“La Valle del Mela non può essere la zona della Sicilia dove si cerca di installare altri impianti industriali oltre a quelli già esistenti e sappiamo benissimo tutti del degrado ambientale che subiamo pagandone, nostro malgrado, le conseguenze. Subiamo 50 anni di industrializzazione, per una scelta scellerata fatta dai nostri politici nel passato, con migliaia di morti e malati ed è arrivato il momento di cambiare passo”.

Sono le parole di Angela Musmeci Bianchetti, consigliera comunale di Pace del Mela, un paese in provincia di Messina a due passi da Milazzo, una zona che ha pagato pesanti tributi all’industrializzazione selvaggia del petrolio e dei rifiuti.

In questa nota la consigliera comunale, oltre ad attaccare le istituzioni per alcune “scelte sbagliate”, lancia una pesante stoccata a Legambiente per averle “avallate”.

“I rifiuti – scrive Musmeci – devono essere regolarmente trattati tramite l’utilizzo di impianti che non arrecano danno all’ambiente e alla salute dei cittadini, ma non si può avallare la realizzazione di un impianto violando la Legge Regionale”.

L’Amministratrice di Pace del Mela si riferisce ad un impianto in particolare: “Non è comprensibile – dice – che a meno di 200 metri dalle abitazioni si era pensato di trattare la frazione umida della raccolta differenziata. Ci rendiamo conto che con l’enormità dei rifiuti che oggigiorno vengono raccolti, in qualche modo si devono smaltire? Questi impianti devono essere realizzati lontani dai centri abitati”. 

“Qualcosa non mi torna”, puntualizza la consigliera. “Non comprendo come un’associazione ambientalista come Legambiente continui ad attaccare le associazioni della Valle del Mela che lottano da anni, e la commissione regionale, che hanno svolto il loro ruolo secondo i dettami normativi”.

“Mi dispiace dirlo – incalza Musmeci Bianchetti – ma l’associazione Legambiente, negli anni, ha cambiato forse la sua missione, perché in più occasioni ha appoggiato la realizzazione di impianti industriali (ad esempio l’impianto realizzato a San Pier Marina), a mio parere autorizzato con diverse illegittimità”.

“Tutto davvero molto strano”, seguita. “L’associazione – puntualizza – ha avuto, in alcune iniziative, come partner, qualche azienda”. La consigliera comunale di Pace del Mela non specifica di quale azienda si tratta, ma stigmatizza il comportamento di Legambiente che “dovrebbe esprimere posizioni obiettive, sempre a difesa dell’ambiente e della popolazione”. 

“Se un impianto non rispetta la Legge – aggiunge – non deve essere autorizzato: i continui attacchi hanno solo come scopo primario quello di demolire la legalità, le norme e le leggi e questo è veramente un paradosso”. 

“Vorrei vedere i vertici nazionali, regionali e locali di Legambiente vivere a pochi passi da un impianto di rifiuti: loro invece abitano a chilometri di distanza, quindi non subiscono nulla. Bisogna avere l’umiltà e la dignità di avere rispetto nei confronti di quei cittadini che sono costretti a convivere con le industrie, che come panorama dai loro balconi vedono ciminiere e serbatoi, che sono vittime di puzze, fumi, rumori”. 

“A2A aveva progettato il nuovo impianto considerando di trattare la ‘munnizza’ della frazione organica proveniente dalla Provincia di Messina, estendendo il bacino di utenza alle province di Catania, Enna e Palermo.  Una vera assurdità che non è assolutamente tollerabile. Mezza Sicilia doveva conferire ad Archi. Gli abitanti della Valle del Mela non sono i ‘babbi’: l’azienda guadagnava milioni di euro ed i cittadini continuavano a subire”. 

“Sulla vicenda – seguita la consigliera comunale – dell’impianto di A2A mi sorgono diverse perplessità: se la legge prevede che gli impianti devono essere inseriti nella pianificazione della Società Regolamentazione Rifiuti (Srr), perché l’industria non ha risposto agli avvisi pubblicati dalla SRR, che chiedeva di manifestare la disponibilità ad Enti pubblici e privati per individuare aree idonee a realizzare impianti?” 

“Non vorrei che A2A abbia ancora in progetto di realizzare l’inceneritore e che l’impianto dell’umido serva solo come apripista per trasformare la Valle del Mela nella pattumiera della Sicilia e ripresentare il progetto dell’inceneritore. Ricordo che le associazioni hanno chiesto ufficialmente all’industria di ritirare i ricorsi al Tar sull’inceneritore ed i vertici non hanno accolto la proposta”. 

“Bisogna trovare una soluzione per la gestione integrata dei rifiuti rigorosamente rispettosa dell’ambiente e senza creare problemi ai cittadini. É il momento di una concertazione democratica e trasparente, quindi un tavolo fra Regione Siciliana, SRR, Comuni e Associazioni per individuare la tipologia di impianti e la localizzazione”.

Nella foto: una manifestazione contro l’inceneritore previsto nella Valle del Mela (Messina)

Redazione