Una madre di 45 anni. E il figlio affetto da tetraparesi spastica con ritardo mentale grave. Questo ragazzo, che ha bisogno di assistenza e di cure, è morto. Per questo adesso la madre è stata sottoposta a fermo dai Carabinieri con un’accusa agghiacciante, suffragata dall’esito dell’autopsia compiuta sul giovane: avere causato il decesso del figlio lasciandolo per delle ore sotto il sole.

Questo almeno l’esito delle indagini esperite dalla Procura della Repubblica di Caltagirone (Catania), nell’ambito delle indagini a carico della donna, 45 anni, indagata per il delitto previsto e punito dell’art. 591 aggravato ai sensi dei commi 3 e 4 del codice penale, nonché dalla recidiva specifica ex art. 99 comma 2 n.1 c.p.. Per lei, come detto, è stato disposto il fermo di indiziato di delitto, eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Caltagirone, in particolare dalla Stazione CC di Grammichele.

Questo il comunicato della Procura della Repubblica della cittadina etnea: “L’indagata, in qualità di genitore, ha abbandonato il figlio di anni 14, di cui aveva la custodia esclusiva (il padre infatti era deceduto), persona incapace di provvedere a se stessa per malattia di mente e di corpo, in quanto affetta da tetraparesi spastica e ritardo mentale grave; condotta consistita presumibilmente nel lasciare il minore all’esposizione prolungata ai raggi solari per un notevole lasso di tempo, da cui ne derivava la morte.

Le indagini svolte dai Carabinieri sotto il coordinamento di questa Procura, hanno fatto emergere un gravissimo quadro indiziario nei confronti della odierna indagata, desunto da diversi fattori:

·        le versioni dei fatti contrastanti fornite dalla donna, a partire dalla chiamata al 112 e rese poi nel corso del sopralluogo degli investigatori;

·        gli svariati tentativi della stessa di fuggire (intento, peraltro, palesato agli stessi militari in occasione dell’intervento), ben conscia dei rischi a cui era esposta (si rammenta, a tal proposito, che la donna annovera un precedente per abbandono di minori sempre a danno del figlio in concorso con il padre, deceduto, del bambino);

·        gli esiti delle sommarie informazioni acquisite nel corso delle attività esperite;

·        dall’ispezione cadaverica eseguita dal medico legale che depone per una prolungata esposizione esterna del ragazzo, verosimilmente all’azione dei raggi solari, inconciliabile con la sede di ritrovamento della salma, tanto da far presupporre che il decesso sia da collocare almeno 36 ore prima dell’arrivo dei militari.

Nella foto: il Tribunale di Caltagirone (Catania)

Redazione