19,8%. Questo il numero – ovvero il rapporto fra i test eseguiti e i contagi: il più alto d’Italia – che fa precipitare la Sicilia in piena emergenza Covid e nel dramma collettivo. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando chiede che l’intera regione venga definita Zona Rossa: “Siamo di fronte al dilagare dell’epidemia – dice -, spinto anche da comportamenti irresponsabili di tanti. Oggi si è registrato un ulteriore aumento dei contagi e, fatto ancor più preoccupante, un indice di positività che sfiora il 20%, con gli ospedali e i Pronto soccorso prossimi alla saturazione. Prima che sia troppo tardi, prima che si contino in Sicilia migliaia di morti, torno a chiedere al Governo nazionale di dichiarare la nostra regione Zona Rossa”.
Orlando aggiunge: “In attesa che questo avvenga, chiedo al Presidente Musumeci di provvedere a dichiarare Zone Rosse tutti i capoluoghi, che sono quelli più esposti, come dimostrano i dati di Catania, Messina, Palermo e Siracusa”.
Questi i dati registrati oggi in Sicilia: 1.733 i nuovi contagiati al Coronavirus in Sicilia su 8.736 tamponi processati. Il tasso di positività è del 19,8%: il più alto in Italia. Le vittime sono state 33 nelle ultime 24 ore che portano a 2.728 deceduti dall’inizio della pandemia. I positivi sono complessivamente 41.506. I guariti sono 592. Negli ospedali i ricoveri sono 1.473, 12 in più rispetto a ieri, dei quali 208 in terapia intensiva, 3 in più rispetto a ieri. La distribuzione nelle province vede Catania 460 nuovi casi, Palermo 449, Messina 287, Ragusa 64, Trapani 130, Siracusa 201, Caltanissetta 79, Agrigento 35, Enna 28.
Questo il commento dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza: “Ci aspettiamo ancora per qualche settimana una crescita del contagio e, quindi, una fase di tensione per le strutture ospedaliere, territoriali e per le aree di emergenza”. Lo dice l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, commentando gli ultimi dati dell’emergenza Covid in Sicilia dove si è raggiunto un tasso di positività del 19,8%, il più alto in Italia”.
Il sindaco di Messina, Cateno De Luca: “Da domani intensificheremo i controlli in città anche con i droni che attiveremo nelle zone più sensibili. Messina ha percentuali preoccupanti per l’emergenza Covid che ci hanno portato in zona rossa, parliamo addirittura di un tasso di positività del 34,5%”.
“A preoccupare – sottolinea De Luca – è il rapporto dei posti letto occupati in terapia intensiva che è del 70% e quello dei ricoveri ordinari che è del 75%. Sono numeri tra i più alti d’Italia e per questo rispetto alla ordinanza predisposta dalla Regione farò ulteriori restrizioni perchè la situazione è allarmante. L’Asp – conclude il sindaco – ha comprato un software per gestire una banca dati che ancora non esisteva sui positivi, meglio tardi che mai”.
Il professor Cristoforo Pomara, direttore del dipartimento di medicina legale del Policlinico di Catania e componente del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19 in Sicilia: “Si ponga immediatamente fine ai test nei ‘drive-in’, perché è troppo alto il numero dei falsi negativi”. Il docente universitario, tra i fautori di misure rigide per il contrasto alla pandemia, sostiene questa tesi anche alla luce delle nuove strategie di testing diffuse ieri dalla direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della salute. “I test rapidi – spiega Pomara – hanno un senso se adoperati con criterio: ovvero su base anamnestica e su comunità circoscritte e soprattutto se ripetuti frequentemente in caso di negatività. Da ieri, finalmente – sottolinea il professore – il ministero ha fatto in parte chiarezza sul tema che da tempo i tecnici avevano posto in evidenza e sul quale come analista del rischio più volte mi sono espresso. Visto poi che mi pare, almeno a parole, che si voglia dare priorità alla scuola allora lo si faccia. Si dia ora assoluta priorità alla scuola e alle università e si programmino lì strutturate campagne di tracciamento con i tamponi rapidi. Si è già perso qualche giorno. Si pensi ad organizzare subito con le scuole e dentro le scuole – conclude – una costante campagna di screening continuativo su docenti e alunni su base volontaria e campioni prestabiliti”.
Redazione
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