“SOS maggioranza cercansi all’Assemblea regionale siciliana (Ars). Anche oggi abbiamo infatti assistito alla liquefazione dei deputati che sostengono il governo Musumeci”. Lo dichiara il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, che attacca il governo regionale.

“Assenti e aula rinviata per mancanza del numero legale. Eppure si doveva votare un documento finanziario di una certa rilevanza, il rendiconto 2019. Tutto questo non è accettabile, Musumeci tragga le sue conclusioni”.

“Sono spaccati su tutto – aggiunge il segretario del Pd – , si arrovellano sulle nomine e litigano anche attraverso gli organi di stampa sulla prossima candidatura alla presidenza della Regione, mentre la Sicilia assiste attonita, l’Ars paralizzata e il Governo è impegnato soltanto in inutili passerelle. Musumeci non può pensare – conclude Barbagallo – di tirare avanti così fino alle prossime elezioni, lo faccia per il bene dell’Isola: si dimetta e la chiuda qui”. 

Al segretario del partito democratico fanno eco i deputati del M5S: “Ancora una seduta a vuoto in aula e per le nomine in prima commissione, e intanto la Sicilia aspetta. È ormai chiaro che Musumeci non controlla più la maggioranza, che, evidentemente, ha solo sulla carta. Se si deve andare avanti così, meglio per tutti che il presidente faccia un passa indietro e chiuda questa tormentata legislatura”.

“Le lotte intestine alla maggioranza – dicono i parlamentari 5S – fotografate alla perfezione dalle dichiarazioni al vetriolo riportate dalla stampa in questi giorni si ripercuotono con tutta evidenza nei lavori parlamentari, di fatto congelati da mesi. Oggi Musumeci – proseguono – non è riuscito a raccattare uno straccio di numero legale pur precettando quasi tutti i suoi assessori”.

“Peggio – aggiungono – è andata  in prima commissione, dove le nomine attese si trascinando di settimana in settimana senza che riesca a trovare il numero minimo per poterle votare. La cosa assurda è che si chiede alle opposizioni di essere responsabili. Ma se la maggioranza ha altro a cui pensare e snobba le importanti votazioni in aula, non è certo colpa nostra”.

Nella foto: Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento siciliano

Redazione