Lo vedevi camminare nella via principale con la sua dignità, con la sua voglia di recitarti le sue poesie che componeva fin da quando era bambino. Poesie che mettevano in evidenza un animo delicato, forse fin troppo fragile per vivere in un contesto sociale non assolutamente adatto alle persone sensibili come lui.

Poi è successo qualcosa, Nuccio ha cominciato a vivere il suo “spleen” fatto di tristezza e di malinconia e da quel momento non è stato più come prima. Qualcosa lo aveva cambiato, annebbiato, e quando gli dicevi, “Nuccio, cerca di riprenderti la vita”, lui ti rispondeva che il processo era irreversibile. “E’ sempre possibile cambiare, Nuccio!”. Al che – pensando che fosse la solita frase di circostanza – Nuccio proseguiva il suo percorso e seguiva i suoi pensieri.  

Lo vedevi camminare con la testa fra le nuvole, come se avesse nostalgia di qualcosa di antico, forse un amore, forse l’infanzia, forse qualcosa che non sapeva neanche lui.

Poi è sparito. In paese molti si sono chiesti dove fosse andato. I post del sindaco di Belpasso su Facebook hanno chiarito il mistero, hanno svelato che Nuccio Marletta, da qualche tempo ricoverato in un centro di recupero in provincia di Catania, era scomparso anche da lì. E poi l’appello: a chi ha notizie di Nuccio, informi i carabinieri, i familiari o la stessa amministrazione comunale. L’appello era stato fatto proprio anche dalla trasmissione “Chi l’ha visto?”, che a sua volta ha lanciato l’Sos.

Per tre anni, di lui, nessuna notizia: si sapeva solamente che si era allontanato da quel Centro senza fare ritorno. Oggi apprendiamo dai Social che Nuccio è morto. E’ stato ritrovato nelle campagne vicine al Centro.

Di lui stanotte ha scritto un amico, Salvo Sauta, parole semplici e dolci: “Chiudo la giornata con la tristezza in fondo al cuore. Stamattina ho saputo tramite un familiare che Nuccio Marletta è stato ritrovato morto. Non so altro. Mi dispiace tanto. Nuccio era una figura quasi mitologica, era l’anticonformista, l’antisociale, il tipo strambo, ma mai nessuno che io ricordi mi ha mai parlato male di lui. Con lui dissertavamo un po’ su tutto. Era lucido, nonostante le apparenze, e nonostante tutti i problemi o le dipendenze che aveva, non immaginavo un epilogo così tragico e prematuro. Saperlo così è terribile, dopo tre lunghi anni dalla scomparsa credo che tutti speravamo che fosse ancora vivo. Addio ragazzo sfortunato. Penso ai tuoi fratelli, a tua madre, alla sua sofferenza e al suo amore per te. Adesso il suo dolore sarà sancito dal tuo ritrovamento. Credo che tutti quelli che ti conoscevano vogliano sapere cosa è successo. Speriamo si possa sapere la verità”.

Nella foto: Nuccio Marletta

Luciano Mirone