“Il calendario venatorio siciliano non subisca stop. Gli appelli di questi giorni a fermare la caccia da parte di alcune associazioni ambientaliste sono strumentali e nascondono anche precise responsabilità in ordine ai disastri determinati dagli incendi che hanno interessato vasti territori della Sicilia”.

Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana dopo la richiesta presentata nei giorni scorsi alla Regione Siciliana da diverse associazioni ambientaliste – fra cui il WWF, la Lipu, Italia nostra e Legambiente – di chiudere temporaneamente la caccia per dare il tempo alla selvaggina di riprodursi dopo la devastazione causata dagli incendi che, oltre a mandare in cenere migliaia di ettari di flora, ha distrutto parti consistente di fauna selvatica.   

“A protestare – afferma la capogruppo dell’Udc all’Ars – sono gli stessi soggetti che si sono tirati indietro quando erano stati chiamati a sottoscrivere accordi per la vigilanza e la tutela del territorio. In particolare qualche associazione ambientalista ha ingaggiato una polemica meramente politica con il governo regionale che fa capire come le posizioni espresse sono di parte e non hanno un fine oggettivo improntato al bene comune”.

“Al falso perbenismo di taluni – spiega Lo Curto -, rispondo che i cacciatori sono persone che amano certamente il territorio e svolgono l’attività seguendo le regole. Ed anzi faccio mio l’appello delle associazioni venatorie affinché il governo Musumeci e per esso l’Assessorato al Territorio ed Ambiente sottoscriva protocolli d’intesa per affidare proprio ai cacciatori ed alle loro organizzazioni anche la vigilanza dei boschi come misura per la prevenzione degli incendi”.

“I cacciatori – puntualizza la deputata – siano chiamati a svolgere il ruolo di sentinelle a tutela del territorio, sia per la prevenzione degli incendi sia per la segnalazione di eventuali discariche in aree boschive”.

“Per questo – afferma la rappresentante dell’unione di centro – chiederò agli assessori Baglieri e Cordaro un incontro per definire un protocollo che valga non per 15 giorni ma per tutto l’anno”.

“Occorre – dice – che sia attivato un numero verde a cui i cacciatori possono segnalare eventuali situazioni di rischio ambientale o eventuali pericoli”.

“I cacciatori – conclude Lo Curto – sono gli unici che conoscono montagne, boschi e fiumi, gli unici ad avere realmente a cuore la tutela del patrimonio boschivo e faunistico a cui dovrebbe andare parte delle tasse pagate per esercitare l’attività venatoria e che ad oggi è stata distratta per altre iniziative”. 

Nella foto: un recente incendio in Sicilia (immagine La Sicilia)

Redazione