“Come cittadino politicamente e socialmente impegnato (anche nell’attività antimafia) ho lanciato una petizione online per chiedere rispettosamente al Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella di considerare i profili di incostituzionalità della ‘riforma Cartabia’ (in fase di approvazione al Senato), a partire dalla circostanza che è in contrasto con il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale sancito dall’art.112 della Costituzione e di non firmare, se lo ritiene, rispedendo alla Camera il provvedimento di riforma della giustizia”.

Così un cittadino e intellettuale italiano, Manfredo Gennaro, da anni impegnato a documentare le contraddizioni, le ingiustizie e le nefandezze che si consumano nel nostro Paese – dalle stragi alla Trattativa Stato-mafia alla corruzioni – ha ritenuto di lanciare una petizione (quasi 3mila firme raccolte in pochi giorni) attraverso la piattaforma change.org, col titolo lariformacartabiaincostituzionale, chiede alla massima carica dello Stato di “rispedire la riforma alle Camere per valutarne i profili di incostituzionalità”.  

“Che la norma sia incostituzionale – scrive Gennaro – è già stato pubblicamente dichiarato da alcuni noti costituzionalisti e giutisti, da Azzariti a Maddalena, a Villone. Inoltre c’è un parere motivato approvato dal Csm ‘tranchant’ sulla ‘riforma’ che dovrebbe essere tenuto in considerazione dal Presidente”.

Questo il testo della lettera inviato al Presidente Mattarella:

“APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ON. SERGIO MATTARELLA: CHIEDIAMO RISPETTOSAMENTE DI VALUTARE I PROFILI DI INCOSTITUZIONALITÀ DELLA “RIFORMA DELLA GIUSTIZIA CARTABIA” E DI RISPEDIRLA ALLE CAMERE IN QUANTO PALESEMENTE IN CONTRASTO CON L’ART. 112 DELLA COSTITUZIONE, CHE SANCISCE L’OBBLIGATORIETÀ DELL’AZIONE PENALE

 

Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella,

ci appelliamo deferentemente a Lei e al ruolo di “garante della Costituzione” che la Carta stessa le conferisce all’art. 68, attribuendole il delicato compito di vigilare sulla stessa.

Lo scorso 3 agosto 2021 la Camera dei Deputati ha approvato la Legge-Delega n. 2345, “Delega al Governo per l’efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le Corti d’Appello”, sulla quale il Governo aveva posto la questione di fiducia. Si tratta del provvedimento legislativo altrimenti noto come “riforma della giustizia”, che ha assunto gran parte della fisionomia attuale in seguito agli emendamenti proposti dal Ministro della Giustizia Marta Cartabia e che sono stati approvati dal Governo nel Consiglio dei Ministri di giovedì 8 luglio 2021.

La Legge-Delega di “riforma della giustizia” è ora passata al Senato, dove, secondo quanto dichiarato dai principali esponenti delle forze politiche che appoggiano il Governo Draghi, è realistico pensare che sarà approvato a stretto giro, prima della chiusura estiva del Parlamento.

Il testo già approvato dalla Camera dei Deputati il 3 agosto 2021, all’Art. 1.9, comma i, prevede la modifica delle disposizioni dell’ordinamento giudiziario in materia di “progetti organizzativi delle procure della Repubblica” secondo il principio per cui «gli uffici del pubblico ministero, per garantire l’efficace e uniforme esercizio dell’azione penale, nell’ambito dei criteri generali indicati dal Parlamento con legge, individuino criteri di priorità trasparenti e predeterminati, da indicare nei progetti organizzativi delle procure della Repubblica, al fine di selezionare le notizie di reato da trattare con precedenza rispetto alle altre, tenendo conto anche del numero degli affari da trattare e dell’utilizzo efficiente delle risorse disponibili» ed in oltre di «allineare la procedura di approvazione dei progetti organizzativi delle procure della Repubblica a quella delle tabelle degli uffici giudicanti».

Come cittadini riteniamo che tale previsione sia in evidente ed insanabile contrasto con il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale sancito dalla Costituzione all’articolo 112, che stabilisce inequivocabilmente che “il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale”.

Tale vizio di Costituzionalità, d’altra parte, è stato già rilevato formalmente dal Csm nel suo parere motivato sul testo della proposta della “riforma Cartabia” (https://bit.ly/ 3CszRl0) e da alcuni tra i più importanti costituzionalisti, giuristi e magistrati italiani.

Poiché la Costituzione, signor Presidente, le riconosce all’art. 72 la facoltà – e il dovere, qualora lo ritenga – di NON FIRMARE una Legge approvata dal Parlamento e di RISPEDIRLA CON MESSAGGIO MOTIVATO ALLE CAMERE, le chiediamo rispettosamente di PRENDERE IN CONSIDERAZIONE QUESTO PALESE VIZIO DI INCOSTITUZIONALITÀ DELLA “RIFORMA CARTABIA” E DI VALUTARE DI ESERCITARE LE SUE PREROGATIVE A RIGUARDO, NON FIRMANDO UNA “RIFORMA DELLA GIUSTIZIA” PALESEMENTE INCOSTITUZIONALE”.

Nella foto: il presidente della Repubblica,  Sergio Mattarella

Redazione