Svolta nel processo per l’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Vince Muscat, uno degli imputati per l’uccisione nel 2017 della giornalista, è stato condannato a 15 anni di carcere. Stamani Muscat, noto come ‘il-Koħħu’, aveva cambiato radicalmente la sua strategia processuale, dichiarandosi colpevole dei capi di imputazione dopo un accordo con la procura e accettando di collaborare nelle indagini.

La sua collaborazione sembra avere già dato i primi frutti, con l’arresto avvenuto oggi di tre uomini sospettati di avere fornito l’ordigno utilizzato per assassinare Caruana Galizia. Si tratta dei fratelli Adrian e Robert Agius e del loro associato Jamie Vella, secondo quanto riporta il Times of Malta. Il quotidiano riferisce inoltre che la grazia completa chiesta da Muscat per la sua collaborazione era stata rifiutata dal governo. L’uomo ha invece ottenuto la grazia per le informazioni fornite su un altro omicidio, quello compiuto nel 2015 dell’avvocato Carmel Chircop.

Muscat, che dovrà pagare anche 42mila euro in spese processuali, era accusato insieme ai fratelli Alfred e George Degiorgio (che invece non hanno cambiato il proprio atteggiamento processuale) di avere installato e fatto detonare l’ordigno che ha ucciso Caruana Galizia nella sua auto nell’ottobre del 2017. Un quarto uomo, l’imprenditore Yorgen Fenech, è accusato di avere pagato i tre uomini per l’omicidio. Fenech nega le accuse.

In una dichiarazione letta in aula, la famiglia di Caruana Galizia ha detto di sperare che l’ammissione di colpevolezza fatta da Muscat possa portare alla “piena giustizia” nella vicenda. Il mese scorso, il figlio della giornalista, Matthew, aveva raccontato in aula che insieme alla madre aveva trascorso gran parte del 2017 ad indagare su una vicenda di corruzione legata alla costruzione di una centrale elettrica da parte della Electrogas, un consorzio del quale è azionista Fenech.

Nella foto: la giornalista Daphne Caruana Galizia

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