Una giornata importante, quella odierna, nel lungo cammino per la gestione dei beni confiscati alla mafia. Una giornata piena di energie e di segnali, comunque storica (malgrado tutto ha vinto la Società civile), sia per quello che è successo, sia per la presenza di deputati regionali al fianco degli organizzatori della conferenza stampa convocata da I Siciliani e da Arci Sicilia “per denunciare la cattiva gestione dei beni confiscati alla mafia”. 

Un momento della conferenza stampa

“L’appuntamento – spiega chi ha allestito l’incontro – si sarebbe dovuto tenere all’esterno del complesso immobiliare confiscato alla famiglia mafiosa Zuccaro in via Filippo Corridoni a Gravina di Catania, ma le associazioni hanno trovato i cancelli degli edifici aperti, i citofoni distrutti e le statue che campeggiavano sul portone d’ingresso sparite”. “Un segnale inquietante”, secondo le associazioni”. 

La conferenza stampa si è dunque svolta all’interno del “compound” che fu della famiglia mafiosa. Sono intervenuti Matteo Iannitti per I Siciliani giovani; Dario Pruiti, presidente di Arci Catania e responsabile legalità di Arci Sicilia; e Giovanni Caruso, Presidente e vicedirettore de I Siciliani giovani.

È intervenuto anche il Presidente della Commissione Regionale Antimafia, On. Claudio Fava, il parlamentare regionale componente della Commissione antimafia, On. Galvagno, e il Sindaco del comune di Gravina, Massimiliano Giammusso. Erano presenti i rappresentanti di diverse associazioni tra cui Asaec e Aiab. 

Lo striscione dell’organizzazione nell’appartamento confiscato alla famiglia mafiosa

“Questo posto è il simbolo della malagestione dei beni confiscati in Sicilia – hanno dichiarato i rappresentanti di Arci e Siciliani – ma è solo uno dei tanti. In questo vero e proprio quartier generale di Cosa Nostra vi sono immobili totalmente abbandonati, dei quali le Istituzioni si sono fino a ora disinteressate. Immobili che sono stati vandalizzati prima di essere liberati, immobili che per anni sono stati occupati dalle stesse famiglie mafiose. Immobili che ancora oggi risultano nella disponibilità di chi ha subito la confisca, come dimostrano gli atti di avvertimento scoperti questa mattina”. 

“Siamo oggi qui dopo un lungo lavoro di mappatura dei beni confiscati che ha riguardato Catania e che ora coinvolgerà tutta la Sicilia. Siamo qui per difendere il valore della Legge Rognoni La Torre che vuole colpire la mafia nei suoi interessi più vivi ma che rischia di essere sabotata da questa cattiva gestione dei beni confiscati”.

Un altro momento della conferenza stampa sui beni confiscati alla mafia

“L’Agenzia Nazionale dei beni confiscati sembra avere fallito il suo ruolo di gestione e cura dei beni sottratti alla mafia. Il bando per l’assegnazione diretta dei beni, con appena 1000 euro a bene per la ristrutturazione, tra l’altro limitato al 20% dell’importo del progetto, un bando che ha al suo interno beni occupati, fatiscenti, abusivi, sconosciuti alla stessa agenzia, più che una grande occasione, appare oggi un atto di sabotaggio alla possibilità di un vero riutilizzo sociale”.

“Oggi siamo felici – hanno dichiarato i rappresentanti delle associazioni – di avere accanto rappresentanti istituzionali che condividono l’impegno contro la mafia, per una valorizzazione sociale dei beni confiscati. Oggi siamo tutti più forti e determinati ad andare avanti”.

Redazione