Il coordinamento siciliano dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi) chiede il rilascio immediato dei diciotto pescatori di Mazara del Vallo sequestrati dai militari libici del generale Haftar in acque internazionali ed “esprime viva solidarietà e sostegno alle famiglie”.

“Da oltre tre mesi – dice la nota dell’Anpi – i due pescherecci, Antartide e Medinea, si trovano ormeggiati nel porto di Bengasi. I pescatori – che non hanno mai avuto formalizzazione dell’accusa – 8 mazaresi, sei tunisini residenti a Mazara da diversi decenni, due senegalesi e due indonesiani sono rinchiusi nel carcere di El Kuefia”.

“Nel corso di questi mesi – si legge – l’angoscia delle famiglie è diventata sempre più drammatica. In diverse occasioni, con il sostegno di cittadini, strutture sociali e della Diocesi di Mazara, hanno ripetutamente e pubblicamente manifestato il proprio dolore; davanti a Montecitorio a Roma hanno organizzato un presidio con carattere permanente”.

“L’ANPI Sicilia, nel richiedere l’immediata liberazione dei diciotto lavoratori sequestrati, esorta il Governo nazionale a mettere in atto le risolute azioni necessarie all’immediata liberazione dei pescatori. I rapiti, dopo novantasei giorni di reclusione nel carcere, e le loro famiglie, non possono più aspettare”. 

L’associazione partigiani inoltre “invita le strutture istituzionali siciliane e nazionali varie, le forze politiche e sociali, ad attivare tutte le incisive iniziative di sensibilizzazione e supporto”.

Nella foto: un peschereccio ormeggiato nel porto di Marara del Vallo (Trapani)

Redazione