A Belpasso (Catania) un altro decesso causato dal covid, il sesto da agosto ad oggi (più i 3 della Fase 1). E’ un uomo di 70 anni di cui non sappiamo nulla, tranne che – come comunica stasera il sindaco Daniele Motta – aveva patologie pregresse. Solo questo. Del resto, fare i nomi dei morti da coronavirus è proibito dalla legge sulla privacy – che può essere superata solo dai familiari più stretti, se lo ritengono opportuno – ma non si può fare a meno di notare come il virus sta modificando profondamente le abitudini di una comunità, che anche in questo caso, diventa specchio di una Nazione: mentre fino a diversi mesi fa, tutti si chiedevano “chi è morto?”, oppure “chi è contagiato?, adesso ci stiamo talmente assuefacendo al peggio che certe notizie le guardiamo con una certa distrazione. Forse perché ci stiamo convincendo – o magari vogliamo convincerci – che il virus è mutato, che colpisce solo gli anziani sofferenti, ma restiamo sbigottiti quando agisce anche sui più giovani perchè è talmente imprevedibile da riuscire a beffare perfino gli scienziati.

Talmente imprevedibile da sconvolgere perfino le tendenze numeriche, a Belpasso talmente schizofreniche da registrare da un lato 6 morti e 199 contagi in tre mesi, e dall’altro 20 guariti (altro dato eclatante) e “solo” 4 nuovi contagi nelle ultime 24 ore. I casi attualmente attivi sono 11, 82 i guariti. Tra i casi attivi, gli ospedalizzati sono scesi da 16 a 11. “Sono profondamente dispiaciuto” per quest’altro decesso, scrive il sindaco: “sentite condoglianze alla famiglia da parte mia e dell’Amministrazione”.

“Sento il peso del bilancio dei deceduti nel nostro Comune – aggiunge Motta – che, tra prima e seconda fase, si sta incominciando a fare pesante (9 in totale)”.

“E’ pesante anche il bilancio giornaliero nazionale – spiega il primo cittadino – , quasi 40.000 nuovi contagi e oltre 400 deceduti, che ancora una volta ci conferma quanto dobbiamo ‘rimanere in trincea’, quanto e bene dobbiamo rispettare le regole, le direttive, senza ribellarsi perché non vi è nulla di più importante dinanzi alla salute, nostra, dei nostri cari e della propria comunità da cui deriva una società civile operosa che produce servizi, economia e dunque benessere”.

“In questa ‘battaglia’ – conclude il sindaco – non c’è, infatti, solo “IO” , ci deve essere il “NOI”, e non è retorica perché davvero siamo tutti collegati, dal bene di uno, deriva il bene di molti: se rispettimo le regole stiamo bene, se stiamo bene non contagiamo, se non ci sono contagi ritorneremo presto a vivere alla normalità”.

Nella foto: Belpasso (Catania) dall’alto

Luciano Mirone