Tutelare l’agricoltura biologica in Sicilia e tutti i Biodistretti che la applicano in modo coerente rispetto alla cultura del cibo sano, della deterrenza al surriscaldamento globale e della desertificazione della terra. Ma per raggiungere queste finalità, la buona volontà non basta. E’ necessario che questi progetti siano trasformati in legge. E’ quanto chiedono le associazioni AIAB Sicilia, Rete Fattorie Sociali Sicilia e i Biodistretti AIAB siciliani (Eolie, Valle del Simeto, Borghi Sicani e Terre degli Elimi) con una lettera al governatore della Regione Sicilia, Nello Musumeci, e ai parlamentari dell’Isola. 

Le associazioni firmatarie “manifestano la necessità di rafforzare il futuro dell’agroecologia e dell’agricoltura biologica, facendo riferimento al recente cammino normativo di approvazione all’ARS di una serie di disegni di legge (Ddl) “per lo Sviluppo e la tutela dell’agricoltura biologica”.

Si tratta di progetti che costituiscono “i primi passi per la valorizzazione dell’agroecologia nella prima regione in Italia per estensione di terre coltivate in biologico”

Per questo le associazioni firmatarie chiedono alla Regione di approvare il piano normativo proposto per tutelare “l’agricoltura biologica all’interno di quelle aziende che applicano i metodi agroecologici nel territorio regionale”.

“Tale norma – scrivono – ha il compito di salvaguardare le colture dagli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) e consolidare l’impianto normativo del Farm to Fork, ossia di quel sistema su cui l’Unione Europea sta investendo sforzi e ingenti risorse economiche per favorire una transizione Agroecologica”.

“Ciò che chiediamo – dicono i sottoscrittori della lettera – è la riconversione agro-ecologica del sistema agroalimentare siciliano, il consolidamento del sistema dell’agricoltura biologica, che è il sistema di certificazione ad oggi riconosciuto a livello nazionale, europeo e mondiale”.

“Tutto ciò – dicono – equivale ad affermare un modello di produzione oramai riconosciuto a livello mondiale, volto a garantire la sfida alimentare dei prossimi anni, la salvaguardia dell’ambiente, il contrasto alla desertificazione ed al riscaldamento globale”.

Ma per rendere efficace il progetto, scrivono le associazioni firmatarie, è necessario varare in parallelo un’altra legge regionale “che riconosca i Biodistretti e permetta di programmare un piano d’azione regionale di sviluppo che a oggi è assente”.

Solo in questo modo, dicono le associazioni, si possono creare le condizioni per fare della Sicilia la punta di diamante in Europa in fatto di agricoltura biologica e “al passo con gli obiettivi di Agenda ONU 2030, del Green Deal, del Farm to Fork e di Biodiversità 2030”.

Luciano Mirone