Premesso che non siamo scienziati e che quindi queste riflessioni non sono supportate da alcun dato, qualcuno può spiegarci in modo semplice e chiaro (possibilmente in italiano) cos’è il Covid-19 e perché sta falcidiando l’umanità? Siamo sicuri che ci è stato spiegato tutto? Siamo sicuri che ci sono state spiegate in maniera completa le origini, il comportamento e l’imprevedibilità del virus?

No, perché malgrado la nostra ignoranza in materia, una cosa pensiamo di averla capita: che fra gli stessi esperti regna una confusione pazzesca (non parliamo della politica, che brancola nel buio anche per le incertezze create dal mondo scientifico), al punto da portare molta gente ad agire in base all’umore e non in base alla scienza.

Ci hanno detto tutto e il contrario di tutto nel giro di pochi mesi. E’ pericoloso… E’ una banale influenza… Mieterà più vittime del terrorismo… In estate passerà… Sta perdendo la sua carica aggressiva… Colpisce solo gli anziani… Ma no, colpisce anche i giovani… E le donne?… Apriamo gli stadi… Chiudiamo gli stadi… Apriamo le discoteche… Chiudiamole… Le mascherine sì… Le mascherine no… I nomi sì… I nomi no.

Avete presente quando si cammina in mezzo a una coltre di nebbia fittissima e non si vede niente? E’ esattamente quello che proviamo.

E di certe parole incompresibili ne vogliamo parlare? Contact tracing, network testing, spike, cluster, hub, call, covid hospital, droplet, smart working, lockdown (tanto per citarne alcune) e tutta quella terminologia usata da molti organi di informazione che evidentemente non si rendono conto di parlare ad una comunità globale composta anche da analfabeti, da semi analfabeti, da gente che sconosce tantissime parole difficili.

E ne vogliamo parlare delle definizioni scientifiche che ogni giorno ci tocca ascoltare senza capirci un accidente, o perfino degli acronimi (ovvero le iniziali di diverse parole, le sigle) che si dà per scontato che il comune mortale debba conoscere? Ecco: tutto questo contribuisce alla confusione.

Certo, il virus ci ha colti alla sprovvista. Non solo non siamo preparati ad affrontare una pandemia di queste proporzioni, ma non siamo preparati neanche a spiegarla, e quando cerchiamo di farlo cadiamo in contraddizione. Non per impreparazione, ma per qualcosa che, al contrario, sfugge perfino alla logica degli scienziati.

Se un luminare come il prof. Massimo Galli, direttore della Scuola di specializzazione di Malattie infettive di Milano, autore di centinaia di testi sull’argomento, a proposito del Covid-19 sostiene, “in cinquant’anni di carriera, non ho mai visto qualcosa del genere”, è possibile che qualcosa sfugga perfino alla scienza? È possibile che Galli si riferisca solo all’esperienza che ha maturato sul campo e non all’ampia pubblicistica che ha studiato e che si sofferma sulle malattie infettive sviluppatesi nel corso dei secoli? Non lo sappiamo, ma ripetiamo anche a costo di apparire complottisti: qualcosa sfugge.

Un caso che il premier inglese Boris Johnson – convinto assertore dell’”immunità di gregge” – abbia sottovalutato il problema consentendo a milioni di cittadini britannici di frequentarsi senza mascherina e senza il rispetto delle distanze di sicurezza, salvo a cambiare strategia quando lui stesso è stato colpito dal virus?

Un caso che l’ex presidente degli Usa Donald Trump abbia negato l’esistenza del Covid, fino ad esserne contagiato?

Un caso che si siano aperti i cancelli degli stadi per consentire ai tifosi di assieparsi in tribuna per vedere le partite di coppa o di campionato? Un caso che in Italia si è creduto che il caldo avrebbe annientato il virus?

Crediamo di no. I governi agiscono in base a quanto consigliato dagli scienziati (di prim’ordine) da cui sono attorniati.

Perché a un certo punto del suo mandato – alla fine, cioè quando si è accorto che rischiava di perdere le elezioni a causa del coronavirus, come è puntualmente successo – Trump ha puntato il dito contro la Cina, accusandola di avere diffuso il virus? Perché la Cina ha smentito, contro-accusando l’America? Confusione anche in questo caso, aggravata dal fatto che né gli Stati Uniti, né la Cina hanno portato prove per suffragare le loro tesi.

La verità, forse (forse…), sta in mezzo. Tutti abbiamo sottovalutato il virus. Molti per ignoranza. Altri, come gli esperti, per qualcosa di cui, come dice l’ottimo prof. Galli, non hanno mai avuto contezza neanche attraverso i tanti libri che hanno studiato. Del resto, se fosse vero il contrario, non ci saremmo trovati in questa situazione.

In attesa che qualcuno ci spieghi se davvero qualcosa sfugge ed eventualmente cosa (magari in maniera comprensibile), è bene rifugiarsi nelle certezze. La virologa Ilaria Capua – una studiosa che si fa capire benissimo – ha usato una metafora: facciamo finta che il pianeta sia colpito improvvisamente da una glaciazione. A quel punto gli esseri umani che fanno? Si barricano in casa per evitare di morire. La situazione creata dal coronavirus è la stessa, solo che nel primo caso la condizione è percepibile, nel secondo no. Quindi in casa, prima che prendiamo freddo.

Luciano Mirone