“Siamo ben felici che, nelle ultime settimane, la presa di coscienza da parte della società civile catanese per la riapertura temporanea di alcuni padiglioni del presidio ospedaliero Vittorio Emanuele, a supporto delle attività per l’emergenza Covid-19, abbia registrato un notevole incremento anche attraverso iniziative sul territorio”.

Si avverte soddisfazione all’interno del sindacato Ugl di Catania, “tra i primi a sostenere l’ipotesi lanciata lo scorso marzo, continuando ancora oggi a sostenere questa necessità a costo praticamente zero”.

Dicono il segretario territoriale Giovanni Musumeci ed i segretari provinciali delle federazioni Sanità e Medici, rispettivamente Carmelo Urzì e Aurelio Guglielmino. “Ci fa piacere che nel tempo in molti, tra associazioni e semplici cittadini, abbiano compreso e sposato una battaglia di principio, fondata peraltro su una incomprensibile marcia indietro da parte di chi sta guidando la strategia per la lotta al Coronavirus nella nostra area metropolitana. Oltretutto, la seconda ondata che si sta sviluppando ci fa capire maggiormente quanto siano utili spazi attrezzati per le cure a bassa intensità, ed in questo senso al Vittorio Emanuele ci sono due interi reparti da qualche anno ristrutturati e poi dismessi (anche il Santo Bambino si presenta in condizioni buone per la destinazione d’uso)”.

“Sempre meglio – afferma il sindacato – che andare a convertire gran parte di ospedali, creando disagio nella popolazione ed una pericolosa promiscuità in tema di percorsi. In tanti hanno capito la forza ed il valore dell’idea, tant’è che nelle ultime settimane abbiamo ricevuto contatti, ovvero persone comuni, vertici di gruppi organizzati, professionisti che, ben conoscendo i luoghi ed essendo consapevoli del bisogno di posti a bassa intensità, non si spiegano come si stia ancora continuando a perdere tempo”.

“Con soddisfazione, proprio oggi siamo venuti a sapere che proprio dal Policlinico-San Marco è stato dato il via libera all’incentivazione per il personale medico e non medico per prestazioni aggiuntive con l’approvazione dell’apposito progetto, auspicando che lo stesso sia rivolto alle aree critiche. In questo modo, in tanti, potrebbero essere impiegati (con chiamata volontaria) nei nuovi reparti Covid di questi ospedali da riattivare, mentre altri rinunceranno magari a spostarsi dalla nostra provincia per lavorare in extra orario, proprio per dare una mano alla causa”.

“A nostro avviso – dicono i sindacalisti – il problema non è quello dei locali, ma della razionalizzazione delle risorse e dunque del loro corretto impiego. Siamo quindi dalla parte di chi pensa che i malati Covid-19 lievemente sintomatici possano essere curati negli ospedali dismessi, non ci piace di certo guardare indietro al tempo prezioso perso fino ad oggi, ma preferiamo proiettarci in avanti invocando una mossa di buon senso da parte della Regione siciliana, che speriamo possa arrivare a breve non ignorando questo appello”.

Redazione