Vende considerevoli dosi di crack e di cocaina ai clienti più assidui che ne fanno richiesta su Whatsapp mentre i Carabinieri  del Nucleo radiomobile del Comando provinciale di Catania lo controllano e gli trovano pure mille euro, su cui l’uomo, un 49enne catanese disoccupato, arrestato con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, non ha saputo fornire giustificazioni. 

Tutto si è svolto nel corso di un servizio perlustrativo nel quartiere di Nesima, mentre i militari dell’Arma stavano transitando lungo la via Antoniotto Usodimare, e hanno notato l’uomo fermo a bordo di strada in sella al suo scooter Honda SH che apparentemente sembrava essere in attesa di qualcuno.

La diretta conoscenza del soggetto li ha indotti a procedere ad un controllo che si sarebbe rivelato quantomai fruttuoso perché, quando quest’ultimo ha capito che sarebbe stato perquisito, ha lanciato un involucro tra le sterpaglie circostanti che però, immediatamente recuperato dai militari, è risultato contenere ben 12 dosi di crack e 6 di cocaina mentre nelle tasche dei pantaloni, ancora,  è stata rinvenuta la somma di 340 euro ritenuta provento dello spaccio.

All’arrivo dei rinforzi i militari hanno esteso la perquisizione all’abitazione dell’uomo dove, all’interno di un armadio, hanno trovato una busta con ulteriori 24 dosi di crack, 13 di cocaina, un bilancino di precisione ed il necessario materiale per il confezionamento delle singole dosi nonché, infine, la cospicua somma di 850 euro ammontando così a 1190 complessivi dei quali l’uomo, disoccupato, non è stato ovviamente in grado di fornire giustificazione.

Durante l’attività, invero, i militari hanno rilevato un curioso particolare perché il pusher, infatti, era solito vendere la propria “merce” con ordinazioni su WhatsApp dei suoi clienti, richieste che, a dire il vero, continuavano a pervenire anche sotto gli occhi dei carabinieri così “infierendo” sulle responsabilità penali dell’uomo che è stato poi posto agli arresti domiciliari in attesa delle determinazioni dell’Autorità giudiziaria.

Nella foto, i messaggi Whatsapp con i quali i clienti chiedevano la droga al loro fornitore 

Redazione