Dall’ex candidato a sindaco di Belpasso (Catania) Gianni Russo riceviamo e pubblichiamo:

Siamo oltre lo sbando. E non lo siamo per caso, a Belpasso. Siamo alla continuazione di un percorso melmoso e paludoso che viene da lontano. Da anni non si riesce a rispettare nessuna scadenza di legge in qualsiasi adempimento. Per i bilanci comunali deve intervenire un commissario esterno, la stessa cosa per una semplice pratica edilizia, dove addirittura, tra uno sballottamento e l’altro si fanno passare quasi sette anni senza riuscire a dare una risposta.

Da oltre sedici anni non si riesce a varare l’aggiornamento del Piano Regolatore. Dopo anni e anni ancora non si riesce a soddisfare la richiesta (reiterata da parte dai cittadini) per la realizzazione di un parco, mentre in altri comuni, in non più di due mesi, riescono a realizzare parchi di ogni tipo ed a farseli finanziare dall’UE.

Ai vari solleciti provenienti “dal basso” verso tutti i gradi della politica, per parlare di zona storica o isola pedonale, viene risposto “ma che sei pazzo, se parliamo di questo la gente ci mangia”.

La proposta di un “eco villaggio bioedilizio” dell’ing. Enzo Victorio Bellia, che porta un progetto pieno di modernità, di innovazione, di tecnologia avanzata, di verde viene considerata “troppo innovativa” per questo paese.

Vecchi e giovani è come se fossero un tutt’uno, gli uni il proseguimento degli altri, senza interruzioni, senza innovazioni, senza idee originali.

Il bello (anzi il brutto) è che non esiste alcuna opposizione politica, tutto è omogeneizzato a un diffuso torpore. La capacità di resistenza e la professionalità dell’ing. Bellia, che, senza volerlo, ha fatto le veci dell’opposizione, ha aperto uno spiraglio di luce mettendo in chiaro un “sistema” paludoso che esiste da decenni e che “i giovani” non si sognano assolutamente di bonificare.

E’ bene ricordare che l’origine di questo sistema viene da molto lontano: per esempio dal controllo di certi concorsi, in modo da fare insediare nella burocrazia degli elementi “fedeli” per controllare la gestione di tutte le operazioni che influiscono sulla politica del territorio. Lo dico con cognizione di causa, essendo stato, qualche decennio fa, fra i commissari di un concorso al comune. Naturalmente non è mio intento generalizzare: sono certo che nello stesso comune esistano impiegati onesti e integerrimi. Racconto solo quello di cui sono testimone diretto.

La vicenda denunciata su questo giornale dall’ing. Bellia offre uno spaccato fedele di un certo modus operandi. Una situazione che è il frutto dell’ultimo colpo di coda della cosiddetta vecchia politica (che ha l’arroganza di volersi mettere ancora in gioco), e cioè lo sciagurato accordo tra la vecchia DC e la vecchia e sedicente sinistra (ex Pci in testa) per spartirsi il risultato addirittura di un intero pacchetto di concorsi.

Il timido commento di G. Guglielmino agli articoli di questo giornale sul parco bio edilizio è stato “aspettiamo che le cose si aggiustino”.

Egregio G. Guglielmino, come si dovrebbero aggiustare? Con un miracolo? Pare che lo scampanio che non perde mai occasione per farsi sentire, unitamente all’uso spesso eccessivo di botti, non abbiano sortito alcun effetto di cambiamento, riguardo questi argomenti che naturalmente dovrebbero combaciare con i principi religiosi dei protagonisti.

Caro G. Guglielmino, bisogna rimboccarsi le maniche e seguire i consigli che alcuni saggi hanno già dato proponendo di fare uscire allo scoperto e fare emergere la componente culturale che esiste in questo paese per un impulso di innovazione e di modernità.

Sopra: immagine tratta da Il giornale dei comuni

Gianni Russo