Dopo le notizie di cronaca degli ultimi giorni, che parlano di presunte truffe portate avanti da medici e farmacie che operano nel territorio catanese (l’ultima di 2 milioni di Euro fra Adrano e il capoluogo etneo), il segretario del Pd di Paternò, pur non entrando nel merito dell’inchiesta, parla attraverso un comunicato della “casta” dei farmacisti che operano nella sua città, che “per fortuna”, dice Leonardi, “non è stata nemmeno sfiorato da questo malaffare e la cosa ci fa molto piacere”.

“Però questi fatti – aggiunge il segretario del Pd locale – ci portano a fare delle riflessioni su un servizio fondamentale per i cittadini qual è quello farmaceutico che tocca da vicino tutti i cittadini”.

“A Paternò – spiega il responsabile Dem – insistono 14 farmacie, tutte private ma che svolgono un servizio pubblico che deve essere preordinato alla tutela della salute del cittadino e tale compito deve essere assicurato, per esempio, con la possibilità di avere sempre a disposizione l’accesso al ‘farmaco’ necessario”.

“Ebbene – si legge nel documento – , ciò non è sempre possibile, o lo è in maniera limitata: infatti in alcune giornate della settimana e la notte diventa problematico trovare la cosiddetta ‘farmacia aperta’ e ciò perché a Paternò, nei giorni di sabato, domenica e la notte, c’è una sola, si una sola, farmacia aperta. Potremmo capire la notte, ma il sabato e la domenica no”.

“Ed ecco allora – scrive Leonardi – perché diciamo che si tratta di una ‘casta’ che ha saputo nel tempo mantenere tutti i privilegi possibili ed immaginabili a danno del cittadino. Si deve sapere che l’apertura di una farmacia è soggetta alla regolamentazione di una ‘pianta organica’ che prevede una farmacia per un numero prefissato di abitanti . Ciò fa capire subito che la ‘casta’ è riuscita a mantenere un costante e continuo accesso al profitto senza la paura di una concorrenza che, di fatto, non esiste”.

“Con gli anni  – prosegue il segretario Dem – le farmacie si sono trasformate in veri e propri ‘esercizi commerciali’, dove la distribuzione dei farmaci diventa sempre più residuale a vantaggio della vendita di prodotti che dovrebbero essere di libera concorrenza ma che distribuiti dalle farmacie diventano miracolosamente pregiatissimi. Vedete farmaci più nelle farmacie? No! Sono quasi nascosti nel retrobottega mentre in tutti gli spazi espositivi fanno bella mostra una miriade di prodotti reperibili anche in tutti i supermercati e nelle parafarmacie”.

“Esiste una legislazione – afferma Leonardi – che favorisce la libera concorrenza anche tra le farmacie, ma è ben lungi dall’essere applicata perché il numero di farmacie è limitato alla pianta organica, per cui non c’è interesse da parte di nessuno a rompere gli equilibri della distribuzione dei profitti”.

“Auspichiamo – seguita il responsabile del partito democratico – che l’Amministrazione Comunale si faccia parte diligente nei confronti dell’Ordine dei Farmacisti di Catania, intessendo dapprima un dialogo con i titolari delle farmacie della città, affinché possa essere esteso il numero di farmacie aperte il sabato e la domenica per rendere meno gravoso al cittadino l’approvvigionamento dei farmaci di cui ha bisogno”.

“Crediamo – è scritto nella nota – anche che questi siano gli argomenti di cui si debbano occupare i Consiglieri Comunali, sia in Consiglio che all’interno delle Commissioni che vengono riunite in maniera frequentissima. Perché non lo si fa? Per negligenza ? Per svogliatezza? Per cattiva percezione del problema? Oppure per un connivenza nella tutela della ‘casta’ del Farmaco ovvero delle Farmacie? Noi non crediamo minimamente in una cosa del genere, pensiamo solo che sia solo assuefazione ad una situazione che viviamo tutti come immodificabile, da subire ed accettare. Ed invece la legislazione c’è e può essere applicata anche a Paternò”.

Queste le proposte del segretario del Pd: 

“1- Allargare la platea delle farmacie aperte il sabato e la domenica passando dall’attuale una ad almeno due tre affinché il tessuto urbano possa essere meglio coperto; 2- Invitare l’Amministrazione Comunale ed il Consiglio Comunale ad interessarsi della problematica magari verificando se tutta la pianta organica di Paternò è coperta, se aggiornata e se oltre alle 14 farmacie oggi esistenti se ne possano aggiungere altre; 3- Nel caso in cui fosse possibile allargare l’attuale pianta organica prevedere che, ulteriori farmacie da aprire, non siano affidate a soggetti privati ma che siano pubbliche (gestite dal Comune), così come permette la legge in vigore. Una farmacia pubblica, oltre che diventare un sicuro introito di proventi per il Comune, garantirebbe la funzione sociale della Farmacia favorendo anche le fasce più deboli della popolazione”.

Infine Leonardi fa un’ultima considerazione: “Ci siamo mai chiesti perché nessuna farmacia applica sconti sui farmaci? Come mai in tutte le farmacie sono in vigore gli stessi prezzi? Ci pare ovvio, la ‘casta’ è a numero chiuso e non sogna nemmeno di entrare in concorrenza, tanto la distribuzione dei profitti è equa”

Redazione