«Oggi, a un passo dal tempio di Segesta, abbiamo manifestato contro un’incredibile mortificazione che la burocrazia infligge, da quasi otto anni, alla provincia di Trapani e alla Sicilia intera. La ferrovia Trapani-Palermo, via Milo, è chiusa per frane dal 2013, costringendo i treni a fare un tragitto di oltre quattro ore per collegare i due capoluoghi”.

L’assessore alle Infrastrutture della Regione Sicilia attacca il governo nazionale su uno dei più gravi scandali che riguardano la Sicilia nel settore dei trasporti.   

“Da un anno esatto – si legge nel sito della Regione Sicilia – con Rfi (Rete ferroviaria Sicilia) aspettiamo un parere dal Ministero dell’Ambiente”.

“Senza questo atto – dice Falcone – non è possibile appaltare i lavori di ripristino della tratta, già finanziati con 144 milioni di euro. Siamo partiti da questa realtà, recependo le legittime ma finora deluse aspettative del territorio, per festeggiare amaramente questo “compleanno” dovuto alle lungaggini della burocrazia ministeriale. Al ministro Sergio Costa lanciamo un nuovo appello: si sblocchi entro pochi giorni l’atteso parere di non assoggettabilità. Superato questo ostacolo, potremmo mandare in gara l’opera già a gennaio e riaprire la ferrovia via Milo riammodernata nel 2023».

L’assessore Falcone è intervenuto così stamane, all’ex stazione ferroviaria di Segesta, nel corso della manifestazione indetta dal governo Musumeci per per il ripristino della tratta ferroviaria Trapani-Palermo via Milo. Erano presenti l’assessore regionale Mimmo Turano, i deputati Ars Stefano Pellegrino, Eleonora Lo Curto, Sergio Tancredi e Valentina Palmeri, i sindaci di Buseto Palizzolo, Calatafimi Segesta, Balestrate, Castellammare del Golfo, Custonaci, Gibellina, Trapani, Paceco, Petrosino, Valderice, Vita, i vertici delle principali sigle sindacali e i rappresentanti delle associazioni di categoria.

Nella foto: un momento della protesta dei sindaci e dei deputati regionali della provincia di Trapani per la tratta ferroviaria  Trapani-Palermo

Redazione