Dopo lo scontro per il futuro di 200 lavoratori dello stabilimento Pfizer di Catania (dove si è detto che potrebbe essere prodotta una parte di vaccino anti Covid) fra la stessa azienda e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, prende posizione il sindacato Ugl. Ed è una posizione di polemica velata, perché “in un momento come questo bisogna marciare uniti”.

Il momento riguarda, come detto, due fatti importanti: il vaccino contro il virus e il destino dei 200 dipendenti Pfizer, per cui ieri e oggi Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato la loro astensione dal lavoro.

IL VACCINO. “Sul vaccino – dicono il segretario provinciale della federazione Chimici dell’Ugm, Carmelo Giuffrida, assieme al suo vice Anna Greco ed ai rappresentanti sindacali aziendali Angelo Mirabella e Francesca Cassone – non ci sembra corretto alimentare illusioni visto e considerato che il nostro impianto non è adatto per la lavorazione di prodotti biotecnologici e per essere riconvertito, in questo senso, ci vuole del tempo. È ovvio che, a questo punto, in un momento in cui nei primi mesi del 2021 il farmaco potrebbe andare in distribuzione, appare assai difficile che Catania diventi in poche settimane polo produttivo per il sud Europa. Diversamente, la nostra fabbrica potrebbe benissimo candidarsi come hub di stoccaggio per l’area Euromediterranea”

IL FUTURO DEI 200 LAVORATORI. La posizione dell’Ugl, come detto, si inserisce in un contesto di tensione per il destino di 200 lavoratori che rischiano il posto di lavoro. “Pur comprendendo – dicono – le ragioni dei circa 200 lavoratori in somministrazione (in carico ad agenzie interinali ed assunti temporaneamente per lo svolgimento di un programma di lavoro) che giustamente temono di non vedersi rinnovare il contratto in scadenza a fine mese, crediamo che in una fase così delicata come quella attuale, ogni azione di protesta sia altamente destabilizzante per l’intero contesto Pfizer catanese”.

“Siamo in attesa dell’annuale incontro con l’azienda – seguitano i rappresentanti -, che si terrà a livello nazionale (non bisogna dimenticare che la multinazionale del farmaco ha in Italia altri siti produttivi) per conoscere quali saranno le determinazioni sul prosieguo delle attività. Anche se le voci di corridoio oggi non sono di certo confortanti, con il solito approccio costruttivo, faremo in modo di appellarci al buonsenso, chiedendo ai vertici aziendali di difendere il lavoro nel sito radicato ai piedi dell’Etna, senza dare il via a sacrifici in termini di taglio drastico delle risorse umane”.

Parole condivise anche dal segretario territoriale della Ugl, Giovanni Musumeci, che “auspica una unione di intenti partendo con un appello alla massima responsabilità”: “Dobbiamo remare uniti – dice – tutti dalla stessa parte per difendere la continuità lavorativa della Pfizer di Catania e fare in modo, ancora una volta, che tutto il personale possa avere la giusta valorizzazione”.

Nella foto: lo stabilimento Pfizer situato nella Zona industriale di Catania

Luciano Mirone