E’ uno dei dibattiti più “caldi” degli ultimi anni a Catania. Un dibattito fatto di polemiche, di accuse, di proposte. Pomo della discordia: il futuro dei vecchi ospedali della città, dismessi da poco dalla loro funzione originaria, ma oggetto del contendere sulla destinazione futura e anche sul modo di concepire la loro ristrutturazione. Sul restauro del Santa Marta, ad esempio, è sorta una querelle fra il Comune, che ha presentato un progetto, e varie associazioni della città che lo hanno respinto – più o meno cordialmente – al mittente. Sull’argomento proponiamo le posizioni espresse stamane dai sindacati unitari e dall’Amministrazione comunale.  

LA POSIZIONE DEI SINDACATI

«Il riutilizzo degli ospedali cittadini dismessi deve essere inserito in un quadro più ampio che includa l’intero quartiere, la sua storia, i suoi abitanti, i suoi servizi con tutti i risvolti economici, sociali e culturali a essi correlati. Diventa necessaria, quindi, una profonda riflessione sui processi di trasformazione urbana che hanno prodotto una progressiva erosione dei diritti sociali. Così anche gli interventi sulle periferie catanesi, finora in stallo, avranno bisogno di una programmazione immediata e il coinvolgimento delle forze cittadine per costruire un concorso di idee finalizzato a valorizzare tutta la città».

In occasione del lungo confronto online, richiesto a gran voce da associazioni e sindacati a proposito del nuovo progetto di riqualificazione dell’area che per decenni ha ospitato l’ospedale “Santa Marta”, Cgil, Cisl, Uil e Ugl di Catania lanciano all’amministrazione comunale una sollecitazione per una nuova fase di concertazione sui temi della coesione e della conurbazione sociale del territorio. 

«Riteniamo sia stato fondamentale – dicono le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl – avviare un confronto tra l’amministrazione comunale e i cittadini catanesi sul riutilizzo dell’ex ospedale Santa Marta di Catania e gli altri nosocomi dismessi» .

I sindacati giudicano però l’appuntamento “piuttosto tardivo” e temono che ulteriori confronti estemporanei possano «incorrere nel serio rischio di produrre pochi risultati, se non inquadrati in un disegno più ampio e programmato». 

Per Cgil, Cisl, Uil e Ugl provinciali «la centralità che assume il territorio nel determinare la qualità della vita in una città come Catania, deve farci riflettere sui processi di trasformazione urbana che hanno eroso i rapporti tra spazi urbani e i legami sociali, portando a cambiamenti delle funzioni tradizionali, una progressiva fluidificazione e frammentazione delle relazioni, cambiamenti demografici della popolazione».

Per i sindacati la struttura dell’ex ospedale “Vittorio Emanuele” si ritrova ad esempio “incastrata” in 5 quartieri molto popolosi e antichi della città, in un contesto spesso socialmente fragile, dove non esistono centri di aggregazione giovanili e per gli anziani. «Ecco perché – sottolineano – intervenire sulle aree delle strutture dismesse, immaginare di utilizzare gli spazi per ospitare nuovi enti territoriali, come ad esempio un campus, un museo, un poliambulatorio sociale o altre strutture municipali, non può prescindere da una concertazione più “a lungo raggio” con la città. Ma è necessario che qualunque valutazione venga inserita in un quadro più ampio, che includa l’intero quartiere, la sua storia, i suoi abitanti, i suoi servizi e tutti i risvolti economici, sociali e culturali a essi correlati”.  

La Regione Siciliana ha inoltre assicurato che per recuperare le aree nosocomiali dismesse sarebbero disponibili 300 milioni di euro.  “Ecco perché all’amministrazione comunale proporremo un dossier su queste opere, ma anche su quelle che a Catania sono rimaste ferme, da Corso dei Martiri al prolungamento di viale Alcide De Gasperi a Ognina, agli interventi per le periferie dove nonostante i fondi ancora nulla si è fatto. Si tratta di occasioni di sviluppo anche economico ed occupazionale da non sottovalutare e non disperdere, in particolar modo in un momento così difficile per l’economia ed il lavoro come quello che stiamo vivendo. 

Per questo, Cgil, Cisl, Uil e Ugl di Catania invitano l’amministrazione ad attivare nuovi e mirati confronti sugli ospedali dismessi affinché diventino occasione di studio programmatico e di successivo confronto per il bene della città e dei suoi abitanti”.

LA POSIZIONE DEL COMUNE

“Assieme alle altre parti istituzionali e alle organizzazioni della società civile, abbiamo segnato il primo importantissimo passo di un confronto ampio e partecipato per definire costruttivamente il futuro degli ospedali dismessi e della storica zona dell’Antico Corso che è il cuore della nostra città. Ringrazio ancora il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore Ruggero Razza perché hanno confermato coi fatti un’attenzione senza precedenti verso la città di Catania in termini di investimenti con stanziamenti già erogati e progetti in via di definizione, mentre gli spunti offerti dai contributi sono stati tutti di grande valenza”.

Lo ha detto il sindaco Salvo Pogliese commentando la grande partecipazione e l’interesse suscitato dalla video conferenza promossa insieme all’assessore all’urbanistica Enrico Trantino con la partecipazione del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, del Magnifico Rettore Francesco Priolo, della Soprintendente Donatella Aprile, del capo del Genio Civile Luciano Zuccarello ma anche di Ersu, enti cointeressati, ordini professionali, organizzazioni sindacali e datoriali, associazioni e organizzazioni di base dei cittadini e ambientaliste, tecnici ed esperti urbanisti, tra cui il consulente dell’Amministrazione Comunale per il Piano regolatore Generale Paolo La Greca che condotto i lavori; il presidente del consiglio comunale Giuseppe Castiglione e quello della commissione urbanistica Manfredi Zammataro con altri rappresentanti del civico consesso e il presidente del primo Municipio Paolo Fasanaro. 

Quasi cento i collegamenti registrati sulla piattaforma Google Meet, in pratica tutti i soggetti invitati, oltre cinquantamila le visualizzazioni complessive sulla pagina Facebook del Comune di Catania e di Urbamet, di un tavolo di dibattito che ha visto protagonisti, con oltre trenta interventi programmatici, le diverse espressioni associative e professionali.

Il presidente della Regione ha illustrato in dettaglio i progetti per la città di Catania:”Al netto delle polemiche di cui non mi occupo –ha detto il capo del governo regionale- ribadisco che insieme al sindaco Salvo Pogliese da oltre un anno abbiamo stabilito che la parte del Vittorio Emanuele che fronteggia via Plebiscito verrà destinata al museo storico della Città con un azione di riqualificazione conservativa. Un un altro parte a spazi per studenti e residenze universitarie ma anche laboratori dell’Accademia di Belle arti, con un grande parco verde nel cuore dei 22 edifici esistenti nell’area, molti dei quali di nessun pregio che verranno demoliti.

L’ex ospedale Ferrarrotto – ha proseguito Musumeci –potrebbe essere messo in relazione al riutilizzo del Vittorio Emanauele.  Sul Santa Marta, invece, in linea alle prescrizioni del Prg stiamo eliminando quella bruttura su cui per molti anni in tanti hanno chiuso gli occhi, valorizzando l’edificio settecentesco del Vaccarini di cui molti catanesi sconoscono l’esistenza.

Quello che abbiamo presentato lo scorso 23 gennaio è solo un’ipotesi progettuale che va tenuta in considerazioni insieme ad altre e su cui fare una sintesi in tempi brevi, perché a Catania sono settanta anni che non si avvia un vero processo di rigenerazione urbana”. La sinergia con il governo regionale, il Comune  e l’Università è stata sottolineata dal Magnifico Rettore dell’ateneo Francesco Priolo che ha evidenziato “le impellenti necessità di nuovi spazi universitari per via dell’aumento degli iscritti”, mentre l’assessore Trantino ha sottolineato la necessità di “evitare posizioni strumentali che non aiutano le opportunità di sviluppo che ci offrono i grandi investimenti che sta facendo la Regione Siciliana per Catania”.

In tema di urbanistica, l’assessore Trantino con il direttore dell’urbanistica Biagio Bisignani, ha reso nota l’istituzione di un Urban center per attivare un confronto permanente  sui temi della rigenerazione urbana e il parere positivo della Soprintendenza al nuovo studio di valorizzazione del centro storico che a breve verrà sottoposto alla giunta e al consiglio comunale”. Martedì 9 febbraio il sindaco Salvo Pogliese relazionerà su sua richiesta al consiglio comunale, convocato in seduta straordinaria, sul futuro degli ospedali dismessi: ”Sono 116 milioni che diventano il triplo se contiamo quelli disponibili sulla edilizia sanitaria, le somme che la Regione mette in campo  per Catania –ha detto il sindaco Salvo Pogliese-.

A quelli che riguardano l’utilizzo dei vecchi ospedali, vanno aggiunti i tre parcheggi scambiatori e il nuovo palazzo di giustizia, manche il centro direzionale della Regione che sorgerà alla circonvallazione nei pressi di Monte Po proprio accanto alla fermata Fontana della Metro e, inoltre, altri dieci milioni per la zona industriale. Sono tutti interventi coerenti con le linee guida del Prg che il consiglio ha adottato lo scorso 19 ottobre 2019. Continueremo questo percorso di confronto con il mondo dell’associazionismo e delle professioni, coi tavoli di approfondimento che il professore La Greca condurrà come sempre con sagacia e lungimiranza, ovviamente in sintonia alle indicazioni del consiglio comunale”. 

Nella foto: l’ospedale Vittorio Emanuele di Catania

Redazione