Sono trentanove ed “esigono” una risposta dal presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, sulla grave piaga degli incendi dolosi che sta distruggendo interi territori dell’Isola. Sono le associazioni della Sicilia occidentale (l’elenco, alla fine dell’articolo) che hanno indetto una petizione sulla piattaforma change.org con quasi 50 mila firme raccolte nel giro di un giorno “per inasprire le pene da 5 a 10 anni per i piromani, da equiparare ai disastri ambientali”.  

“L’estate del 2020 – si legge nella lettera indirizzata al governatore Musumeci – che accompagna verrà tristemente ricordata. In soli tre mesi sono bruciati migliaia di ettari di natura in tutta la Sicilia. La catastrofe di Altofonte, della Riserva dello Zingaro, a Messina nella zona di Buonfornello con le fiamme che hanno minacciato l’area archeologica Himera, ed ancora gli incendi di Sagana, Pioppo, il bosco di Monte Moarda (Riserva Serre della Pizzuta), la riserva della Grotta di Entella ed ancora nel trapanese Monte Cofano, Montagna Grande, Segesta, il monte Inici, Macari e Castelluzzo”. 

“La lista – è scritto – non è sicuramente esaustiva. Solo nel 2019, anno migliore di altri, e solo in provincia di Palermo, sono stati segnalati 1600 incendi boschivi (fonte: comandante Vigili del Fuoco). Solo nel paese di Pioppo (PA) negli ultimi 10 anni sono stati catalogati 70 incendi (fonte: Comitato Pioppo cittadini).

“Due inchieste – si dice nella missiva – verranno adesso aperte dalla procura di Trapani (per l’incendio alla Riserva dello Zingaro) e di Palermo (per i 7 incendi appiccati ad Altofonte che hanno provocato l’evacuazione del paese in piena notte). Tante inchieste sono state aperte in questi anni, ma MAI sono stati trovati dei colpevoli e MAI si è riconosciuta una regia unica che appare sempre più chiara”.

“Sosteniamo – dicono le associazioni – l’intervento della magistratura per assicurare i colpevoli alla giustizia, ma esigiamo anche che tutte le istituzioni, regionali e nazionali, riconoscano l’estrema gravità di un fenomeno che è tutt’altro che sporadico o disorganizzato, bensì premeditato, organizzato e finalizzato. Per questo motivo appoggiamo la richiesta dell’assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro, di inasprire le pene per gli incendiari e proponiamo di giudicare gli incendi dolosi in aree boschive e montane come ‘disastri ambientali’, indentificandoli come ecoreati, punibili con la reclusione da 5 a 15 anni (articolo 452-bis del codice penale), dal momento che spesso tali incendi hanno rappresentato un’alterazione irreversibile dell’equilibrio dell’ecosistema interessato”.

“Esigiamo – si afferma nella lettera – che la questione diventi di interesse nazionale, qualora le istituzioni locali fallissero per l’ennesima volta nell’assicurare giustizia e difesa del territorio e dei propri cittadini. Lo Stato deve assumersi la piena responsabilità della tutela del proprio territorio, laddove gli enti locali si dimostrino inadeguati o inefficienti”.

“Esigiamo che le istituzioni prendano degli impegni pubblici seri e agiscano di conseguenza per fronteggiare il fenomeno. Chiediamo che la magistratura indaghi in modo efficace e dissipi in modo professionale e certo la nube fosca che avvolge pastori, piromani esaltati, guardie forestali, business legato ai mezzi antincendio e tutto quello che si sente in giro di più o meno certo. Perché non è possibile che dopo anni di devastazioni del territorio nessuno nelle istituzioni abbia dati e risposte, essenziali per mettere in campo una risposta adeguata o si sia spinto un pò oltre la mera apertura della pratica d’inchiesta della Procura”. 

“Esigiamo una risposta coordinata: di potenziare la sorveglianza del territorio, soprattutto nei giorni con condizioni meteorologiche a rischio; di controllo e regolamentazione del pascolo in ‘aree cuscinetto’ potenzialmente pericolose; di garantire pene adeguate ai crimini commessi, anche la semplice violazione dei divieti anti-rogo; di potenziare mezzi e personale antincendio; di indagare, regolamentare ed eventualmente cambiare sistema di appalti dei mezzi antincendio e quant’altro possa essere d’aiuto nell’arginare il fenomeno”.

“La questione – conclude il documento per il governatore della Sicilia – degli incendi dolosi in Sicilia è estremamente rilevante e grave, sotto tanti punti di vista (di tutela della biodiversità, del paesaggio, perchè favorisce la desertificazione già in atto, perchè reca danni al turismo, perchè mette in pericolo vite umane, etc.) e probabilmente anche per la sua pericolosa riproducibilità in altre aree del paese. ‘Loro’ hanno chiaramente una strategia meticolosa e paziente di aggressione al territorio che si perpetua da decenni. Adesso ESIGIAMO una risposta. Adesso BASTA”.

Questo il comunicato diffuso dalle 39 associazioni:  

“Il Coordinamento Salviamo i Boschi, nato dopo i devastanti incendi del 2017 grazie all’iniziativa di alcune associazioni che già da anni si occupavano di salvaguardia dei boschi in Sicilia occidentale, allarga adesso la sua rete al resto dell’Isola. Al gruppo iniziale, che comprendeva anche sigle storiche dell’ambientalismo come Italia Nostra e WWF, si sono aggiunti adesso FAI, Libera, BCsicilia, molte giovani associazioni come Thàlia APS, Trapani per il futuro, Vivere Slow (solo per citarne alcune), nonché comitati civici come Salviamo i boschi Sicilia Orientale, il Comitato Antudo Lentini e il neo costituito Istituto Terra, che raccoglie la protesta spontanea di tanti cittadini e operatori turistici dell’area di San Vito e Castellammare del Golfo.

Un totale di 27 gruppi, provenienti da varie province della Sicilia e con storie diverse alle spalle, tutti uniti dalla convinzione che non c’è più tempo da perdere: l’emergenza incendi deve diventare una priorità nell’agenda della politica regionale, così come l’intera questione ambientale. Ci sono tante azioni concrete da mettere in pratica, a partire dagli interventi di prevenzione che devono essere eseguiti entro il 15 giugno e non a fine stagione o dall’uso di mezzi di controllo più moderni ed efficaci (tanto per fare qualche wsempio), fino ad arrivare a una riforma della Forestale e a una nuova legge quadro per la salvaguardia delle riserve naturali e del patrimonio boschivo. Ma bisogna farlo subito, prima che il dissesto del territorio provocato dai roghi diventi irreparabile.

Per dare forza alle proprie richieste il Coordinamento ha anche lanciato una petizione su Change. Org che, grazie alla collaborazione tra promotori di altri appelli simili comparsi nei  giorni scorsi in piattaforma, ha già raggiunto quasi 50.000 firme. La conferma che i cittadini sono stanchi di promesse e che la richiesta di affrontare l’emergenza incendi in Sicilia come una priorità assoluta è condivisa da una fetta consistente di opinione pubblica.

In questa battaglia di civiltà contro l’arroganza mafiosa di chi tiene in scacco il territorio ad ogni ventata di scirocco, incurante del fatto che con gli incendi, insieme agli alberi, va in fumo anche una parte del nostro futuro, abbiamo intenzione di seguire tutte le vie, comprese quelle legali.

Dopo la denuncia presentata alla Procura di Trapani nel 2017 le associazioni del Coordinamento stanno preparando un nutrito dossier sugli incendi dell’estate 2020 che andrà a integrare il precedente fascicolo.

La denuncia questa volta sarà portata avanti da un pool di avvocati di Trapani e Palermo, determinati a seguirne l’iter fino all’auspicabile istruzione di un processo con conseguente costituzione di parte civile delle associazioni e di tutti i soggetti interessati.

Link: https://www.facebook.com/salviamoiboschisicilia; mailto:salviamoiboschisicilia@gmail.com

Queste le associazioni e i comitati che fanno rete all’interno del COORDINAMENTO SALVIAMO I BOSCHI.

1. Ass. Circolo Metropolis – Castellammare

2. Ass. Bosco Angimbè – Calatafimi-Segesta

3. Ass. Ecò – Unione ecologisti – Alcamo

4. Ass. Italia Nostra sez. Trapani

5. Ass. Italia Nostra sez. Sciacca

6. Ass. Oasi Zen – Trapani

7. Gruppo Micologico T.Pocoroba – Valderice

8. Unione prov. Movimento Cristiano Lavoratori TP

9. Ass. “PEPPINO IMPASTATO” Cinisi

10. Ass. Laurus Ambiente Alcamo

11. Ass. “ALTROVE APS” Trapani

12. Ass. No Marine Resort – San Vito

13. Ass. Zingaro e non solo – C/mare Golfo

13. Ass. Thalia APS – Alcamo

14. Collettivo Istituto Terra – Macari/San Vito

15. Ass. Vivere Slow – Contessa Entellina

16. Ass. Creativiorizzonti – Valle del Belice

17. Comitato Antudo Lentini

18. Coordinamenti per il territorio contro la Discarica di Armicci e Bonvicino

19. Ass. Albergatori Castellammare-Scopello

20. Ass. AOTS San Vito Lo Capo

21. Delegazione FAI di Trapani

22. Presidio Libera Castelvetrano

23. Salviamo i boschi-NaturAmbiente ODV Giarre

24. Presidio Libera Alcamo

25. Ass. CambiAmenti Castellammare

26. Ass. BCsicilia

27. Ass. Luminaria Palermo

28. Ass. Trapani per il futuro

29. LiberAmbiente Capaci

30. Ass. EtiCologica Marsala

31. Ass. Haramundi

32. Presidio Libera “Piersanti Mattarella” Castellammare del Golfo

33. Associazione Castello Libero ONLUS

34. Aps Erythros – Trapani

35. Asso.Loca.Tur – Castellammare del Golfo

36. Ass. Antica Trasversale Sicula

37. Italia Nostra Coordinamento Regionale

38. MAI Movimento Antincendi Ibleo

39. Gruppo Ambientale Speleologico Trapanese

Redazione