“Bus Turistici dentro il Parco dell’Etna? No, grazie”. E’ la posizione presa dalla deputata del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana Gianina Ciancio in merito all’autorizzazione del presidente del Parco dell’Etna Carlo Caputo ai Comuni di Bronte e Maletto di concedere il transito dei bus (“elettrici e fino a un massimo di 120 persone”, puntualizza Caputo) nella sommità del vulcano, finora vietata ai motori e concessa solo agli amanti del trekking, per tutelarne gli equilibri ritenuti dagli ambientalisti delicati e fragili.   

“A quanto pare – dice Ciancio sui Social – , i vertici del Parco hanno deciso di dare seguito ad una battaglia ‘storica’ del comune di Bronte (che se in vent’anni non s’è concretizzata, un motivo ci sarà), ed in particolare del Sindaco Pino Firrarello, di consentire l’ingresso di bus elettrici o con motore euro 6, fino a un massimo di 120 persone al giorno, su alcune porzioni della Pista Altomontana”.

Gianina Ciancio, deputata alla Regione Sicilia del M5S. Sopra: l’Etna vista dal versante Bronte-Maniace

“Un’iniziativa – sottolinea la deputata 5S – che ha sollevato una pioggia interminabile di commenti negativi e di critiche. Ben 8 associazioni ambientaliste (fatte di gente che conosce, vive e ama la nostra montagna) chiedono di rivedere questa autorizzazione”.

“Parliamo di un’ area – si legge nel documento presentato dalle Associazioni- in cui si trovano le pinete più significative, le leccete più belle e meglio conservate dell’Etna, dove nidifica l’aquila reale, e dove sono ancora presenti il gatto selvatico, la martora, l’istrice, la coturnice siciliana ed altre importanti emergenze faunistiche”.

“Risulta evidente – seguita la parlamentare siciliana – che sia stata sottovalutata la valenza ambientale dell’area in quanto l’autorizzazione fa propria la conclusione della relazione dell’Ente proponente, che ritiene che gli habitat attraversati dalla pista, già esistente, non hanno valori di criticità e di fragilità significativi, né si prevedono particolari prescrizioni e limitazioni alla attività di fruizione se non quella di evitare l’occupazione di spazi al di fuori della pista”.

“Secondo il contenuto del provvedimento – recita la nota di Gianina Ciancio – , quindi, quelle aree che sono state individuate come Zona A di Parco, come zona N nel Piano territoriale di Coordinamento e quindi di tutela degli ecosistemi di particolare interesse, quelle aree che hanno i più alti riconoscimenti sotto l’aspetto naturalistico, non varrebbero nulla”.

“Noi restiamo fermamente convinti che queste zone vadano visitate a piedi e che differenziare l’offerta significhi tutelare quelle poche aree non ancora assaltate dal turismo di massa, che invece esiste su altri versanti, con le conseguenze che tutti conosciamo. Se l’intenzione era quella di rendere accessibile l’Etna a persone diversamente abili o a persone con difficoltà motorie, si sarebbe potuto fare un provvedimento ad hoc, dall’impatto antropico molto più contenuto. Sono pronta a dare il mio sostegno, anche nelle sedi istituzionali, a queste associazioni, che rappresentano ormai i veri custodi dell’Etna, contro azioni che denotano una scarsa conoscenza dei territori che si è chiamati a tutela

Redazione