Si è svolta questa mattina a Gravina di Catania, davanti alle ville confiscate alla famiglia Zuccaro del Clan Santapaola, la conferenza stampa delle associazioni per illustrare i progetti per il riuso sociale dei beni confiscati alla mafia. I progetti sono stati presentati all’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati lo scorso gennaio, nell’ambito del bando per l’affidamento degli immobili agli enti del terzo settore. Alla conferenza stampa sono intervenuti Giovanni Caruso e Matteo Iannitti per i Siciliani giovani, Dario Pruiti e Saro Rossi di Arci Catania, Nicola Grassi di Asaec Antiestorsione, Manuele Manente del Co.p.e., Renata Cardì dell’associazione Oltrefrontiere, Maurizio Musmeci del circolo etneo di Legambiente.
![](https://www.linformazione.eu/wp-content/uploads/2021/02/Gravina-2-600x450.jpeg)
Un momento della conferenza stampa sui beni confiscati alla mafia svoltasi stamattina a Gravina. Sopra: gli striscioni delle associazioni partecipanti
“In questi mesi di denunce sulla malagestione dei beni confiscati alla mafia da parte delle Istituzioni, dopo essere venuti qui a Gravina a constatare lo stato di abbandono, la vandalizzazione e persino l’occupazione delle ville confiscate, abbiamo preteso un deciso intervento delle Istituzioni per non vanificare le ragioni della Legge Rognoni La Torre. Oggi siamo qui – hanno dichiarato i rappresentanti delle associazioni – per dimostrare che mentre chiediamo allo Stato di fare il suo dovere, noi siamo pronte e pronti a fare la nostra parte, presentando proposte di gestione dei beni confiscati con l’obiettivo di dare nuova vita agli immobili e restituirli alla collettività”.
La rete di associazioni ha presentato il progetto “Caracol – Villaggio solidale” volto a trasformare alcune delle ville confiscate alla famiglia Zuccaro in centri di aggregazione sociale. È prevista la creazione di una sala d’incisione per giovani musicisti, un centro di formazione sui temi dell’inclusione, della mobilità internazionale, dell’antimafia sociale, uno sportello di lotta e denuncia al racket e all’usura. Il nome Caracol deriva dall’esperienza zapatista. I Caracol sono i villaggi del Chiapas dove si sperimenta la condivisione e l’autogoverno. Gli spazi saranno messi a disposizione di associazioni, cittadine e cittadini del territorio per realizzare e proporre attività. Il progetto Caracol – Villaggio Solidale è stato presentato da I Siciliani giovani, Arci, Asaec, Co.p.e. e Oltrefrontiere.
![](https://www.linformazione.eu/wp-content/uploads/2021/02/Pedara-600x450.jpeg)
Uno scorcio di bosco in territorio di Pedara (Catania) confiscato alla mafia e valorizzato dalle associazioni
È stato presentato all’ANBSC anche il progetto “Bosco d’Incanto” volto a restituire alla collettività un bosco confiscato alla mafia in via Cozzarelle a Pedara, nel parco dell’Etna. Un piccolo bosco confiscato decenni fa a un imprenditore a disposizione del clan Laudani. Un terreno probabilmente destinato a speculazione edilizia e salvato dalla confisca. Un bosco di querce, in parte deturpato dalle discariche abusive e in parte rimasto incontaminato. Il progetto è volto a valorizzare l’intera area, realizzando percorsi didattici e naturalistici. Inoltre uno spazio del bosco sarà destinato all’arte e alla musica, attraverso eventi ed attività svolte in totale armonia con la natura. Il progetto “Bosco d’Incanto” è promosso da Arci, I Siciliani giovani, Legambiente Circolo Etneo, Spazio Oscena. Con il patrocinio e il sostegno del Comune di Pedara.
La presentazione di questi progetti costituisce solo un primo passo verso l’effettiva fruibilità dei beni confiscati. Adesso toccherà all’Agenzia Nazionale esaminarli e assegnare i beni alle associazioni che hanno presentato le proposte migliori.
“È stata un’impresa davvero difficile presentare questi progetti – dichiarano le associazioni – per via delle condizioni dei beni, spesso abusivi o in pessimo stato, per via dei termini del bando che ignoravano la natura no profit delle associazioni. Nonostante questo abbiamo deciso di andare avanti e presentare le nostre proposte. Per continuare il nostro impegno affinché, nonostante l’arroganza dei clan e la malagestione delle Istituzioni, i beni confiscati possano davvero essere riutilizzati per scopi sociali”.
Redazione
Lascia un commento...