Il silenzio illuminato dalle candele dei tanti brontesi accorsi in massa per partecipare alla fiaccolata nel Parco urbano è stato l’urlo più forte che la città poteva emettere per ricordare la povera Ada Rotini, uccisa dal marito Filippo Asero a colpi di coltellate nel giorno previsto per la separazione.

Tutta Bronte si è unita al dolore dei familiari di Ada, e, anche se ad organizzare l’evento è stato il Comune insieme al Telefono Rosa e dall’associazione Enjoy, tutti hanno fatto proprio un evento che ha mostrato dolore, ma soprattutto rabbia: “Tutta Bronte – ha detto il sindaco Pino Firrarello – è rimasta attonita per quanto accaduto. Non ritengo di poter rimproverare nulla né alle Forze dell’Ordine, quotidianamente impegnate in un lavoro immane, né alla Magistratura. Il Parlamento però non può sottrarsi dalle proprie gravi responsabilità. Vedo ogni giorno i nostri rappresentanti litigare per i motivi più futili, mentre la gente muore perché i problemi veri e seri non vengono affrontati”.

Ada Rotini in una foto tratta dal suo profilo Facebook. Sopra: un momento della fiaccolata

“Per questo – si legge nel comunicato del comune – durante la fiaccolata, che nel rispetto delle norme anticovid non si è mossa in corteo, il primo cittadino ha promosso una petizione popolare per sollecitare una legge di iniziativa popolare a difesa delle donne oggetto di violenza di genere: ‘E’ il momento di passare dalle parole ai fatti, dagli auspici alle realizzazioni. Non è più rinviabile un intervento legislativo da parte del Parlamento Italiano che ponga fine a questi atti violenti. Ci costituiremo parte civile al processo e faremo il possibile per aiutare i figli della povera Ada”.

E la famiglia di Ada ha partecipato all’evento, anche se ha preferito rimanere in disparte. La figlia, la sorella e l’ex compagno hanno voluto onorare la grande solidarietà che Bronte in queste ore le ha dimostrato.   

Poi gli interventi, moderati dal presidente del Telefono Rosa, Antonella Caltabiano. Presenti il sindaco di Maletto Pippo De Luca, alcuni rappresentanti della Giunta di Cesarò, Enza Meli, segretaria della Uil di Catania e Rosario Leonardi dell’associazione Enjoi.

“Era doveroso – ha affermato De Luca – come uomo e come istituzione, partecipare a questa fiaccolata. Anche Maletto si costituirà parte civile al processo”.

“Una linea di sangue che non si spezza – ha aggiunto Enza Meli –. In una panchina rossa a Catania c’è scritto la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”.

“Dobbiamo – ha aggiunto Leonardi – cambiare questa mentalità arcaica”.

Dure le parole della presidente del Telefono rosa Caltabiano che ha ricordato le tante donne vittima di femminicidio. Poi il lancio dei palloncini da parte dei compagni di scuola della figlia di Ada.

Redazione