Malta. Il caso dell’assassinio della giornalista Caruana Galizia sembra essere giunto finalmente ad una svolta: la polizia ritiene che la giornalista maltese sia stata uccisa per ciò che stava per rivelare in merito ad un accordo, sponsorizzato dal Governo, sulla centrale elettrica sita a sud dell’isola, appellata come il “patrimonio tossico della corruzione”.

All’inizio del 2017, la giornalista Daphne Caruana Galizia aveva ricevuto circa 600 mila mail riguardanti proprio la compagnia energetica maltese, l’Electrogas, in parte di proprietà dell’imprenditore Yorgen Fenech – attualmente ancora il principale sospettato dell’omicidio – che deteneva una vantaggiosa concessione per la fornitura di elettricità statale di Malta.

L’informazione è stata confermata dall’ispettore Kurt Zahra, uno dei due detective della squadra omicidi – che seguono le indagini sull’assassinio della blogger -, rimarcando così il fatto che politici e funzionari pubblici “sono soliti usare, e troppo spesso, il proprio potere per guadagno personale, anche a rischio di arrecare gravi danni al benessere della società”. E l’inchiesta pubblica sull’assassinio di Daphne Caruana Galizia sta rivelando l’entità degli abusi fatti da parte dell’amministrazione dell’ex premier Joseph Muscat.

L’“accordo Electrogas” – che durante le recenti deposizioni processuali s’è scoperto fosse già in precedenza “oggetto” di un’indagine da parte dell’unità per i crimini economici delle forze di polizia maltesi – sembra proprio essere un esempio di abuso di potere.

Il segretario permanente del Ministero delle Finanze, Alfred Camilleri, ha testimoniato davanti alla Commissione d’inchiesta di essersi mostrato contrario al fatto che il Governo si fosse reso disponibile nel fare da garante alle quattro banche che stavano finanziando l’Electrogas, di cui Yorgen Fenech era il maggiore azionista. Camilleri ha confermato che nel settembre 2017 la Bov, la principale banca maltese, notificò al Governo che l’azienda non stesse onorando i suoi impegni finanziari: un suo possibile default avrebbe portato conseguenze disastrose per l’intero paese. Si spiega così la proposta di Camilleri a non procedere con un’ulteriore concessione di garanzia alla società privata, consiglio tuttavia deliberatamente ignorato; questa decisione era diventata una questione di politica e che appariva ancora più intricata, poichè Yorgen Fenech non era il solo a beneficiare dell’accordo di fornitura di energia a Malta.

I proprietari locali di Electrogas – la “CP Holdings”, la “Gasan Enterprises” e “Tumas Energy” – sono in effetti costituiti da dozzine di persone che detengono azioni della società.

Secondo il quotidiano d’inchiesta maltese “The Shift” riaffiorano altri nomi di spicco, tra cui l’azienda Nexia BT – una delle principali società di consulenti aziendali di contabilità – questa volta in veste di “contabile” della Fenech’s New Energy Supply Ltd e GEM Holdings, la società che, insieme alla società energetica statale dell’Azerbaijan SOCAR e al gigante tecnologico Siemens, detiene il 33% delle azioni di Electrogas. Fenech è stato anche uno dei tre direttori di Electrogas fino a novembre 2019, quando è stato arrestato come sospettato di omicidio nell’assassinio di Caruana Galizia. Nel settembre 2019, due mesi prima dell’arresto dell’imprenditore, i membri più anziani – Ray Fenech, Michael Apap Bologna e Joe Gasan – sono improvvisamente diventati gli amministratori della GEM Holdings.

Secondo quanto emerso durante le deposizioni in tribunale, Fenech stava ricevendo informazioni proprio sull’andamento delle indagini sull’omicidio e che Ray Fenech potrebbe aver fornito a Yorgen consigli su come agire. Dalle indagini s’è inoltre scoperto che la sorella di John Dalli – politico maltese, ad oggi Commissario Europeo per la salute -, Anna Fenech, è una delle azioniste dell’Electrogas, attraverso la società Tumas Energy Ltd.

Daphne Caruana Galizia aveva scritto per la prima volta un post sul suo blog in relazione al caso “17 Black” – la misteriosa società sita a Dubai, implicata nel caso “Panama Papers” – dove appariva proprio il volto di John Dalli.

Ma ancora l’intera verità sul famigerato accordo Electrogas non è ancora nota: e ci si chiede perchè solamente pochi giorni fa l’ispettore di polizia Kurt Zahra abbia dichiarato che la giornalista avesse ricevuto migliaia di e-mail su quell’affare.

Tante le persone coinvolte, ma gli scopi sembrano essere unici: i protagonisti di questo triste capitolo di “governo corrotto” sono ancora in giro.

Nella foto: la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia

Valentina Contavalle