La Procura della Repubblica di Catania starebbe indagando per “abuso d’ufficio” e “abusivismo edilizio” per verificare eventuali responsabilità da parte di ben tre amministrazioni di Belpasso (Catania) – Papale, Caputo e Motta – in merito alle presunte omissioni sul progetto del Parco bioedilizio “Ciappe” (“da molti anni chiuso in un cassetto del municipio, senza essere mai esaminato”), che avrebbero “penalizzato economicamente i proprietari dei piccoli lotti dei terreni” su cui il villaggio avrebbe dovuto essere realizzato.
Ne dà notizia l’ingegnere Enzo Victorio Bellia – progettista della struttura – in una lunga lettera inviata ai Consiglieri comunali di Belpasso, sia per informarli dell’iter che l’elaborato ha seguito in questi anni, sia per spiegare tecnicamente i contenuti dello stesso, sia per spiegare le presunte “responsabilità” che starebbero alla base di quello che Bellia definisce “immobilismo”.
L’indagine della Procura sarebbe scaturita in seguito a un dossier stilato dal professionista e trasmesso nel luglio scorso ai magistrati etnei. Nel fascicolo ci sono accuse precise alla classe politica locale che dall’inizio del Duemila si è insediata a Palazzo di città, a diversi funzionari dell’Ufficio tecnico comunale e ai commissari ad acta che si sono avvicendati per sostituirsi ad un Consiglio che secondo il professionista – sia come maggioranza che come opposizione – “si è sempre rifiutato di trattare l’argomento”.
Questi gli stralci più significativi del documento (pubblicato integralmente alla fine di questo articolo) affinché il lettore si faccia un’idea non solo tecnica della vicenda.
“Credo – scrive Bellia – che sia giunto il momento di informare anche il Consiglio Comunale sul perché l’Assessore al Territorio, Ambiente ed Urbanistica della Regione Siciliana è stato obbligato a nominare nel 2020 un Commissario ad Acta per ovviare ai conflitti di interesse, agli errori, ai ritardi voluti o non, alle inadempienze reiterate compiute da una parte dell’Ufficio Tecnico Comunale ed al comportamento ostativo dimostrato da chi amministra il Comune”.
“Quanto meno dietro l’indifferenza se non la complicità di parte dei Consiglieri e delle Giunte che si sono succedute dal 2003 sino adesso, guidate nell’ordine dai Sindaci Papale, Caputo e Motta, a seguito del loro rifiuto di applicare la legge e di far valere gli stessi diritti a tutti i cittadini Belpassesi che Voi come eletti rappresentate. Oltre, ovviamente, anche per il mancato intervento dei vari Commissari Regionali che si sono alternati nei periodi di vuoto amministrativo”.
“Tale stato di anomalia urbanistica, oltre che di evidente grave ingiustizia economica, vale anche per tutte le altre aree soggette a vincoli preordinati all’esproprio, decaduti nel Novembre 2003 e divenute automaticamente Zona Bianca”.
“Ma tutti indistintamente, chi per un fine, chi per un altro, hanno messo la testa sotto la sabbia ed hanno fatto finta di niente. Maggioranze ed opposizioni. Nessuna esclusa, né singoli consiglieri né singoli partiti. Eppure erano e sono stati eletti per rappresentare i cittadini e non le lobby più o meno legali professionali, finanziarie, imprenditoriali, sociali che nei decenni trascorsi si sono rese responsabili dello stupro del territorio belpassese, oggi sotto gli occhi di tutti, perché non portatori di una programmazione ed una visione di come lo si voleva trasformare in maniera eco-sostenibile al di là degli squallidi obiettivi quantitativi e monetari, nel totale mancato rispetto della natura e dell’edificato esistenti che avevano regalato per secoli a Belpasso la nomea di Comune vivibile, a dimensione umana rispettoso delle attività culturali, artigianali ed agricole, seppur ai margini del contesto metropolitano catanese. Ciò nonostante, quelle Zone Bianche sono rimaste soggette alla tassazione ed all’imposta comunale come se fossero beni che producevano reddito mentre non lo erano affatto. E’ palese che i tanti proprietari danneggiati abbiano subìto numerose penalizzazioni”.
“Vincoli che – mantenuti inutilmente e ad arte per decenni e finalizzati alla realizzazione di opere di interesse pubblico su aree edificabili – non sono stati mai concretizzati con l’esproprio, impedendo di fatto ai legittimi proprietari di essere compensati con un indennizzo e ledendo così il diritto costituzionale al godimento della proprietà privata”.
“E ciò ha comportato non solo un progressivo degrado urbanistico, da un lato, e la carenza di servizi vari al cittadino, dall’altro, ma anche una vera sperequazione economica e di disponibilità di un bene di proprietà, nei fatti non più godibile”.
“Si evince anche l’opposizione al progetto di Ecovillaggio da parte di un consigliere della minoranza, pare che per ragioni politiche (?) l’avrebbe voluto esaminare solo dopo la revisione del PRG che ad oggi, Aprile 2021, non esiste, anche perché ora, in virtù della nuova legge urbanistica regionale, il Comune dovrà redigere il Piano Urbanistico Generale (PUG) e non procedere più con una sua revisione parziale ‘ad usum delphini vel proprium”.
“E’ chiaro che quanto avvenuto negli anni non può essere degno di una pubblica amministrazione in quanto si è dimostrata ampiamente inadempiente ed inefficiente e, quindi, non può restare impunita. E dovrà, anzi, rispondere alle azioni penali ed amministrative in corso, oltre a quelle civili di prossima attivazione con la richiesta di risarcimento danni, ad personam e collettiva”.
“Ciò che ho descritto è avvenuto sotto gli occhi di tutti, politici, amministratori, professionisti, cittadini comuni assuefatti alla mediocrità, alle illegalità, agli abusi. O peggio ancora da conniventi per proprio tornaconto con un andazzo comportamentale che getta fango sulla società civile belpassese”.
“Faccio presente che sin dal 19 Marzo 2019, ossia, dalla data del deposito della documentazione dell’ultima versione, avevo scritto al sindaco Daniele Motta per incontrarlo ed esporgli le caratteristiche del progetto, le finalità e le sue potenzialità che avrebbero potuto contribuire al risveglio di un territorio che obbliga da anni tanti cittadini ad emigrare sottraendogli qualità ed energia”.
“Credo che gli ostacoli che sta incontrando un progetto del genere non si spiegano se non con la violazione sistematica dei propri doveri da parte degli amministratori e dei tecnici preposti all’istruttoria, messa in atto per ragioni che risultano del tutto incomprensibili come le consulenze esterne sbagliate fornite da chi si era candidato per redigere la revisione del PRG, ed i ritardi, gli errori, le inadempienza e le inefficienze da parte dell’UTC nell’approntare l’istruttoria. Oltre al rifiuto di riqualificare le Zone Bianche, nonostante le diffide della Regione”.
“Ed ancora a certi conflitti di interessi sui quali sta indagando la procura catanese. Oppure al maldestro tentativo di interrompere la progettanda tangenziale Ovest dalla sua traccia naturale per deviarla verso la Via Fiume facendola passare su una parte dei terreni interni al Piano di Lottizzazione, a iter amministrativo quasi completato, nonostante i ritardi addebitabili allo stesso soggetto istituzionale, per poi riversare il traffico esterno su una strada interna già intasata di suo dal flusso veicolare ordinario quotidiano”.
“Un comportamento non casuale ma pianificato a tavolino che non può essere giustificato solo con una certa subcultura locale assuefatta alla prassi consueta di provare ad impedire ad ogni costo per ignavia personale, la realizzazione di iniziative altrui che sfuggono al controllo diretto o indiretto di chi pretende, dopo aver responsabilmente distrutto il territorio, abbattuto la Villa Bellecci per costruirvi un mostro in calcestruzzo armato in pieno centro storico, con arroganza e prepotenza che tutto passi per i soliti studi professionali ed imprese, impreparati ed incompetenti in materia di Bioedilizia”.
Redazione
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Quella che segue, la versione integrale della lettera dell’ing. Enzo Victorio Bellia:
“Credo che sia giunto il momento di informare anche il Consiglio Comunale sul perché l’Assessore al Territorio, Ambiente ed Urbanistica della Regione Siciliana è stato obbligato a nominare nel 2020 un Commissario ad Acta per ovviare ai conflitti di interesse, agli errori, ai ritardi voluti o non, alle inadempienze reiterate compiute da una parte dell’Ufficio Tecnico Comunale ed al comportamento ostativo dimostrato da chi amministra il Comune. Quanto meno dietro l’indifferenza se non la complicità di parte dei Consiglieri e delle Giunte che si sono succedute dal 2003 sino adesso, guidate nell’ordine dai Sindaci Papale, Caputo e Motta, a seguito del loro rifiuto di applicare la legge e di far valere gli stessi diritti a tutti i cittadini Belpassesi che Voi come eletti rappresentate. Oltre, ovviamente, anche per il mancato intervento dei vari Commissari Regionali che si sono alternati nei periodi di vuoto amministrativo. I fatti, comunque, sono anche ampiamente di Vostra conoscenza dal momento che molti di Voi facevano parte delle precedenti Giunte ed hanno ricevuto per conoscenza le numerose comunicazioni che dal sottoscritto sono state inviate nel tempo ai Sindaci e protocollate regolarmente. Pertanto, per i distratti e per coloro che non si sono mai preoccupati di verificare gli sviluppi e di approfondire gli aspetti del Piano di Lottizzazione “Parco Bioedile Ciappe” che porterà alla costruzione di un Ecovillaggio in contrada Ciappe del capoluogo belpassese, dedico un dettagliato seppur lungo riepilogo. Sin dal 2008 un gruppo di proprietari di terreni edificabili in zona C1, i cui singoli lotti misuravamo meno di 5.000,00 m2, siti in contrada Ciappe in prossimità della Via Fiume, fra i quali la mia famiglia, avevano deciso di affidarmi l’incarico tecnico ed amministrativo per redigere un Piano di Lottizzazione finalizzato alla realizzazione di un Ecovillaggio, aggregando i propri lotti, in quanto per edificare nella Zona Territoriale Omogenea C1, occorreva presentare un progetto su un comparto di estensione non inferiore a 5.000,00 m2, così come disposto dal Piano Regolatore Generale approvato nel Novembre del 1993. Alcune delle particelle, sin dall’approvazione del PRG, erano interessate da una destinazione F1, ossia, da un vincolo preordinato all’esproprio, che era decaduto nel Novembre del 2003, essendo trascorsi già 10 anni dalla loro apposizione, di cui 5 concessi in via straordinaria dal Dipartimento all’Urbanistica della Regione Siciliana. Ora, secondo logica e nel rispetto della legge vigente, il Consiglio Comunale avrebbe dovuto procedere con un atto deliberativo a riqualificare quelle aree ex F1, divenute nel frattempo dopo la decadenza del vincolo, Zone Bianche. Il Comune avrebbe dovuto – entro un anno dalla decadenza del vincolo, ossia, entro il Novembre del 2004 – attraverso una Delibera del Consiglio Comunale, su segnalazione dell’UTC, procedere alla loro riqualificazione dando loro una nuova destinazione diversa dalle Opere di Urbanizzazione Secondaria, come la F1, e diversa dal suo status originario, quello agricolo, precedente l’approvazione del PRG. In pratica, quell’area vincolata inutilmente per 10 anni, si sarebbe dovuta riqualificare per legge ed a maggior ragione in quanto faceva parte di uno dei 4 Piani Particolareggiati di iniziativa privata approvati insieme al PRG nel Novembre del 1993 e decaduti dopo 5 anni. 1 Tale stato di anomalia urbanistica, oltre che di evidente grave ingiustizia economica, vale anche per tutte le altre aree soggette a vincoli preordinati all’esproprio, decaduti nel Novembre 2003 e divenute automaticamente Zona Bianca. E sono tante e variamente disseminate nel territorio belpassese ed, in particolare, nelle zone di espansione CI e C2 del capoluogo. Aree residue, così come indicate nella proposta di revisione del PRG pubblicata sul sito del Comune ma non trasmessa all’Assessorato all’Ambiente ed al Territorio della Regione Siciliana. Pertanto, a partire dall’Amministrazione Papale del 2002, con la parentesi del Commissario nominato dalla Regione dopo l’annullamento delle elezioni, il Comune e, quindi, i Consigli Comunali che si sono succeduti, avrebbero dovuto procedere per legge con la riqualificazione di tutte le Zone Bianche, sorte come un fungo velenoso, dopo il mese di Novembre 2003. Ma tutti indistintamente, chi per un fine, chi per un altro, hanno messo la testa sotto la sabbia ed hanno fatto finta di niente. Maggioranze ed opposizioni. Nessuna esclusa, né singoli consiglieri né singoli partiti. Eppure erano e sono stati eletti per rappresentare i cittadini e non le lobby più o meno legali professionali, finanziarie, imprenditoriali, sociali che nei decenni trascorsi si sono rese responsabili dello stupro del territorio belpassese, oggi sotto gli occhi di tutti, perché non portatori di una programmazione ed una visione di come lo si voleva trasformare in maniera eco-sostenibile al di là degli squallidi obiettivi quantitativi e monetari, nel totale mancato rispetto della natura e dell’edificato esistenti che avevano regalato per secoli a Belpasso, la nomea di Comune vivibile, a dimensione umana rispettoso delle attività culturali, artigianali ed agricole, seppur ai margini del contesto metropolitano catanese. Ciò nonostante, quelle Zone Bianche sono rimaste soggette alla tassazione ed all’imposta comunale come se fossero beni che producevano reddito mentre non lo erano affatto. E’ palese che i tanti proprietari danneggiati abbiano subìto numerose penalizzazioni di cui la più grave l’hanno avuta sotto forma d’ingiustizia economica conseguente ad un vincolo destinato all’esproprio non eseguito che ha fatto sì che a Belpasso ci fossero proprietari di serie A, con terreni senza vincoli, liberamente edificabili, e proprietari di serie B, con terreni soggetti a vincoli, preordinati all’esproprio. Vincoli che – mantenuti inutilmente e ad arte per decenni e finalizzati alla realizzazione di opere di interesse pubblico su aree edificabili – non sono stati mai concretizzati con l’ esproprio, impedendo di fatto ai legittimi proprietari di essere compensati con un indennizzo e ledendo così il diritto costituzionale al godimento della proprietà privata. E queste aree non interessano solo quelle destinate alle Opere di Urbanizzazione Secondaria di livello comunale, i parchi di archeologia agricola e naturale come il Parco delle Torrette, le scuole dell’infanzia, le biblioteche, il planetario, i presidi sanitari di medicina di base, i centri civici e culturali, gli impianti sportivi ma anche quelle progettate per le Opere di Urbanizzazione Primaria come strade, parcheggi, piazze, aree verdi attrezzate, reti fognarie, depuratori, piste ciclo-pedonali. E ciò ha comportato non solo un progressivo degrado urbanistico, da un lato, e la carenza di servizi vari al cittadino, dall’altro, ma anche una vera sperequazione economica e di disponibilità di un bene di proprietà, nei fatti non più godibile. 2 Ritornando alla questione del Piano di Lottizzazione prima di redigerlo in qualità di progettista e di proprietario chiesi ripetutamente per iscritto al Comune di riqualificare l’area ex F1 ma solo nel Gennaio del 2011 ricevetti una risposta generica a firma dell’ing. Leonardi, ma solo perché era stato intimato a farlo dalla Prefettura dopo la mia richiesta di intervento. La risposta, però, consisteva in una generica elencazione, fatta di copia ed incolla, dell’estratto delle Norme di Attuazione relative alle aree interessate dalle particelle catastali interne al Piano ma nessun cenno alla riqualificazione della Zona Bianca. Quando mi fu possibile venire in Sicilia, ebbi modo di incontrare l’allora Sindaco Papale che mi invitò a presentare comunque una proposta di Piano perché il suo fidato tecnico, l’ing. Leonardi, forse l’unico capace e competente in materia urbanistica all’interno dell’Ufficio Tecnico, la esaminasse e mi indicasse la strada più corretta per procedere in breve tempo al deposito del progetto vero e proprio. Nell’attesa “la sua Giunta si sarebbe impegnata a revisionare quanto prima il PRG ed a riqualificare le aree divenute Zona Bianca”. Correva l’anno 2011, ovvero, 8 anni dopo la decadenza dei vincoli. Sta di fatto che la mia proposta rimase ferma negli anni, perché a detta dell’ing. Leonardi non c’erano tecnici adeguati e lui era super impegnato. Solo alla fine del 2013, prima e del 2014, poi, durante la sindacatura di Carlo Caputo, (ex assessore e vicesindaco con Alfio Papale) e dietro l’impegno dell’ing. Leonardi di occuparsene personalmente, presentai il Progetto Definitivo, identificato per comodità come Comparto 1, in quanto era limitato alle proposte progettuali precedenti, nonché, un ulteriore Progetto Preliminare esteso alle particelle di altri proponenti che si erano aggregati nel frattempo, costituendo il Comparto 2, adiacente al primo ed all’interno del quale una parte significativa dell’area era occupata sempre dalla ex F1, quindi, con gli stessi problemi del Comparto 1. Entrambi i Comparti dovevano passare dal Consiglio Comunale per la riqualificazione delle Zone Bianche, così come spiegato dall’ing. Leonardi. Ovvero, il Consiglio Comunale, sotto la sindacatura di Carlo Caputo, nel Febbraio del 2015, avrebbe dovuto approvare la riqualificazione della Zona Bianca, seppur in ritardo di soli 11 anni, perché tanti erano gli anni trascorsi nel frattempo dal novembre del 2003. Invece, quando la relazione tecnica era stata già predisposta dall’ing. Leonardi per essere trasmessa al Consiglio Comunale, “stranamente il Sindaco Caputo gli cambiò l’incarico” e solo a seguito di un secondo intervento del Prefetto, molto tempo dopo, potei conoscere il nome del nuovo responsabile del procedimento e lo stato dell’istruttoria. La pratica fu seguita da un altro tecnico che la relazionò davanti al Consiglio Comunale solo nel mese di Novembre 2015, sulla base di quanto aveva deciso nel mese precedente la Commissione Urbanistica, che dava via libera al Comparto 1 ma bloccava il Comparto 2, in quanto il progetto era stato presentato sotto forma di Progetto Preliminare. Nel verbale redatto alla fine della riunione della Commissione Urbanistica, si legge che il consulente urbanista esterno avrebbe suggerito alla Commissione di optare per la monetizzazione degli oneri di Urbanizzazione Secondaria e di mettere a bilancio il relativo 3 importo, piuttosto che acquisire l’area ex F1 già presente all’interno del perimetro del Piano di Lottizzazione e già destinata alle Opere di Urbanizzazione Secondaria. Sempre leggendo il verbale, si evince anche l’opposizione al progetto di Ecovillaggio da parte di un consigliere della minoranza, pare che per ragioni politiche (?) l’avrebbe voluto esaminare solo dopo la revisione del PRG che ad oggi, Aprile 2021, non esiste anche perché ora, in virtù della nuova legge urbanistica regionale, il Comune dovrà redigere il Piano Urbanistico Generale (PUG) e non procedere più con una sua revisione parziale “ad usum delphini vel proprium”. Il progetto definitivo del Piano di Lottizzazione, suddiviso in due stralci funzionali, fu presentato nel mese di Ottobre 2016, dopo diversi aggiustamenti e scambi di opinioni. Lo Stralcio Funzionale 1 coincideva con il Comparto 1 mentre i terreni dei proprietari del Comparto 2 che avevano deciso comunque di proseguire, non potendo costruire da soli in quanto insieme non raggiungevano i 5.000,00 m2, hanno costituito lo Stralcio Funzionale 2. Nel 2017 ad esaminare il progetto furono ancora l’ing. Leonardi e l’ing. Faro che eccepirono quanto imposto nel 2015 dal consulente tecnico esterno, dalla commissione urbanistica e dal precedente responsabile del procedimento. Secondo loro gli oneri di Urbanizzazione Secondaria non dovevano essere monetizzati ma dovevano essere riconosciuti attraverso la cessione dell’ex area F1 in quanto interna al Piano di Lottizzazione, così come lo prevedeva la legge urbanistica. Questa fu una condizione sine qua non posta nel Luglio del 2017 dall’UTC perché il progetto venisse approvato. La nuova versione integrata dal progetto delle opere di urbanizzazione primaria, dal computo metrico estimativo e da altri documenti fu depositata in Comune solo nel mese di Marzo 2019, in quanto nel frattempo sia l’ing. Leonardi che l’ing. Faro si erano resi indisponibili e poi dovevano lasciare il Comune di Belpasso. Tempo dopo fu incaricato l’ing. Nicosia, che contattato affermava di essere sovraccarico di lavoro e di non essersi in precedenza occupato di Piani di Lottizzazione, per cui io in qualità di progettista dovevo sentire i vari enti per sapere cosa necessitavano, sebbene l’iter amministrativo previsto dalle leggi vigenti in materia edilizia , prescriveva e tuttora prevede che ad occuparsene dei progetti deve essere il Comune attraverso l’apposito Servizio Unificato per l’Edilizia (SUE) Da questo momento in poi sono iniziati gli ulteriori ritardi, inefficienze, inadempienze, errori, rifiuti da parte dell’UTC. Ho dovuto raccogliere in prima persona, venendo appositamente in Sicilia, le informazioni dagli enti preposti e gestire direttamente, in quanto progettista e proprietario, i rapporti con il Genio Civile, l’ASL, la Soprintendenza ai BBAA e CC, il Dipartimento all’Urbanistica della Regione Siciliana. In particolare, con la Regione per ottenere il parere sulla non assoggettabilità alla procedura della VAS (Valutazione Ambientale Strategica) dopo che la nota di accompagnamento del progetto, a firma dell’ing. Nicosia, inoltrata al Dipartimento dell’Urbanistica già con grande ritardo, conteneva diversi errori, fra i quali spiccava la mancata citazione dello Stralcio funzionale 2 oltre a numerosi inesattezze di calcolo delle superfici e dei volumi, sebbene, fosse disponibile fra i documenti depositati una tabella trasparente e dettagliata di tutto il procedimento applicato per arrivare ai risultati finali esposti 4 sinanche nella Relazione tecnico-illustrativa. Più volte io e la Regione abbiamo sollecitato per iscritto all’ing. Nicosia di correggere la nota accompagnatoria ma l’unica risposta è stato il silenzio. E del comportamento, a dir poco anomalo ed inusuale tenuto dall’ing. Nicosia, dei suoi ritardi, delle sue inadempienze e dei suoi errori sono stati tempestivamente e ripetutamente informati con lettere depositate al protocollo, il Sindaco, Voi Consiglieri e la Segretaria Generale del Comune che a seguito dell’ennesimo intervento del Prefetto nel mese di Settembre 2019 ha disposto la sostituzione dell’ing. Nicosia e l’affidamento della pratica all’ing. Smilardi ed al geom. Scandurra, non proprio competenti in materia urbanistica, come risulta dagli incarichi che hanno in Comune da quando vi hanno messo piede. Ma anche l’ing. Smilardi ed il geom. Scandurra, nonostante i reiterati solleciti della Regione non hanno mai proceduto a rettificare gli errori commessi dal loro collega, ing. Nicosia. Alla fine del mese di Dicembre 2019 l’Ufficio del Dipartimento dell’Urbanistica preposto all’esame della VAS li ha convocati a Palermo per un incontro da tenersi nel mese di Gennaio 2020. Nel corso dell’incontro la responsabile dell’Ufficio, arch. Liggio, ha fatto sapere all’ing. Smilardi, che la procedura seguita era sbagliata in quanto l’area individuata per le Opere di Urbanizzazione Secondaria da cedere al Comune doveva essere prima riqualificata con una variante approvata dal Consiglio Comunale, in quanto era diventata nel 2003 Zona Bianca. Senza tale riqualificazione l’ufficio preposto alla VAS non poteva rilasciare l’ultimo parere favorevole necessario ed utile alla sottoscrizione della Convenzione, di cui noi proponenti abbiamo bisogno in quanto gli altri pareri favorevoli risultano già acquisiti da tempo. Preso atto della richiesta della Regione, noi proponenti, su suggerimento della stessa, abbiamo fatto istanza al Comune perché procedesse quanto prima alla riqualificazione della Zona Bianca e constatato l’assordante silenzio del Comune (Sindaco ed UTC), sempre dietro suggerimento della Regione abbiamo chiesto, come previsto dalla legge, la nomina di un Commissario ad Acta, riservandoci di procedere contro il Comune al momento opportuno. Solo dopo la fine della prima ondata della pandemia, a metà Giugno 2020 l’Assessore Regionale dell’Ambiente e del Territorio, avv. Cordaro, ha potuto nominare un Commissario ad Acta che non ha ricevuto dall’UTC le risposte alle domande poste e la documentazione richiesta per procedere alla riqualificazione della Zona Bianca. Nel mese di Ottobre 2020 è stato nominato un altro Commissario ad Acta che a tutto oggi non solo non ha relazionato sulla sua attività ma ha anche posto il divieto di far uscire dall’UTC qualsiasi documento e/o informazione sull’evoluzione dei fatti. Nella realtà, a distanza di 6 mesi, non si sa cosa abbia fatto anche perché gli stessi colleghi della Regione non hanno ricevuto alcuna nota. Si allega la nota della responsabile dell’Ufficio Valutazione VAS, arch. Liggio, che riassume quanto accaduto sino al 14 Marzo. Sottolineo che per addivenire alla sottoscrizione della Convenzione manca solo il parere della Regione, che si è già espressa ufficiosamente per la non assoggettabilità alla procedura del VAS ma 5 attende per ufficializzare il suo parere favorevole al progetto la notifica dell’avvenuta riqualificazione dell’area e la pubblicazione del relativo decreto sulla GURS. Gli altri pareri favorevoli sono stati già acquisiti: nel 2017 dall’UTC, nel 2019 dal Genio Civile, dalla Soprintendenza ai BBAA e CC e dall’ASL. Tutto ciò premesso, mi soffermo su alcune considerazioni che mi hanno portato nel mese di Luglio 2020 a depositare un voluminoso dossier alla Procura della Repubblica di Catania ed in Prefettura, informando anche la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti della Sicilia su quanto accaduto. Ed a distanza di mesi so per certo che un magistrato è stato incaricato di indagare e che sono state avanzate due ipotesi di reato: l’abuso d’ufficio e l’abusivismo edilizio. Di recente ho dovuto integrare la denuncia per segnalare il comportamento assunto dal Comune e dalla Regione, rispettivamente dai tecnici dell’UTC, preposti a seguire il Piano di Lottizzazione e dal secondo Commissario ad Acta. E’ chiaro che quanto avvenuto negli anni non può essere degno di una pubblica amministrazione in quanto si è dimostrata ampiamente inadempiente ed inefficiente e, quindi, non può restare impunita. E dovrà, anzi, rispondere alle azioni penali ed amministrative in corso, oltre a quelle civili di prossima attivazione con la richiesta di risarcimento danni, ad personam e collettiva. Ciò che ho descritto è avvenuto sotto gli occhi di tutti, politici, amministratori, professionisti, cittadini comuni assuefatti alla mediocrità, alle illegalità, agli abusi. O peggio ancora da conniventi per proprio tornaconto con un andazzo comportamentale che getta fango sulla società civile belpassese, che è maggioranza. Faccio presente che sin dal 19 Marzo 2019, ossia, dalla data del deposito della documentazione dell’ultima versione, avevo scritto al sindaco Daniele Motta per incontrarlo ed esporgli le caratteristiche del progetto, le finalità e le sue potenzialità che avrebbero potuto contribuire al risveglio di un territorio che obbliga da anni tanti cittadini ad emigrare sottraendogli qualità ed energia. Non solo, ma l’ho tenuto informato in tempo reale sulle inefficienze, inadempienze, ritardi, errori, compiuti dal suo UT, invitandolo ad intervenire anche dopo le richieste della Regione. Ma niente, la sua unica, ricorrente e prevedibile risposta è stata il silenzio chiassoso come se non avesse alcuna responsabilità amministrativa pubblica ma rispondesse solo, al pari di un Re Travicello, ad un preciso disegno, tracciato da chi l’aveva scelto e preceduto. Segnalo due soli episodi per rendere evidente la gravità delle inadempienze, degli errori, dei ritardi, delle inefficienze, della malafede, dell’inadeguatezza amministrativa e tecnica che sta impedendo di fatto l’approvazione del progetto di Ecovillaggio. 1. Il video della riunione del Consiglio Comunale del 12 Novembre 2015, nel corso del quale è stato presentato a tarda ora il Progetto di Ecovillaggio dal Presidente della Commissione Urbanistica e dal responsabile che l’aveva istruito, è stato visto da alcuni miei partner non locali, che avevano intenzione di investire non solo nel progetto dell’Ecovillaggio ma anche in altre attività locali per 6 favorire i settori turistico, alberghiero, enogastronomico, incluso il ripristino di alcuni vigneti / frutteti abbandonati, nonché, di valutare la possibilità di trasferire nel territorio di Belpasso alcune attività avanzate anche per la presenza a Catania di un’importante Università e la vicinanza dell’aeroporto collegato bene con il Nord Italia e l’estero. Ma a seguito del comportamento assunto dai Consiglieri, maggioranza e minoranza, soprattutto per il loro silenzio, l’assenza di un dibattito e dopo aver visitato la zona artigianale di Piano Tavola, hanno deciso che in queste condizioni Belpasso non era il luogo adatto per i loro investimenti. 2. Nel mese di Dicembre 2020 ho inviato al Sindaco Motta un documento che aveva bisogno di essere co-firmato dal Comune per la partecipazione ad un programma europeo finalizzato all’erogazione di fondi europei riservati alle sole isole dell’UE ed a progetti che vi sarebbero sorti come quello dell’Ecovillaggio. A tutto oggi non c’è stata alcuna risposta. Già nel 2015 la Giunta Caputo, attraverso la Commissione Urbanistica, di cui facevano parte consiglieri di maggioranza e minoranza, si era pronunciata contro la proposta di costituire un partenariato pubblico-privato per fare arrivare fondi europei destinati alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, approfittando del progetto portatore di valori eco-sostenibili. Perché un tale progetto poteva e potrà attirare molti altri fondi regionali, statali ed europei proprio per come è stato concepito e finalizzato, soprattutto se lo si fa rientrare con il sostegno del Comune e della Regione Siciliana, in una rete di analoghi progetti ecologici affinché vengano realizzati e proposti come nuovi modelli di sviluppo eco-sostenibili nel Mediterraneo. Progetti che possono essere recepiti e riprodotti a partire dal prossimo Piano Urbanistico Generale che non può ignorare le istanze presenti non solo nella nuova legge urbanistica regionale, nel nuovo piano paeaggistico ma soprattutto nel Piano di Ripresa Italiano ed Europeo, il cosiddetto Recovery Plan. Ed il territorio belpassese si presta molto bene per la sua varietà di luoghi climatici, di attività economiche, per la sua posizione geografica e ricchezza di risorse agricole e di cave di pietra lavica. Ricordo che il progetto prevede il mantenimento delle torrette, dei terrazzamenti degli ex vigneti e frutteti, dei muri a secco, delle piante esistenti che saranno arricchite da altre specie locali provenienti da riserve di essenze etnee in via di estinzione. Una natura conservata che ben si concilia con il sistema di fitodepurazione, gli orti biologici, il riuso delle acque domestiche fitodepurate insieme a quelle meteoriche, la produzione di energia elettrica attraverso i pannelli fotovoltaici, le microturbine eoliche e l’idrogeno elettrolitico ricavato dalle acque fitodepurate. Sono previsti edifici destinati alle residenze, (una parte riservata alle cooperative per anziani e persone disagiate ), ai laboratori artigianali per attività non rumorose, ai B&B, ai negozi che commercializzano prodotti locali, ad un’enoteca letteraria, agli uffici che ospiteranno in prevalenza società start-up orientate alle economie verde e blu, con riguardo particolare alle risorse del territorio etneo, a due centri di documentazione, uno sull’Emigrazione belpassese ed uno sui Desaparecidos argentini. Per la costruzione saranno impiegati materiali del posto e naturali, tecnologie tradizionali, secondo i criteri della Bioedilizia. 7 L’Ecovillaggio rappresenta un’enorme opportunità economica, sociale, culturale, imprenditoriale, scientifica, in perfetta linea con l’eco-sostenibilità e l’economia circolare, oggi tanto di moda, almeno a parole. Un punto di riferimento che potrà attrarre non solo visitatori ma investitori ed attirare l’attenzione di chi vorrà realizzare progetti analoghi per bloccare l’utilizzo distruttivo del territorio urbano ed agricolo, che ha prodotto abusivismo edilizio, abbandono delle tecniche tradizionali di costruzione, e lo svuotamento del centro urbano originario. Credo che gli ostacoli che sta incontrando un progetto del genere non si spiegano se non con la violazione sistematica dei propri doveri da parte degli amministratori e dei tecnici preposti all’istruttoria, messa in atto per ragioni che risultano del tutto incomprensibili come le consulenze esterne sbagliate fornite da chi si era candidato per redigere la revisione del PRG, ed i ritardi, gli errori, le inadempienza e le inefficienze da parte dell’UTC nell’approntare l’istruttoria. Oltre al rifiuto di riqualificare le Zone Bianche, nonostante le diffide della Regione. Ed ancora a certi conflitti di interessi sui quali sta indagando la procura catanese. Oppure al maldestro tentativo di interrompere la progettanda tangenziale Ovest dalla sua traccia naturale per deviarla verso la Via Fiume facendola passare su una parte dei terreni interni al Piano di Lottizzazione, a iter amministrativo quasi completato nonostante i ritardi addebitabili allo stesso soggetto istituzionale, per poi riversare il traffico esterno su una strada interna già intasata di suo dal flusso veicolare ordinario quotidiano. Un comportamento non casuale ma pianificato a tavolino che non può essere giustificato solo con una certa subcultura locale assuefatta alla prassi consueta di provare ad impedire ad ogni costo per ignavia personale, la realizzazione di iniziative altrui che sfuggono al controllo diretto o indiretto di chi pretende, dopo aver responsabilmente distrutto il territorio, abbattuto la Villa Bellecci per costruirvi un mostro in calcestruzzo armato in pieno centro storico, con arroganza e prepotenza che tutto passi per i soliti studi professionali ed imprese, impreparati ed incompetenti in materia di Bioedilizia. Diceva Giovanni Falcone che “ La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”. Al pari della Mafia credo che altrettanto mortali siano l’indifferenza, i conflitti di interessi, l’immeritocrazia, l’ostracismo, il cialtronismo e tutti quei comportamenti proto-mafiosi che non apportano alcun miglioramento al livello di vita economica, sociale culturale di una comunità. Ma sono tutti fenomeni umani che prima o poi, come diceva il buon Falcone, avranno una fine. Nonostante tutto. E per questo sono paziente e fiducioso.
Bergamo, 16 Aprile 2021
ing. Enzo Victorio Bellia”
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