Il comunicato parla ufficialmente dei “problemi della città”, ma fra le righe si colgono gli scontri all’interno del centrosinistra di Paternò (Catania), dove alla riunione dei giorni scorsi “per parlare del futuro della comunità”, erano presenti tutte le forze della coalizione (Europa Verde, Azione, Paternò al centro, Città futura e Articolo Uno), tranne il Pd, malgrado il titolo della nota diffusa ai giornali, che parla di “una proposta unitaria e aperta al dialogo con tutte le forze di opposizione”.

Il che, se interpretiamo bene, vuol dire: intanto tracciamo la strada, dopodiché se il Partito democratico ha proposte serie da fare, si può accodare (avete letto bene: accodare, non accomodare). Basta leggere i nomi della persone presenti all’incontro per capire che il progetto si regge su gambe abbastanza solide: l’ex sindaco Mauro Mangano, l’ex presidente del Consiglio comunale Laura Bottino, e poi una schiera di militanti (fra ex assessori ed ex consiglieri) come Turi Maurici, Giancarlo Ciatto, Nino Calabrò, Turi Campisano, Sante Chinnici, Emanuele Finocchiaro, Giovanni Finocchiaro, Oscar Fiorito, Paolo La Spina, Paolo Licandri, Nino Lombardo, Ezio Messina, Michele Milazzo, Alfio Mirenna, Nerina Palazzolo, Orazio Palumbo, Maria Grazia Pannitteri, Giovanni Parisi, Pierpaolo Pecoraio, Giuseppe Rapisarda, Salvatore Russo e Domenico Signorelli.

L’elezione del nuovo segretario del Pd Turi Leonardi, e del nuovo direttivo di sezione, svoltasi alcuni mesi fa e contestata dall’altra ala del partito, che l’ha definita irregolare (con tanto di segnalazioni agli organi superiori del partito), brucia ancora. A maggior ragione se si considera che il Pd ufficiale – dopo quattro anni di amministrazione – appoggia al Comune il sindaco di centrodestra Nino Naso, non proprio un simbolo dei modelli culturali di Moro e Berlinguer.

Insomma, una forza che si candida a diventare un nuovo punto di riferimento non solo degli elettori del centrosinistra, ma di quei cittadini insoddisfatti dell’attuale amministrazione.

Un vertice organizzato in uno dei momenti più problematici della storia, realizzato in una città che “presenta una realtà ancora più difficile, che richiede un impegno collettivo straordinario, certamente senza uguali nella nostra storia”.

La stoccata al Pd paternese viene sferrata alla sesta riga del comunicato: “L’azione amministrativa degli ultimi 4 anni non ha affrontato nessuno dei nodi strategici della città, ha dato vita soltanto ad interventi episodici, operando secondo logiche più vicine alla visione clientelare che politica della gestione della cosa pubblica, svuotando di autorevolezza le istituzioni comunali, sia nella relazione con i cittadini che nei rapporti con le istituzioni e gli enti esterni”. Un attacco diretto nei confronti dell’Amministrazione comunale, ma indiretto verso chi l’appoggia, ovvero il Partito democratico.

Ecco perché (è questo il messaggio rivolto a chi ha orecchie per intendere) “tutti i presenti concordano nell’esigenza di dare vita subito ad un percorso politico che porti ad un programma per il governo della città nei prossimi anni”, in cui sarà necessario “uno sforzo comune, una visione di lungo periodo e moderna”, e la mobilitazione “di tutte le competenze e le energie, in particolare quelle dei più giovani”.

Traduzione: oltre ai progetti, occorre “la costruzione di liste per le elezioni del consiglio comunale che rappresentino le idee, i progetti del centro sinistra di Paternò, ma con un forte taglio civico, oltre ogni logica legata alle singole appartenenze o ad identità specifiche”.

Non solo: “La ricerca di una candidatura a sindaco che possa rappresentare l’esigenza di rinnovamento e discontinuità che sale con forza dai cittadini, che possieda la competenza e la sensibilità per incarnare i bisogni della città, primo tra tutti quello di una ripresa del dialogo e della collaborazione tra tutte le forze che ne compongono il tessuto sociale, politico e produttivo”.

E infine (riservato a chi è – attualmente – fuori dal progetto): “L’avvio di un dialogo con tutte le forze politiche, per condividere la riflessione sul programma per il futuro di Paternò e anche sugli strumenti e gli uomini che sono necessari ad attuarlo; un dialogo aperto, che superi gli ostacoli delle differenze partitiche o di possibili divisioni storiche, con tutti coloro che condividono l’urgenza di un cambiamento radicale rispetto all’amministrazione in carica”.

Chi ha da intendere, intenda.

Nella foto: il municipio di Paternò (Catania)

Luciano Mirone