“Scarantino mi disse che mi erano state promesse 400 milioni di vecchie lire”. Al processo di Caltanissetta per i depistaggi delle indagini sulla strage di via D’Amelio (costata la vita al giudice Paolo Borsellino e a cinque agenti di scorta), l’avvocato Luigi Li Gotti (legale di Vincenzo Scarantino) è un fiume in piena.

Durante il dibattimento in cui sono imputati per calunnia aggravata i tre poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo (secondo l’accusa avrebbero indotto, con minacce e pressioni, Scarantino a rendere false dichiarazioni), Li Gotti ha detto: “Ho un ricordo molto vivo dell’interrogatorio a Pianosa: Vincenzo Scarantino parlava come un fiume in piena, non c’erano pause, era molto agitato”.

“La seconda cosa che ricordo – aggiunge il difensore di Scarantino – è che a un certo punto ci fu un’interruzione. Potei parlare con lui da solo e mi disse che gli erano state promesse 400 milioni di vecchie lire fuori dal carcere e in località protetta. Il mio dovere fu quello di dire a Scarantino che erano tutte frottole. Perché ciò che poteva avere dallo Stato era quello previsto dalla legge”.

Nella foto: un momento della strage di via D’Amelio

 

Redazione