La Sicilia supera i 1700 contagi giornalieri (primato nazionale) e l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza (voluto fortemente dal governatore Nello Musumeci, malgrado le polemiche che hanno contrassegnato la vicenda dei morti da Covid “spalmati” in diversi giorni per evitare “scandali” numerici), annuncia “provvedimenti di contenimento” (a partire dal 23 agosto), ma rassicura “le attività economiche”, poiché il problema evidentemente riguarda altri. Chi? Secondo Razza “solo” i luoghi dove si sono registrate meno vaccinazioni.        

L’assessore, però, non spiega “come” pensa di intervenire, dato che – come è noto – non esiste un obbligo di vaccinare la gente. Perché – tenuto conto che lui è così convinto che i casi, da 1700, saliranno ancora a causa degli assembramenti registrati a Ferragosto – questi “provvedimenti” vengono annunciati solo ora? Perché il braccio destro di Musumeci non ha previsto delle iniziative prima della metà di agosto, quando era facile varare un piano di contenimento?

La storia del Covid ricorda quella degli incendi in Sicilia: tutti conoscono il nesso fra la causa e l’effetto, ma la politica preferisce intervenire solo sull’effetto, per giunta quando ormai ha causato dei danni irreparabili. Sarà pure per evitare l’impopolarità, sarà pure perché fra pochi mesi nell’Isola ci saranno le elezioni regionali, ma gli effetti, sia sul Covid, sia sugli incendi, sono sotto gli occhi di tutti: devastanti.

Ma vediamo cosa ha detto Razza sul sito della Regione: “Il trend di crescita dei casi di soggetti positivi impone, come preannunciato, un provvedimento di contenimento che decorrerà dal 23 agosto”.

Il tema – aggiunge Razza – , come abbiamo sempre detto, non è la ‘zona gialla’ regionale, ma il necessario rallentamento dell’epidemia dove i casi sono crescenti per contagiosità”.

“L’impatto sulla struttura ospedaliera – spiega – , con un solo incremento di posti occupati in terapia intensiva, non può essere da solo valutato positivamente”.

“È lecito attendersi ancora una crescita di contagi perché raccoglieremo nei prossimi giorni gli effetti del ferragosto”.

“Nessuno può pensare che si mettano a rischio le persone e le attività economiche. Le zone più a rischio sono quelle con minori vaccinazioni, quindi è là che si deve tempestivamente intervenire”.

Nella foto: l’assessore alla Salute della Regione Sicilia, Ruggero Razza

Luciano Mirone