“In un periodo in cui tutto il mondo promuove un turismo slow, la proposta di far circolare lungo i sentieri del versante ovest dell’Etna, luogo dei grandi spazi selvaggi, pulmini definiti ‘eco-compatibili’, perché in regola con normativa ‘Euro 6’, è una proposta superata, propria di un turismo devastante, oltre che ‘mordi e fuggi’, e non tiene assolutamente in considerazione neanche la sicurezza degli escursionisti”.

A pochi giorni dal “via libera” dato dalla Regione Sicilia (dopo quello del Parco dell’Etna) all’accesso dei pullman nelle zone sommitali del vulcano (versante Bronte-Maletto, il meno contaminato dalla presenza umana), le associazioni ambientaliste Lipu Sezione di Catania, WWF Sicilia Nord Orientale, Cai Sicilia, Ente Fauna Siciliana, Federescursionismo, AssoGuide e Lagap sferrano un duro attacco – attraverso il sito online Etnalife – contro l’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro (prima contrario e adesso favorevole) e al presidente del Parco dell’Etna Carlo Caputo, che hanno rilasciato l’autorizzazione.

L’assessore all’Ambiente della Regione Sicilia, Toto Cordaro

“L’ente Parco dell’Etna – si legge – sostiene che l’aumento previsto sarebbe assolutamente modesto rispetto ai già troppi mezzi degli operai della ex Azienda Forestale che circolano all’interno del Parco”.

Una tesi che evidenzia, prosegue il documento, “l’assoluta inadeguatezza delle misure di regolamentazione del servizio messe in atto da parte della Dirigenza tutta del parco, Presidente compreso”.

“Riteniamo altresì – scrivono le associazioni – che i mezzi ‘turistici’ in questione non sostituiscano quelli esistenti a cui fa riferimento il Presidente, ma vanno a sommarsi ad essi”.

I sodalizi ricordano come “più volte sia stata segnalata la circolazione abusiva e indisturbata, all’interno del Parco, di fuoristrada, quod, enduro e mountain-bike, non solo lungo i sentieri ufficiali”.

“L’assoluta incapacità di esercitare una efficace sorveglianza – viene puntualizzato – testimonia, ove fosse necessario, la totale mancanza di controllo del territorio da parte dell’Ente gestore, qualunque ne siano le cause.  Inoltre, le zone interessate dal proposto servizio turistico sono già incluse nel Sentiero Italia, che rappresenta l’alternativa ad ogni tipo di fruizione motorizzata”.

Il presidente del Parco dell’Etna, Carlo Caputo

“In merito all’incontro tenutosi il 24 gennaio scorso (quello in cui è stato concesso il placet anche da parte della Regione Sicilia, ndr.), presso la sede dell’Assessorato Territorio ed Ambiente, ove si è discusso della legittimità dell’autorizzazione, si rileva che sarebbe stato quantomeno ‘opportuno’ – viene spiegato dalle associazioni – oltre che conforme ai principi del contraddittorio e di partecipazione al procedimento amministrativo (codificati nella legge nazionale 241/90 e nella legge regionale siciliana n.7 del 2019), richiedere la partecipazione di almeno un rappresentante delle associazioni ambientaliste che hanno proposto ricorso al Tar, oltre che della deputata siciliana che ha presentato l’apposita interrogazione all’Assemblea regionale siciliana (il riferimento è a Gianina Ciancio del M5S, ndr.).

“Il Parco dell’Etna – scrivono i sodalizi – è un Parco Naturale inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco (e quindi soggetto alle verifiche di coerenza con gli standard richiesti per il mantenimento del riconoscimento Unesco), istituito per la salvaguardia degli ecosistemi presenti, degli endemismi botanici e faunistici con zone di massima tutela dove la presenza umana dovrebbe essere anche vietata in alcuni periodi dell’anno, la fruizione ‘turistica’ di questo luogo con mezzi motorizzati, collide in tutta evidenza con l’esigenza di avere un impatto antropico minimo o nullo”.

Nella foto: un’immagine dell’Etna

 

Redazione