Trentacinque dipendenti del Centro stampa di Catania del “gruppo Ciancio” rischiano di perdere il posto di lavoro “per la mancata volontà” del presidente dello stabilimento Ites, Mario Ciancio Sanfilippo, editore del quotidiano La Sicilia, “di investire su un piano industriale serio”.

“Non riteniamo – dicono – per nulla supportata da una logica comprensibile, la decisione ultima di stampare il quotidiano La Sicilia nel centro di Messina: il passaggio, anche a seguito dall’abbandono più recente di altri grandi quotidiani, come quello del Gruppo Gedi (La Repubblica, ex gruppo L’Espresso) e l’Avvenire, ha rafforzato il timore di un licenziamento collettivo. Risulta poi evidente – scrivono – a tutti come il caso si sia aggravato a partire dallo scorso marzo, da quando la società ETIS è tornata sotto la conduzione di Ciancio Sanfilippo; da quella data ad oggi, sono state perse le commesse dei tre quotidiani  (il contratto di Avvenire sarebbe scaduto ad Aprile 2021 ma la risoluzione è stata invece anticipata al 14 Dicembre). Sembra quasi che l’unico obiettivo della società fosse quella di chiudere i battenti in silenzio, senza preoccuparsi del destino dei lavoratori, divenuti degni di nessun interesse nonostante i grandi sacrifici da loro affrontati  in questi anni per sostenere l’azienda, garantendo la stampa anche quando non venivano pagati con regolarità gli stipendi”.

Un momento della protesta dei 35 dipendenti del Gruppo Ciancio. Sopra: il loro striscione

I sindacati Cgil, Cisl e UIL, unitamente a Slc Cgil, Fistel CISL , Uilcom Uil, con Assostampa di Catania, sono durissimi con l’editore catanese e ieri sera – si legge nella nota – “sono stati al fianco dei dipendenti della ETIS che hanno protestato nella Zona Industriale contro lo smantellamento del Centro stampa e gli oramai imminenti licenziamenti”.

I sindacati evidenziano il “profondo sconforto” per il “trattamento subito in questi mesi dai lavoratori da parte della proprietà e chiedono un confronto urgentissimo in Prefettura con  l’editore Mario Ciancio Sanfilippo, presidente di Etis 2000 SpA e con il suo staff legale”. 

Le organizzazioni sindacali “ritengono inoltre che possano esistere  i presupposti per chiedere un “tavolo” di confronto anche al Ministero per lo sviluppo economico, sottolineano anche che l’ attuale crisi iniziata nel 2014 con la “fuga” dei quotidiani Corriere dello Sport e Tutto sport, si sia evoluta a danno dei 33 poligrafici e dei 2 amministrativi a tempo indeterminato, che in cambio dei loro sacrifici “oggi si ritrovano con un centro svuotato per mancanza di commesse che sono state volutamente trasferite altrove”. 

“Nella vertenza ETIS appare dunque evidente come sia mancata la volontà da parte dei proprietari di investire e creare i presupposti per una modernizzazione in chiave digitale, e nel presentare un piano industriale serio – si legge nel comunicato – . Questi lavoratori, nonostante le proteste e dopo anni di tribolazioni tra contratti di solidarietà e cassa integrazione, oggi riescono a sopravvivere solo grazie alla temporanea sospensione dei licenziamenti concessa a seguito del bonus COVID. Una condizione destinata a finire molto presto”.

I sindacati dicono all’unisono, assieme con Assostampa di Catania, che “non indietreggeranno di un solo passo” in questa vertenza con l’editore Ciancio.

Redazione