Ma a Musumeci interessa eliminare il Covid o eliminare i migranti? Dalle ultime dichiarazioni – ma anche delle penultime e dalle terzultime – che ha rilasciato dopo avere incontrato il presidente del Consiglio Conte, il governatore della Sicilia dà la sensazione di volersi sbarazzare degli extracomunitari col pretesto che sono loro i veri “untori” del Covid, quando il loro Continente è stato il meno intaccato dal punto di vista del contagio. Come Salvini del resto, anche lui “fortemente preoccupato” della salute delle italiche genti messe in pericolo dagli africani.

Proporre a Conte di fermare sia le navi delle Organizzazioni non governative (Ong) che salvano centinaia di migranti anche col mare in tempesta (come prevedono i trattati internazionali), sia di svuotare gli hotspot presso i quali questi, stravolti, malnutriti, alcuni addirittura tra la vita e la morte, vengono accolti in Sicilia, in quanto potenziali vettori del virus, significa cercare di confondere le idee e di fare una sottile demagogia finalizzata a solleticare la pancia dell’opinione pubblica.

Mettere insieme questi tre concetti – Ong, hotspot e coronavirus – non vuol dire lavoriamo per alleviare le sofferenze dei migranti e per sconfiggere la pandemia, ma eliminiamo i migranti per eliminare il Covid, un teorema che può anche essere molto caro alla destra ma che non risolve il problema.

Sì, perché una cosa è dire al governo nazionale di dialogare “insieme” con l’Europa per regolamentare il flusso degli arrivi in Sicilia (e non solo), per organizzare in modo adeguato, moderno e confortevole le strutture che ospitano i migranti, affinché questi possano trovare una idonea assistenza umana e sanitaria in Sicilia (l’idea delle navi da crociera potrà durare in eterno?), un’altra attribuire a loro il contagio del virus.  

Obiezione: ma chiudendo gli hotspot – strutturati male e organizzati peggio – e impedendo ai neri di arrivare in Sicilia, non si eliminerebbe un potenziale focolaio di virus? Risposta. si tratta di focolai minimi rispetto agli assembramenti che si registrano nei luoghi pubblici (case di riposo, discoteche, bar, pub e tanto altro) che “i bianchi” frequentano ogni giorno. Perché Musumeci si scandalizza nel primo caso e chiude gli occhi nel secondo? Perché fa finta di non capire che il vero pericolo siamo innanzitutto noi, convinti che il virus non esiste? Perché è forte coi deboli e debole coi forti?

Riteniamo sacrosanto che un politico ponga il problema della carenza degli hotspot, dei centri di accoglienza, dei trafficanti di uomini e dell’ammassamento dei migranti: se una denuncia del genere è finalizzata a migliorare le condizioni di vita di tanti esseri umani – e quindi anche del popolo che li ospita – che scappano dalle guerre, dalla povertà e dalle persecuzioni è un conto, ma se è finalizzata ad acchiappare voti non ne usciamo.

Anche perché – e questo Musumeci lo sa benissimo – un fenomeno biblico come quello dell’emigrazione, clandestina e non, non può fermarlo né lui né Salvini, come all’epoca non riuscirono a fermarlo né Bossi né Fini con la loro legge.  

Addirittura il governatore siciliano dichiara che da questa posizione non arretrerà di un millimetro. E allora facciamo finta che da questo momento in poi non sbarchi in Sicilia un solo migrante. Tutto risolto? Ognuno dia la risposta che crede, ma ragioni.

E allora, caro Musumeci, non sarebbe il caso di affrontare questi problemi attraverso una sana cultura di governo e di dialogo, magari senza slogan e frasi fatte?

Nella foto: il leader della Lega, Matteo Salvini, e il governatore della Sicilia, Nello Musumeci

Luciano Mirone