Svaligia mezza casa, sia un po’ di argenteria di famiglia, sia una serie di monili di valore, che rivende ad un negozio di “compro oro”, il quale – dopo la contestazione dei Carabinieri – non può recuperare il prezioso materiale perché nel frattempo lo ha fuso, annullandone il “valore affettivo”, ma lasciando inalterato il “valore effettivo”. Il paradosso tuttavia è un altro: a sottrarre l’oro e l’argento da quell’abitazione, non è un ladro professionista, ma un cittadino originario dello Sri Lanka assunto per accudire una donna anziana, che, dopo avere ammesso il furto, ha preteso dai suoi datori di lavoro il pagamento degli arretrati. 

Il fatto si è svolto a Catania, dove i Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Verga hanno denunciato questo cittadino extracomunitario di 47 anni, ritenuto responsabile di furto in abitazione.

L’uomo era stato assunto nel 2017 da una 56enne, abitante in via Giacomo Leopardi, per aiutarla ad accudire la propria madre 88enne convivente. La donna, nei giorni scorsi, aveva notato la mancanza di un monile custodito in un cofanetto posto sulla cassettiera della sua stanza da letto ma, noncurante, aveva supposto d’averlo perso o dimenticato a casa di un’amica.

Solo successivamente la signora, che fino a quel momento si fidava ciecamente dell’operato e della lealtà del badante della madre, ha realizzato che gli ammanchi di preziosi erano molteplici e pertanto, assistita dal fratello, ha messo alle strette l’extracomunitario, il quale all’inizio ha negato ogni addebito ma, successivamente, ha ammesso d’essersi impossessato degli oggetti, venduti a due attività commerciali di “compro-oro” del centro cittadino.

La donna, recatasi in quei due negozi in compagnia del ladro reo confesso, ha avuto conferma dell’inconsapevole vendita dei suoi beni e così è andata a sporgere denuncia nei confronti dell’uomo e, manco a dirlo, licenziandolo in tronco.

Le verifiche effettuate in casa dalla donna hanno aggravato i dispiaceri, dato che è stato scoperto l’ammanco di gran parte delle posate del servizio d’argenteria e dei suoi monili, ovviamente di “soggettivo valore affettivo oltre che economico”.

“Ma il ladro – scrivono i Carabinieri – , forse “senza cuore” ed anche con un pizzico di avidità, ha ulteriormente “infierito” su di lei provvedendo, addirittura, a contestarle formalmente il pagamento dell’ultimo stipendio”.

I militari hanno provveduto ad esaminare i registri dei due negozi di “compro oro” acquisendo le foto degli oggetti, tutti riconosciuti dalla vittima, non riuscendo però a recuperarli perché erano già stati “raffinati” e sottoposti a fusione.

Nella foto: i Carabinieri di Catania intervenuti per il furto nell’abitazione

Barbara Contrafatto