“Una discarica abusiva nei pressi del Castello di Contrada Poira, in territorio di Paternò (Catania), lungo un’antica via del grano che da Centuripe arriva fino al Simeto, area di rilevanza storica, archeologica e paesaggistica. Questo fatto ci lascia particolarmente sgomenti”.

Il Castello di Poira nel territorio di Paternò (Catania). Sopra: l’antico maniero diventato di recente ricettacolo di rifiuti 

E’ l’allarme lanciato da numerose associazioni della Valle del Simeto (Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto, Legambiente circolo Etneo, Biodistretto Valle del Simeto, Agorà  Fattoria Sociale, Associazione cinema&musica La Locomotiva, LUPU Sezione di Catania, Terre della Biosfera, SudS – Stazioni unite del Simeto, Coop. Koinè, Vivisimeto OdV, Associazione culturale cantastorie Busacca, Associazione grand tour del XXI secolo,Cultura&’Progresso), “soprattutto alla luce del percorso del Patto di Fiume da anni in atto nella Valle, che oggi si concretizza con il progetto di un Ecomuseo del Simeto, importante occasione per le comunità locali di continuare a costruire un processo di sviluppo e crescita sostenibile fondato sulla valorizzazione del patrimonio territoriale e del paesaggio, di cui recentemente è stata trasmessa l’istanza di riconoscimento alla Regione Siciliana”.

Un’altra immagine del degrado

 

Nella nota congiunta le associazioni scrivono che “il paesaggio rurale siciliano è costantemente deturpato da ingenti quantità di rifiuti, spesso speciali e pericolosi, rilasciati illegalmente anche in prossimità di siti che per il loro indubbio valore storico, archeologico e naturalistico meriterebbero una sorte decisamente migliore”.

“Ne è un triste esempio l’importante area di interesse storico, archeologico e paesaggistico, denominata Poggio Cocola, in cui insiste il Castello di Poira. La struttura del Castello, ad oggi, versa in gravi condizioni di degrado, anche a causa dei continui saccheggi e dei numerosi scavi clandestini. La discarica, tuttavia, è una novità!”.

Tramonto al Castello di Poira

“Comparsa nell’ultimo mese all’interno del piazzale del Castello – scrivono le associazioni -, essa è principalmente composta da una considerevole quantità di copertoni, di manufatti di cemento-amianto, di scarti di inerti edili e tracce evidenti di precedenti combustioni”.

“Tali condotte – si legge nel comunicato – configurano chiaramente un illecito penale punibile ai sensi della normativa vigente, per cui ci riserviamo di sollecitare e supportare, come società civile, le autorità preposte affinché si sollevi la questione nelle sedi opportune e si prendano gli adeguati provvedimenti”.

“Il Castello di Poira e l’area circostante di Poggio Cocola sono stati, infatti, individuati come punti di interesse per la comunità  e inseriti dagli stessi cittadini all’interno di itinerari e progetti dell’Ecomuseo del Simeto”.

“All’amarezza dovuta agli intollerabili atti di inciviltà, che qui denunciamo – è scritto -, si contrappone la determinazione, sempre più convinta e diffusa, da parte dei soggetti attivi del territorio  a voltare pagina definitivamente ed a costruire un’alternativa possibile in cui a nessuno sarà più consentito di deturpare e distruggere i nostri Beni Comuni”.

“Crediamo fortemente che siano proprio iniziative come quella dell’Ecomuseo del Simeto – oltre ai tanti progetti già finanziati ed avviati dalla rete territoriale del Presidio Partecipativo del Patto di Fiume – a rappresentare alcune tra le poche vere soluzioni a lungo termine, che, oggi più che mai, trovano un ampio coinvolgimento non soltanto delle realtà del Terzo Settore della Valle del Simeto, ma anche delle Amministrazioni Comunali di 11 centri simetini, delle Istituzioni Universitarie e degli Enti di Ricerca”.

Redazione