Un esposto presentato contro il Comune di Belpasso (Catania) alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti che sta facendo discutere, almeno in municipio, dove tutto, il giorno dopo, continua a rimanere “tranquillo”. Un esposto che – a prescindere dai contenuti, che saranno accertati dalla magistratura – tira in ballo il Piano regolatore, l’abusivismo edilizio, alcuni tecnici comunali, tre sindaci per una pratica (relativa alla realizzazione di un parco bio-edilizio) rimasta ferma al Comune per 9 anni. Su questo il sindaco Daniele Motta si dimostra “molto disponibile” (e lo dice in questa intervista), ma è sul Piano regolatore e sull’abusivismo edilizio che appare in difficoltà (malgrado il programma di demolizione di quattro edifici abusivi, che ci comunica): sul primo punto minimizza sui tempi biblici che l’Amministrazione si sta prendendo per la revisione di un Piano scaduto “solo” da diciassette anni; sul secondo smentisce addirittura che le sedute del Consiglio vadano deserte quando si deve parlare di abusivismo. Ma procediamo con ordine.  

Signor sindaco, l’esposto che l’ingegnere Enzo Victorio Bellia ha presentato alla Procura della Repubblica di Catania e alla Corte dei Conti parla di “ostruzionismo” da parte del Comune di Belpasso nei confronti del progetto. Bellia nella denuncia dice che da quasi dieci anni (anche se la pratica inizia prima) ha cominciato un braccio di ferro sia con l’ufficio tecnico, sia con le varie Amministrazioni comunali per ottenere il via libera alla costruzione, ma ogni volta, a suo dire, c’è un ostacolo che lo impedisce, mentre, secondo il documento, a Belpasso altri ottengono in tempi molto più rapidi le autorizzazioni per edificare. Lei che è sindaco da due anni (ma che nel corso di questo decennio è stato impegnato come assessore e come consigliere comunale), cosa risponde?

“Intanto vorrei dire che non c’è, né da parte mia, né da parte dell’Amministrazione comunale, alcuna preclusione nei confronti della persona e della società che hanno proposto l’elaborato. Anzi, aggiungo che un progetto di bioedilizia potrebbe riqualificare la zona interessata. È chiaro che tutto va fatto secondo la normativa vigente e secondo le normative tecniche regionali e comunali. Non ho approfondito moltissimo la faccenda, ma so che questa zona è classificata dal Piano regolatore come F1 (edilizia scolastica e ricreativa). Decaduti i vincoli dopo alcuni anni, è diventata ‘zona bianca’, quindi è una zona che va riqualificata con un passaggio in Consiglio comunale”.

L’ingegnere Bellia denuncia un “ostruzionismo” che dura da anni.

“Se ci sono state vessazioni (come l’ingegnere Bellia spiega nell’esposto) sarà la magistratura ad appurarlo. Tra l’altro la Regione Siciliana ha nominato un commissario ad acta per risolvere il problema. Adesso all’interno del Comune ad occuparsi del progetto è l’ing. Angelo Smilardi: l’architetto Caruso e l’ingegnere Nicosia, che precedentemente seguivano la pratica, hanno preferito astenersi. So che Smilardi ha già preso contatti col commissario. Sono sicuro che questa vicenda arriverà ad un punto. Ma ripeto: quello che vorrei far capire all’interessato è che non c’è alcun problema nei suoi confronti ”.

Conosce l’ing. Bellia?

“Non ho il piacere di conoscerlo, anche se più volte lui stesso ha avuto modo di attaccarmi sui Social. L’ho invitato ad incontrarci, ma purtroppo non c’è stata questa possibilità, probabilmente perché vive al Nord. Comunque approfitto dell’occasione per rinnovare l’invito. È chiaro che tutto va fatto sempre nel rispetto della legge e della normativa, sia da parte del Comune, sia da parte della committenza”.

In che senso?

“Nel senso che anche la committenza deve portare avanti dei passaggi. Non conosco tutta la vicenda, ma so che all’inizio erano state presentate solo delle proposte progettuali, che poi andarono in Consiglio comunale. Allora il Consiglio non si è espresso perché, di fatto, non c’era un progetto”.

Evidentemente lei si è documentato attraverso i tecnici e la consultazione delle carte, ma l’esposto di Bellia spiega, data per data, l’evolversi della vicenda.

“Ripeto: il Comune non ha alcuna preclusione nei confronti del progetto e deve rispettare la legge”.

Nove anni per una pratica edilizia non sono tanti?

“Nel 2013, l’ing. Faro – che allora si occupava del progetto –  ha dato parere favorevole, ma chiedendo delle integrazioni. Queste integrazioni, per oltre due anni, non sono arrivate. Dopodiché, quando ormai era tutto scaduto, Bellia è tornato all’attacco. Successivamente la pratica è passata all’ing. Nicosia, il quale dopo un po’ ha chiesto di essere estromesso. E’ una vicenda in cui, diciamo la verità, Bellia va sul personale anche nei confronti dei tecnici”.

È vero, come si legge nell’esposto, che qualche tecnico che ha curato la pratica potrebbe essere incompatibile, in quanto risulta proprietario dell’area limitrofa?

“Proprio per evitare equivoci, la pratica è stata assegnata all’ing. Smilardi, che è sicuramente compatibile”.

Da quanto tempo?

“Da qualche mese”.

Bellia però lamenta che l’ufficio tecnico e l’Amministrazione comunale bloccano le carte da almeno nove anni.

“C’è stato questo avvicendamento di tecnici che hanno curato la pratica: prima uno si è dichiarato incompatibile, poi un altro ha chiesto di essere estromesso. Adesso c’è un professionista che sicuramente eviterà ogni sospetto”.

È vero – come denuncia Bellia – che il nuovo Piano regolatore ha previsto una bretella stradale che danneggerebbe il previsto parco bioedilizio in quanto taglierebbe in due quei terreni?

“Non mi sembra, ma confesso che devo guardare meglio gli elaborati”.

Quello che emerge dall’esposto presentato in Procura è che ci sarebbero pratiche edilizie che vengono espletate in poco tempo ed altre per le quali occorrono tempi lunghissimi. Esiste questa discriminazione? Non ci riferiamo agli ultimi due anni, ma ad un modo di fare che, secondo Bellia, potrebbe essersi consolidato nel tempo.

“Non esiste alcuna discriminazione. Qualora ne dovessi avere il sospetto, dovrei intervenire. Quindi penso e spero di no. Progetti di lottizzazione a Belpasso se ne sono fatti diversi: questo, di fatto, non è andato avanti, ma sicuramente per un problema di leggi e di vincoli del terreno. Comunque se ci sono state inadempienze da parte dell’Ufficio lo stabilirà il commissario. Se qualcuno ha mancato pagherà”.

Nell’esposto si legge che da un lato una pratica resta bloccata al Comune per almeno nove anni, e dall’altro quel Comune ha un indice di abusivismo edilizio molto alto. Non è un paradosso?

“Il Consiglio comunale ha approvato un nuovo Piano regolatore su cui stiamo lavorando. La storia dell’alto indice di abusivismo la conosciamo tutti, e però sappiamo che questo fenomeno è agevolato dall’estensione del territorio. In un territorio così ampio è molto facile che proliferi l’abusivismo”.

Però per quale ragione, quando in Consiglio comunale si deve affrontare un argomento come l’abusivismo edilizio, spesso le sedute vanno deserte?

“A me non risulta”.

Eppure è successo. L’ultima volta – 21 giugno 2019 – abbiamo scritto un articolo che cominciava così: “Una scena surreale. Il presidente del Consiglio comunale di Belpasso scandisce i nomi dei consiglieri comunali e solo tre su venti rispondono ‘presente’. Punto all’ordine del giorno: repressione dell’abusivismo edilizio”. 

“Sulle demolizioni stiamo procedendo: stiamo mettendo 200 mila Euro in bilancio per questo. A breve faremo quattro demolizioni”.

Quante se ne dovrebbero fare?

“Una settantina. Si tratta di edifici non più sanabili, quindi da demolire. Pare che su questo, qualcosa (a livello di normativa) stia cambiando: il potere sembra che stia passando alle prefetture, in modo da evitare questi problemi ai Comuni. Quindi si sta prevedendo un piano di demolizioni programmate”.

Nell’esposto dell’ing. Bellia viene tirato in ballo in Piano regolatore (Prg), scaduto da ben 17 anni. Lei poc’anzi ha detto che il Consiglio comunale ha approvato il nuovo Prg. In realtà è stato approvato solo uno schema di massima cinque anni fa, ma intanto si sono alternati due consigli comunali, due sindaci (Caputo e Motta) e due consulenti di Piano. A che punto siete?

“Siamo alla definizione del Piano regolatore di massima”.

Praticamente la stessa situazione di cinque anni fa.

“Abbiamo fatto alcune modifiche che porteremo in Consiglio, come ad esempio la circonvallazione ovest che secondo me è essenziale e che stanno disegnando”.

Luciano Mirone