Il ragioniere generale del Comune di Palermo Bohuslav Basile ha comunicato alla Banca nazionale del lavoro, tesoriere del Comune, alle Poste Italiane e al concessionario della Riscossione Sicilia che con la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale approvata dal consiglio comunale del capoluogo siciliano lo scorso 16 settembre, sono di fatto bloccati i decreti ingiuntivi e i pignoramenti. La comunicazione è legata al cosiddetto iter di pre dissesto dell’ente al quale mancano ben 80 milioni di euro per chiudere il bilancio.

In pratica il Comune, che lamenta di versare in questa situazione di grave crisi finanziaria a causa di crediti non riscossi, non potrà a sua volta onorare i crediti altrui e i provvedimenti esecutivi di pagamento.

Del blocco di decreti ingiuntivi e pignoramenti sono stati informati gli avvocati e i giudici della sezione fallimentare del Tribunale di Palermo. “Alla luce della delibera del consiglio comunale – scrive il ragioniere generale – come previsto dalla legge le procedure esecutive intraprese nei confronti dell’ente sono sospese dalla data di deliberazione di ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale fino alla data di approvazione o di diniego di approvazione del piano di riequilibrio pluriennale”.

La nota è stata inviata anche al sindaco di Palermo, al presidente del consiglio comunale, agli assessori, all’avvocato Capo del Comune, ai dirigenti e al collegio dei revisori.

Intanto dopo Cgil, Cisl e Uil anche il Csa, il sindacato più rappresentativo tra i dipendenti comunali, esprime preoccupazione per l’avvio dell’iter di pre dissesto al Comune di Palermo, al quale mancano 80 milioni per chiudere il bilancio.

“Chiediamo un incontro immediato con il sindaco, la giunta e gli uffici – dicono i sindacalisti dal Csa – Vogliamo capire in che modo l’amministrazione intende reperire i soldi del piano di risanamento. Il rischio è che a pagare il conto siano i lavoratori pubblici, quelli delle partecipate e in generale tutta la città con aumenti di tasse e taglio dei servizi”.

“Il sindaco – prosegue la nota sindacale – convochi le parti sociali e chieda l’intervento immediato del governo nazionale affinché si vari una norma Salva-Palermo: non accetteremo che il piano si faccia sulla pelle dei lavoratori o con la dismissione delle società, siamo pronti da subito ad azioni eclatanti. Diciamo no a qualsiasi ipotesi di usare i fondi della contrattazione accessoria o destinati alla valorizzazione del personale comunale e delle partecipate: giù le mani dalle già scarne forme di sostentamento di migliaia di famiglie”.

Nella foto, Palazzo delle Aquile, sede del municipio di Palermo, visto da piazza Pretoria

Ansa