“Siamo in grado di cominciare subito i lavori per il Ponte sullo Stretto. Abbiamo i progetti pronti, li abbiamo realizzati e ci sono pagine di approvazione. Ci sono 50 anni di studi ed approvazioni. E’ un progetto che era stato cantierato ed è pronto per essere eseguito. Poi il Paese ha deciso di interrompere questo ciclo e ci siamo fermati come è giusto che sia. Se il Paese ritiene sia una priorità, noi siamo pronti a farlo”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini, a un incontro a Catania con i presidenti delle Regioni Siciliana, Nello Musumeci, e Calabria, Nino Spirlì.

“Noi abbiamo fatto mille chilometri di ponte nella nostra storia imprenditoriale, compresi due a campata unica tra i 10 più grandi del mondo. Quello sullo Stretto si può fare. Lo stavamo facendo, ma ci hanno fermati. La differenza tra Paesi che crescono e quelli che annaspano è anche nella capacità di creare le grandi opere, di creare prospettive e di essere attrattivi”.

“La responsabilità sociale è importante – ha aggiunto – ricordo che a Catania ho chiesto che fanno i ragazzi qui, mi è stato risposto ‘niente’. Immaginare dei giovani senza futuro è terribile, che cosa ha fatto per loro la nostra generazione? Per questo mi sento coinvolto in questa operazione. E’ una sfida che insieme come Italiani dobbiamo affrontare e vincere. Dobbiamo spingere per il futuro dei giovani della Sicilia e della Calabria, glielo dobbiamo. La struttura – ha osservato – creerebbe 20mila posti di lavoro. Noi siamo pronti a partire, anche domani. Il progetto ha superato un sacco di ostacoli, superando tutti i passaggi burocratici previsti”.

“Altri non hanno il nostro coraggio – dice Nino Spirlì, governatore della Calabria – , probabilmente non ci hanno creduto. Le nostre due Regioni sono Europa, e l’Europa ha l’obbligo di creare Ulisse. Il mondo nuovo dove si decide il destino del resto del pianeta è l’Asia, è il nuovo Occidente dello sviluppo e dell’economia. E l’ingresso in Europa passa da qui, dopo il Canale di Suez”.

“A noi rimproverano la delinquenza – ha aggiunto – ma avete mai sentito parlare di mafia cinese, nigeriana e orientale? Non sono nate a Palermo o a Catanzaro. Ora basta”.

Ma Il M5S – che non ha mai condiviso il progetto del Ponte sullo Stretto – non ci sta: “Ormai è un classico, quando Musumeci è in grandissima difficoltà, e ormai lo è da tantissimo tempo, tira fuori dal cilindro il progetto del ponte sullo Stretto per buttare fumo negli occhi dei siciliani. Qualcuno – afferma il capogruppo all’Ars Giovanni Di Caro – gli faccia notare che per coprire le sue enormi inefficienze e i suoi macroscopici fallimenti non basterebbe il ponte di Tianjin in Cina, uno dei più lunghi del mondo”.

 “Non voglio nemmeno entrare – dice Di Caro – nel merito dell’utilità, o meno, del ponte. Quello che vorrei sottolineare sono le manovre di basso cabotaggio di un presidente della Regione, ormai alla frutta, senza più risorse e maggioranza che cerca di recuperare briciole di credibilità con inopportuni espedienti che ormai non ingannano più nessuno, tirando in ballo una grande opera, quando  non è stato nemmeno capace di realizzare  gli impianti di trattamento dei rifiuti, di far decollare le vaccinazioni o di mandare in porto almeno una finanziaria decente che desse una boccata d’ossigeno ai siciliani al collasso”.

“Visto che Musumeci ama dilettarsi con questi inopportuni e patetici diversivi – conclude Di Caro – si ricordi che siamo in piena pandemia, che i contagi sono al galoppo, gli ospedali allo stremo, le vaccinazioni quasi al palo, e che siamo in gran parte zona rossa, mentre gli altri aprono: lasci la delega alla Salute e nomini subito il nuovo assessore. Non può permettersi di giocare con la salute dei siciliani”.

Nella foto: il plastico del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina 

Redazione