Alle prese con i dati sconfortanti sui contagi da Covid-19, dopo due settimane dal voto sul referendum la Sicilia torna alle urne, in mascherina, il 4 e 5 ottobre per eleggere i sindaci di 60 dei 390 Comuni dell’Isola. Uno in meno di quelli inizialmente previsti dopo la decisione della Regione di sospendere le operazioni di voto a Tremestieri Etneo, in provincia di Catania, a causa di illeciti penali rilevati dalla magistratura nella raccolta e autenticazione delle firme (il governo regionale ha deciso che si voterà il 29 e 30 novembre con eventuale ballottaggio il 13 e 14 dicembre).

Alle urne andranno anche due capoluoghi di provincia: Enna (dove la procura ha aperto due inchieste su altrettanti concorsi, considerati anomali, al Comune a all’Asp) e Agrigento, che riporta al centro del dibattito le sorti di un vasto parco realizzato a fine anni Ottanta e mai entrato in funzione.

Intanto, a Termini Imerese, città che da quasi dieci anni fa i conti con la crisi seguita alla chiusura dello stabilimento Fiat, va in scena l’alleanza tra Pd e M5S, che hanno trovato un’intesa su una candidata comune, col dichiarato auspicio di dare corso a un’alleanza duratura anche altrove.

Si infiamma l’ultima giornata di campagna elettorale a Campobello di Mazara, nel Trapanese, con l’ex pm Antonio Ingroia, in corsa per fare il sindaco, che ieri ha scritto al prefetto per denunciare il rischio di voto di scambio.

Agrigento vede la ricandidatura dell’uscente Lillo Firetto, sostenuto da sette liste di centrosinistra, che dovrà vedersela con altri cinque candidati, tra i quali domina un blocco di concorrenti del centrodestra a partire dall’ex sindaco Marco Zambuto, uomo dalla storia movimentata: ex centrista, ex Pd (è stato il primo presidente dell’Assemblea siciliana dei dem) e ora in corsa con Udc, FI e Diventerà bellissima, formazione che fa capo al governatore Nello Musumeci. Lega e FdI, invece, sostengono Daniela Catalano, mentre un ex assessore di Firetto, il medico Francesco Miccichè, è sostenuto da alcune liste civiche trasversali agli schieramenti. Va da solo il M5S, con la consigliera comunale uscente Marcella Carlisi, mentre la sinistra candida Angela Galvano, sostenuta dall’ex parlamentare di Pd e Leu Angelo Capodicasa e dal presidente dell’Antimafia siciliana Claudio Fava.

In questa campagna elettorale si è finalmente affacciato il tema di una grande incompiuta di Agrigento, il parco Icori, realizzato con i fondi della Casmez, stanziati all’indomani della frana del ’66, completato trent’anni fa e mai utilizzato.     Un’area che comprende un teatro (i progettisti hanno “dimenticato” le vie di fuga previste dalle norme sulla sicurezza), impianti sportivi, verde, aggredita da erbacce e rimasta al buio dopo i furti continui dei pali elettrici. Il parco riqualificherebbe la zona che confina con quella parte della città venuta giù oltre mezzo secolo fa e ormai spopolata.

Due inchieste giudiziarie, come detto, scuotono invece le elezioni a Enna e riguardano i concorsi, già espletati, all’Azienda sanitaria e al Comune. Finora non ci sono indagati, ma il tema della campagna elettorale si è concentrato su questa vicenda. Nel meno popoloso dei capoluoghi di provincia dell’Isola, si ricandida l’uscente Maurizio Dipietro, renziano, sostenuto da liste civiche di varia estrazione; Dario Cardaci, proveniente dal centrodestra, è il candidato del Pd; Cinzia Amato dei cinquestelle, Giuseppe Savoca della Lega e Maurizio Bruno di Cives.

Tra le altre città al voto, per dimensioni vanno segnalate Marsala (Tp), Barcellona Pozzo di Gotto (Me), dove ieri ha tenuto un comizio il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, e Milazzo, dove sempre ieri si è recato il leader della Lega Matteo Salvini, nel Messinese; Ispica, nel Ragusano, che a sette anni dal dissesto finanziario, due giorni fa non è riuscita ad approvare il piano di riequilibrio, e Bronte nel catanese, dove si candida l’81enne ex senatore del centrodestra Pino Firrarello contro il sindaco uscente Graziano Calanna del centrosinistra.

Ansa