“È con vero stupore che recepiamo la nota di risposta da parte del presidente del Consiglio di amministrazione del Teatro Stabile di Catania, notaio Carlo Saggio, al nostro comunicato stampa dell’1 ottobre. Stupore misto a perplessità per i contenuti pretestuosi e per i toni livorosi con cui gli stessi sono stati esposti a partire dall’accusa di scarsa tempestività delle critiche mosse dal nostro sindacato, SLC Cgil, alle dichiarazioni sull’attuale gestione del Teatro rilasciate dallo stesso CdA durante la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione”. 

E’ il comunicato stampa di stamattina che la Cgil di Catania diffonde in risposta alla lettera del presidente dell’ente teatrale catanese, che, a sua volta, ribatte a una nota del sindacato datata 1 ottobre.

“Forse il presidente Saggio – si legge nel documento della Cgil – non è a conoscenza del fatto che, per la prima volta nella storia dello Stabile, il sindacato quest’anno non sia stato invitato alla conferenza stampa. Questo ci ha impedito di apprendere in tempo reale i dati comunicati dalla governance del Teatro e di esporre quindi le conseguenti osservazioni con la tempestività che viene oggi pretesa”.

“Ma passiamo ai numeri – incalza il sindacato – che, come tutti sanno, non sono opinioni. Nella risposta al nostro comunicato, in cui esternavamo le più che fondate preoccupazioni per il futuro del teatro Stabile, il notaio Saggio ci ha fornito un dato che, invece di rasserenarci, ci ha maggiormente allarmato”. 

“Presentato come se fosse un incredibile traguardo – è scritto – , ci è stato detto che nei primi giorni della campagna abbonamenti è stato venduto il 20% dei posti disponibili che, stando alle attuali disposizioni di legge, ammonta a 200 posti. L’impresa fin qui compiuta sarebbe quella di aver venduto 40 abbonamenti. Siamo sinceri, non si comprende proprio come ci si possa esaltare per avere raggiunto un tale traguardo”. 

“Continuiamo con i numeri”, seguita la Cgil. “Nella stessa risposta si evidenzia come il Teatro abbia coinvolto quest’anno nelle produzioni 108 artisti, ma non si specifica come, nella stragrande maggioranza dei casi, i suddetti artisti siano impiegati in ingaggi brevissimi (uno o due giorni) per piccole performance, cui corrispondono modestissime prestazioni economiche”.

“Non è certo così – recita il sindacato – che si rende merito alla professionalità e alla bravura dei nostri attori, né tutto questo può certamente costituire per gli stessi una dignitosa fonte di sostentamento. Nessuna ‘acrimonia personale’ da parte nostra, come invece ci si accusa in maniera polemica e fuorviante nella risposta del Teatro, ma autentico timore per le sorti dei lavoratori catanesi del settore, moltissimi dei quali sono nostri iscritti”. 

“Leggiamo pure che sono stati eseguiti 200 provini – seguita la nota – ; peccato che il sindacato non ne sia mai stato messo al corrente, come invece vorrebbe l’articolo 7 del contratto nazionale”. 

“Quanto poi alla rivendicazione di aver fatto lavorare finora artisti under 35 – prosegue il documento Cgil – , è una scelta che nessuno ha contestato a patto però di non escludere, questo sì che sarebbe discriminatorio, gli over 35, segmento anagrafico come abbiamo più volte evidenziato alla governance del Teatro, ampiamente presente sul nostro territorio e fin qui ignorato dalla direzione artistica”.

“Alle perplessità della Slc Cgil di Catania, relative al fatto di far girare in tournée, nuovamente come lavoro di punta, uno spettacolo della direttrice Laura Sicignano, ci viene risposto che si tratta di prassi comune ad altri teatri. La risposta lascia basiti perché ciò non significa che si tratti di una buona prassi”, recita ancora il comunicato.

“L’arrivo della direttrice Sicignano – viene spiegato –  fu salutato da noi con grande entusiasmo, come tutti ricorderanno, proprio perché pensavamo che provenendo da un piccolo teatro di periferia e non dai circuiti ufficiali, poteva rompere certe prassi che oggi non hanno ragione di esistere. Forse è vero: non dovevamo sollevare noi questi dubbi ma doveva farlo proprio il cda del Teatro Stabile di Catania che è l’organo ufficiale di controllo”.

“In conclusione – afferma la Cgil- , invece di annunciare ‘un’incolmabile distanza di approccio con il nostro sindacato che oggi è l’unico in città che conta più di 200 iscritti e che rappresenta la categoria, invitiamo la governance del Teatro a prestare ascolto, a confrontarsi e dialogare con noi, perché tutti gli sforzi dovrebbero tendere verso un’unica direzione, un unico obiettivo: la salvezza del nostro Teatro”.

Nella foto: l’esterno del Teatro Stabile di Catania

Redazione