Per la Procura è totalmente abusivo il grande anfiteatro sorto sulla collina prospiciente il mare di Gela realizzato, con annesse strutture di servizio, dall’imprenditore di origini ennesi Luigi Greca e inaugurato lo scorso anno in pompa magna con la commedia “Prometheus” del tragediografo Eschilo.

Il gip del tribunale ha disposto il sequestro preventivo dell’opera la cui realizzazione sarebbe “avvenuta – scrivono nei loro atti i magistrati – in assenza di autorizzazioni o titoli edificatori ed in violazione della normativa in materia antisismica, di assetto del territorio e tutela del paesaggio, riguardando un’area sottoposta a vincoli storico-artistici, archeologici e di edificabilità previsti per le zone ricadenti entro una certa distanza della fascia costiera”.

In realtà, le opere edilizie per le quali Greca e la moglie avevano chiesto al Comune l’autorizzazione a intervenire riguardavano un “intervento necessario a migliorare l’idoneità statica dell’area” dichiarata franosa da molti anni. Ma l’imprenditore, proprietario con la famiglia di una grande villa che sorge nella stessa area, avrebbe badato, secondo l’accusa, solo a costruire l’anfiteatro senza effettuare “alcuna attività volta a prevenire lo smottamento” o fenomeni franosi, aggirando i vincoli ambientali, paesaggistici e di inedificabilità ricadenti sulla zona.

Il progettista nonchè direttore dei lavori e i due proprietari dell’anfiteatro risultano denunciati e indagati per reati previsti dal testo unico in materia edilizia. Alla “prima” di “Prometheus” che inaugurò “l’anfiteatro Greca” e che oggi dà il nome all’inchiesta giudiziaria (Prometeo) parteciparono quasi tutte le autorità cittadine, sindaco e giunta compresi. Quest’anno la struttura ha ospitato un concerto di beneficenza e la manifestazione di consegna del premio “Auriga”, consegnato a siciliani che si sono distinti nelle attività in cui operano. 

Nella foto: l’anfiteatro di Gela costruito abusivamente, secondo i magistrati

Ansa