti vota si, gli altri due no, non passiamo.

I tipi dietro le quinte, che ci avevano tanto sostenuti, sono increduli e costernati. Il furgone ci riporta all’aeroporto e la sera siamo già a casa. A me di non essere passato alle successive ‘eliminatorie’, che si sarebbero tenute a Milano, non importa molto. In cuor mio, per dirla tutta, speravo di non dover affrontare un altro viaggio, non sentendomi parte del baraccone.

Però volevo rivedere e registrare il gruppo a Canale 5, un paio di settimane dopo, con riprese di ottima qualità che avremmo potuto conservare. A parte il fatto di essere visti in tutta Italia. Perché anche chi non aveva passato il turno veniva mandato in onda. E invece no. Seguiamo tutta la ‘nostra’ puntata, vedendo in Tv chi avevamo visto a pochi metri da noi. Naturalmente avevamo avvertito gli amici.

Noi e loro ci sorbiamo tutta la puntata (pubblicità compresa), aspettando che arrivi il nostro momento. Niente. Va in onda la Dark Queen che ci aveva preceduti. Ora ci siamo noi. No. Puntata finita. Di molti hanno trasmesso intervista ed intera performance. Di altri almeno un frammento. Dei Deep South niente. Si intravede solo il sottoscritto che passa dietro uno dei partecipanti intervistato.

Hanno fatto vedere cose ridicole, per non dire oscene, che avrebbero dovuto far ridere. Cose penose o patetiche. Anche un bravo duo di violinisti palermitani non viene mandato in onda. Chiediamo spiegazioni: chi ha scelto non ha ritenuto che fossimo adatti al ‘format’ del programma. Perché eravamo una vera rock band. E questo non interessava a nessuno.

Hanno fatto vedere gente con le natiche al vento. Questo andava bene. Musicisti veri che suonano no. Anche vero, dopo aver visto l’intera puntata. Demenzialità allo stato puro. I programmi di intrattenimento scelgono cosa farci vedere. Cosa esiste. Per la Rai, quanto a musica, solo Sanremo. Fortuna che adesso esiste Rai 5, se non altro. Per Mediaset nulla. Che sia così anche per l’informazione? Che ci passino solo le notizie che vogliono farci conoscere? E le altre? Perché i Tg trasmettono più o meno le stesse cose, solo in ordine diverso? Quello che non passa in Tv non esiste. Chi decide? A me il dubbio è venuto. A voi no?

Giuseppe Scaravilli