“Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli” di Marco Termenana (libro uscito agli inizi di questa estate) è stato individuato dalla giuria del Premio Montefiore (giunto all’undicesima edizione) per la Targa Montefiore.

La premiazione si svolgerà sabato 2 ottobre presso lo storico Teatro Malatesta di Montefiore Conca (Rimini) a cura dell’Associazione Culturale Pegasus Cattolica, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Montefiore Conca.

Un riconoscimento che segue quello del 5 luglio scorso (“Premio Riviera Laurence Olivier e Vivien Leigh”, ricevuto a Bardolino, in provincia di Verona), dove il volume si è piazzato al secondo posto per le opere edite.

“Libro bellissimo, scritto in modo egregio”, dice Roberto Sarra, presidente dell’Associazione Pegasus. “Il Premio Montefiore – si legge nella nota di presentazione – è diventato uno dei primi dieci Premi Letterari internazionali d’Italia e in questa occasione ha visto un’affluenza di circa 1.300 candidati per tutte le sezioni, tra cui parte proveniente dall’ estero”.

Con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato GIUSEPPE nel 2016.

I romanzi di Marco Termenana – pseudonimo dell’autore che preferisce la riservatezza nel raccontare le sue storie – sono ispirati al suicidio accaduto nella notte tra il 24 ed il 25 marzo 2014 a Milano, di Giuseppe, il figlio all’epoca ventunenne, quando cioè apre la finestra della sua camera, all’ottavo piano di un palazzo, e si lancia nel vuoto.

Nel libro si racconta il mal di vivere di un essere che si è sentito sin dall’adolescenza intrappolato nel proprio corpo per una mancata transessualità, ma anche e soprattutto per un “sofferto e mortale isolamento”.

Non siamo però di fronte a una sdolcinata storia che ha commosso la Giura, ma di fronte alla cronaca dettagliata della lotta incessante di un padre all’incomunicabilità tra genitori e figli durata l’arco della breve vita di Giuseppe e narrata a ritroso a partire da quella notte maledetta.

La verace testimonianza di quest’uomo che si inventa di tutto pur di portare in territorio “amico” un rapporto con un figlio difficile, riesce a toccare l’animo di molte persone.

“Il talento – si legge nel comunicato del Premio Montefiore – consente all’autore di raccontare i tragici fatti che ha vissuto in un modo tale che la sua lettura risulta subito avvincente e convincente”.

Nella foto: la copertina del libro

Redazione