“Ho buoni motivi per pensare che col dato ufficiale di domani potremo chiedere al governo non solo l’introduzione della zona gialla, mi piacerebbe se il ministro ci autorizzasse a consentire ai ristoratori e a chi somministra cibo di potere tenere aperti i locali per questo fine settimana fino alle 22, in occasione della festa di San Valentino”.

Confessiamo che la demagogia del governatore della Sicilia, Nello Musumeci, non ci fa incazzare: ci fa tenerezza. Col consueto aplomb, il presidente dell’Isola rivolge un accorato appello al ministro della Salute Roberto Speranza affinché “gli innamorati” – di cui indirettamente si fa portavoce – possano andare a cena “fino alle 22” per onorare il giorno di San Valentino, in modo da accontentare sia loro, sia i ristoratori siciliani – portavoce anche in questo caso – che così possono incassare qualche soldo, dopo la carestia di questi mesi dovuta alla pandemia.

Musumeci alla fine ha ottenuto la “zona gialla”. Del resto, nel giro di qualche giorno i dati Rt dei contagi hanno proiettato la sua regione – per la cui istituzione della “zona rossa”, lo stesso governatore, si era battuto – dal primo all’ultimo posto in Italia. Un dato positivo, che combacia col fatto che la “zona gialla” è stata estesa a quasi tutto il Paese, circostanza che ha portato il governatore della Lombardia Attilio Fontana ad annunciare la riapertura delle piste da sci (e questo ci fa incazzare).

Ci chiediamo se questa classe politica ha contezza della realtà o se vive su Marte, se ha avuto amici o familiari colpiti dal virus: da come si esprime è come se il Covid, per loro, non ci fosse. Non mettiamo in discussione i criteri che regolano le zone rosse, arancioni o gialle: quelli, in teoria, almeno in buona parte, sono giusti. Ci chiediamo se hanno capito come sono fatti gli italiani. Sanno che “zona gialla”, per molti, non è un insieme di regole da rispettare, ma un “liberi tutti” che non prevede regole?

Questa classe politica si reca nelle piazze, nelle strade o davanti alle scuole per vedere gli assembramenti, le persone senza mascherina e non rispettose del distanziamento? Si chiede se il vero problema è la regola o il modo per farla rispettare? Sono sufficienti – per loro – la multa di 400 Euro al cittadino “fuorilegge” o le chiusure dei locali per cinque giorni?

È bastato un lieve miglioramento rispetto ai giorni passati (un indice più basso dello “zero virgola”) per riaprire tutto, dimenticando che il “lieve miglioramento” è dovuto alle ultime restrizioni che confermano che l’unico rimedio efficace contro il virus è la chiusura, con dei ristori adeguati (e sottolineiamo “adeguati” a scanso di equivoci) da parte del governo.

Su questo punto lo stesso esecutivo deve esser chiaro (e speriamo che Draghi lo sia): i soldi per risarcire le categorie colpite ci sono? Se ci sono è giusto erogarli immediatamente, se non ci sono è giusto dirlo per non generare illusioni. Finora non ci risulta che sia stato fatto né l’uno (tranne per il periodo del lockdown) né l’altro.

In compenso l’altra sera il vice ministro alla Salute, Sileri, ha detto più o meno (non lo abbiamo registrato, ma il concetto ci è sembrato questo) che in coincidenza con l’istituzione delle “zone gialle” si sta valutando l’idea di riaprire i ristoranti, così si risparmiano i soldi dei ristori. Ci auguriamo di aver capito male (caso mai ce ne scusiamo con l’interessato), ma se abbiamo capito bene, vuol dire che la nostra concezione negativa sulla politica del governo Conte (almeno sul contrasto alla pandemia) è giusto.

Del resto lo ha affermato anche il professore di microbiologia Andrea Crisanti quando gli hanno chiesto di commentare una foto che ritrae l’allegro assembramento di un bel po’ di gente in “zona gialla”. Non me la prendo con le persone – ha detto il docente universitario – , semmai con gli scienziati che consigliano al governo queste strategie.

Questo nuovo cambio di colore per quasi tutta l’Italia arriva nel momento in cui nel nostro Paese continuano a morire centinaia di persone (fra queste, l’ennesimo amico, Nino Pappalardo si chiamava, cinquantasette anni, allegro e gentile, deceduto improvvisamente dopo essere stata colpito dal Covid), l’immunità di gregge arriverà fra molti mesi, i vaccini scarseggiano, la variante impazza anche in Italia e – secondo gli esperti – colpisce anche i ragazzi e i bambini. 

Luciano Mirone