Un pregiudicato catanese di 40 anni incendia per vendetta la baracca dove il cognato stava dormendo, ma i Carabinieri del capoluogo etneo (Stazione Ognina e Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale) lo arrestano nella flagranza, poiché ritenuto responsabile di tentato omicidio e incendio doloso.

Una storia che si svolge nel sottoproletariato catanese, dove si vive ancora nelle baracche e ci si arrangia con furterelli e altri piccoli reati per sbarcare il lunario.  

La tragedia si stava consumando all’interno di una abitazione di fortuna ubicata in via Bartolomeo Altavilla. All’interno  del manufatto, costruito in lamiera ed assi di legno, vive un 45enne che per voler del padre, deceduto lo scorso anno,  glielo costruì in adiacenza al suo immobile tenuto conto delle difficoltà economiche in cui versava il figlio.

Purtroppo, l’uomo, dedito abitualmente all’uso di stupefacenti, per procurarsi il denaro utile all’acquisto di droga, si dedicava alla commissione di reati contro il patrimonio e sembra che tra i destinatari di questi furti ci fosse stato il cognato, marito della sorella, il quale la scorsa notte aveva patito il furto della batteria della propria Apecar.

Il pregiudicato, senza pensarci due volte, si è recato nei pressi della baracca appiccando il fuoco alla stessa noncurante del fatto che l’inquilino si trovasse dentro a dormire e che la struttura, come detto, era stata costruita in adiacenza all’immobile dove ora vive la vedova del defunto padre del 45enne (donna sposata in seconde nozze) e la figlia 16enne.

Per fortuna, la vittima designata, destatasi grazie alle esalazioni del fumo, è riuscita ad uscire dalla struttura prima che questa ricadesse su se stessa distrutta dalle fiamme che per miracolo, grazie anche all’intervento dei vigili del fuoco, non hanno intaccato l’immobile confinante.

I militari, intervenuti sul posto, hanno ricostruito immediatamente gli avvenimenti raffigurando un quadro probatorio nei confronti dell’odierno arrestato. In particolare, i carabinieri, dopo aver acquisito un messaggio vocale nel quale la moglie dell’incendiario  preannunciava la vendetta del congiunto nei confronti del fratello, ritenuto, appunto, l’autore del furto della batteria dell’Apecar.

I Carabinieri, recatisi immediatamente nell’abitazione del presunto autore del reato, hanno rinvenuto e sequestrato, nascosta nel sottoscala,  una tanica da 10 litri piena per 1/3 di liquido infiammabile. Autore del reato che, come se nulla fosse accaduto, si è presentato nei pressi della propria abitazione, distante una sessantina di metri dal luogo del delitto, riferendo agli investigatori di essere giunto sul posto a bordo del proprio motociclo. Circostanza confutata immediatamente grazie al fatto che non aveva le chiavi con se e che il motore del motoveicolo era completamente freddo. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.

Nella foto: la baracca distrutta dalle fiamme

Redazione