Rifiuti speciali, anche pericolosi, venivano interrati nel suolo, anche sotto terreni agricoli alcuni dei quali sono risultati gravemente contaminati da sostanze altamente nocive con valori che in alcuni casi sono arrivati al 6000% sopra il limite previsto con il concreto pericolo di contaminazione anche della falda acquifera sottostante. E’ quanto emerso nel corso delle indagini “Mala pigna” dei carabinieri Forestali coordinate dalla Dda di Reggio Calabria che ha portato all’arresto di 19 persone – 10 ai domiciliari – all’obbligo di dimora per altri 9 indagati e un obbligo di presentazione.

La filiera dei rifiuti partiva da Gioia Tauro e arrivava fino al Nord Italia. A gestirla era la cosca di ‘ndrangheta Piromalli. Sono finiti in carcere esponenti di vertice della famiglia mafiosa ma anche imprenditori di riferimento della cosca Piromalli. 

Tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare c’è anche l’avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli, già imputato nel maxiprocesso Rinascita-Scott della DDa di Catanzaro. Anche in questo caso l’accusa per l’ex senatore di Forza Italia è concorso esterno in associazione mafiosa. L’ordinanza è stata notificata all’avvocato nella sua abitazione dove si trovava agli arresti domiciliari. Dopo le formalità di rito, l’avvocato ed ex parlamentare sarà accompagnato nella casa circondariale.

Tra persone fisiche e società, sono in tutto 44 gli indagati. Per quanto riguarda Pittelli, secondo la Dda era “uomo politico, professionista, faccendiere di riferimento avendo instaurato con la ‘ndrangheta uno stabile rapporto ‘sinallagmatico'”. Questo rapporto, per i pm, era “caratterizzato dalla perdurante e reciproca disponibilità”. Pittelli avrebbe garantito “la sua generale disponibilità nei confronti del sodalizio a risolvere i più svariati problemi degli associati, sfruttando le enormi potenzialità derivanti dai rapporti del medesimo con importanti esponenti delle istituzioni e della pubblica amministrazione”.

Secondo gli investigatori, infatti, l’ex senatore Pittelli aveva “illimitate possibilità di accesso a notizie riservate e a trattamenti di favore”. Per questo “veicolava informazioni all’interno e all’esterno del carcere tra i capi della cosca Piromalli detenuti in regime carcerario ai sensi dell’articolo 41 bis”. I boss che avrebbero usufruito del rapporto con Pittelli sono Giuseppe Piromalli detto “Facciazza” e il figlio Antonio Piromalli reggente della cosca.

All’operazione, denominata “Malapigna”, hanno partecipato anche i carabinieri forestali dei Reparti in Calabria, Sicilia, Lombardia ed Emilia Romagna, con il supporto dello squadrone eliportato “Cacciatori Calabria” e i militari dell’ottavo Nucleo Elicotteri Carabinieri di stanza a Vibo Valentia. I provvedimenti sono stati emessi dal gip Vincenza Bellini su richiesta della Dda di Reggio Calabria guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri.

Nella foto: l’ex senatore di Forza Italia, Giancarlo Pittelli

Ansa